Un vero cristiano non potrà mai essere travolto dalla storia!

Gesù ci insegna come attraversarla, camminando sulle acque

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Una cosa purtroppo è ormai chiara e certa agli occhi che vogliono vedere: L’ essere umano non riesce ad attrezzarsi, nel modo più giusto possibile, per non essere completamente inghiottito dal corso degli eventi. Sullo sfondo di questa “resa incondizionata” appaiono, nitide e spesso incontrastate, alcune vicende inquietanti: la triste realtà di una nuova crudele persecuzione ai cristiani nel mondo, con  l’annuncio persino di nuovi Califfati a guida religiosa; l’interminabile fila, avvolta da una sofferenza di “antico sapore”, di migliaia e migliaia di persone sopravvissute che fuggono dalle recenti guerre, per inseguire il bene supremo della pace, nonostante sia dono di Dio a tutti gli uomini; una crisi economica che indebolisce ancor di più chi è già fragile e indifeso, stordito da parametri economici nazionali e internazionali, che hanno l’effetto di risucchiare gli ultimi fervori di speranza. Non a caso prende vigore una nuova povertà sociale, che valica tutte quelle comunità sconfitte da mille moderne illusioni. Abbagli di massa che la società del consumismo e dell’edonismo sfrenati aveva tramandato come certezze globali, su cui costruire ogni solido futuro. Le ferite sono ora profonde; si toccano. In un mondo confuso da nuovi assordanti rumori cresce la solitudine dei singoli, giovani o adulti che siano. Si percepisce ormai chiara la presenza di “onde anomale” che tutto travolgono e spazzano via. Ha ben ragione il teologo mons. Costantino Di Bruno quando in un suo ragionamento sul tema, tra l’altro, afferma: “La storia è un mare sempre in tempesta. In essa tutto naufraga, tutto scompare, svanisce. Tutto viene inghiottito da un vortice mostruoso senza lasciare alcuna traccia”.

Come fare per non entrare in questa spirale quotidiana?  In che modo si può frenare il comportamento di coloro che la rendono sempre di più tempestosa? Cosa è necessario fare per riprendersi quell’equilibrio interiore che rende immortali le azioni umane?  L’uomo è stato sempre grande quando è riuscito, senza alcuna paura, di volare alto; di sintonizzarsi con il cielo e di guardare al di là della collina, dove ogni illusione perde la sua fugace verità e consente di ritrovare il gusto sicuro della realtà antropica, fatta ad immagine e somiglianza di Dio. Come allora percorrere la storia senza essere risucchiati di continuo, ritardando la stessa redenzione dell’umanità? In Matteo la risposta: Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. È proprio Gesù che ci insegna come attraversare la storia, camminando sulle acque. Lui ci insegna il segreto perché questo possa accadere. Occorre rendere il corpo leggero, molto leggero, in tutto lo si deve portare alla dimensione dello spirito, dell’anima. Bisogna principalmente liberarlo da ogni tipo di peccato, ogni trasgressione, ogni disobbedienza ai comandamenti, ogni disinteresse per la Parola di vita. Inoltre si deve possedere lo Spirito della Preghiera. Lo Spirito Santo deve divenire in ognuno l’anima orante che stabilmente si rivolge verso il Padre.

Noi cristiani, dobbiamo ammetterlo, siamo come Pietro! Vestiamo una fede di facciata, debole, insicura, pronta a spegnersi alle prime difficoltà. Ci presentiamo come esseri vaganti dinnanzi a tanti quesiti naturali che la mancanza di fede ci propone in molte occasioni. Dimentichiamo la Parola del Signore; non cerchiamo nemmeno di sfiorare il suo vero significato; le nostre comunità, non so per quale falsa convenienza, si aggrappano a statistiche truccate o a nuove filosofie celebrative della capacità mentali dell’uomo, con annesse ricette, per la conquista dell’universo intero. Tutto questo sarà forse mai possibile, senza ristrutturare, fuori e dentro, la nostra persona?  Evitando di rivedere la nostra quotidianità, mettendoci in seria discussione?  Mi accorgo invece che non si fa nulla per evitare di nascondere le nostre mancanze; i nostri peccati; le nostre superbie; le personali frequentazioni che, anche se immorali, copriamo con la nostra facile e finta accondiscendenza umana. San Paolo a proposito scrive ai Corinzi: “Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello ed è immorale o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro: con questi tali non dovete neanche mangiare insieme”. Se siamo redenti in Cristo dobbiamo saper camminare sopra la storia. Noi siamo in essa per redimerla e non per lasciarci travolgere dal suo male, dai suoi peccati e falsità. Ringraziamo Papa Francesco e chi, da laico o religioso, ci accompagna oggi in questo santo tragitto!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.itPer ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.itPer ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione