Un tesoro per il cuore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Dall’esperienza della preghiera, dell’elemosina e del digiuno fatti solo per il Signore e non per occhi umani, usciamo purificati e capaci di capire quali sono le vere ricchezze. Gesù ci invita a capitalizzare, a investire la nostra vita su cose che riempiono il cuore, non su cose che lasciano il vuoto. 

Meditazione

I tesori terreni che tarma e ruggine consumano non sono solo i beni materiali, in primo luogo il denaro, tema su cui torna spesso il Vangelo. Pensiamo per esempio ai tesori affettivi, cominciando dagli affetti più cari, che tuttavia restano precari e non possono mai occupare il posto di Dio nella nostra vita: non sarebbero mai in grado di darci quello che Dio ci dà. Pensiamo anche ad altri tesori terreni, come il successo, la carriera, i risultati scientifici o tecnici. Quale atteggiamento avere nei loro confronti? Disprezzo? No, certo. Il Vangelo vuole ricordarci però la loro precarietà, la loro incapacità di saziare pienamente il nostro cuore e ci indica la prospettiva entro cui valutare e valorizzare ogni tipo di tesoro terreno. Importante perciò il riferimento al cuore e all’occhio. Gesù non vuole che noi restiamo delusi, perché la delusione del cuore e l’occhio triste, insoddisfatto e cupo rendono tenebrosa tutta la persona e la vita intera. Le parole di Gesù dicono al nostro occhio in che direzione guardare e cosa desiderare, perché ci ricordano che siamo chiamati ad essere luce del mondo. Siamo chiamati alla gioia del cuore e a trasmetterla attraverso i nostri occhi. Il rapporto con le realtà terrene resta ambiguo ed ha bisogno di un equilibrio continuamente verificato; sia il disprezzo delle realtà create sia l’idolatria per qualcuna di esse ci mettono fuori dal progetto del Creatore, che tutto ha creato, ha visto che tutto era molto buono, e in Cristo vuole tutto ricondurre alla bellezza delle origini. 

Preghiera

«Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici. Apro anelante la bocca, perché desidero i tuoi comandamenti» (Sal 118,105.130-131). 

Agire

Che cosa mi rende triste e che cosa gioioso? Provo a dare più tempo alle esperienze che mi rendono gioioso nel profondo del cuore. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorArrigo Miglio, arcivescovo di Cagliaritratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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