Un "sì" all'uomo, alla storia e a Dio

In occasione della Messa Crismale, l’Ordinario Militare, monsignor Marcianò, esorta i cappellani a farsi strumenti di misericordia

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Il ministero sacerdotale vive una peculiare “unità” che respira dentro l’“unità della Chiesa”. Lo ha dichiarato monsignor Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, nella messa crismale celebrata stamattina presso la chiesa principale dell’Ordinariato, Santa Caterina a Magnanapoli, cui hanno partecipato i cappellani militari provenienti dalle diverse regioni.

Il nostro volto si ritrova oggi nel volto del sacerdozio che, secondo il presule, si può descrivere nell’espressione “misericordia”, che dovrebbe incarnare la vera identità del sacerdote.

L’Anno della Misericordia, annunciato poche settimane fa da papa Francesco, non va guardato in modo “riduttivo” o interpretato come un invito a un maggiore “buonismo” da parte dei confessori.

“La sfida è più esigente e profonda – ha spiegato monsignor Marcianò – può e deve significare, prima di tutto per noi presbiteri, rinnovamento, conversione, richiesta di perdono. E il rinnovamento, non lo dimentichiamo, comincia sempre oggi”.

Le misericordia, ha proseguito l’Ordinario Militare, può declinarsi in tre “sì”: all’uomo, alla storia e a Dio.

Il primo di questi “sì” passa per “una missione che si fa incontro” e “cambia la vita”, come avviene per il “lebbroso di San Francesco” o per il “morente abbandonato per la beata Teresa di Calcutta”.

Da parte loro, i cappellani militari hanno numerose occasioni di incontro “nelle caserme, nelle missioni di pace, nei luoghi della formazione”, in cui si manifesta la “sete di presenza”, anche in un tempo in cui le relazioni umane sono “affrettate” o “liquefatte da spazi virtuali”.

Vi è, però, un “numero sconfinato di persone” che attendono la misericordia: “bisogna esserci per sanare e fasciare, scarcerare e liberare, incontrare e accompagnare, per permettere alle persone di entrarci nelle viscere e nel cuore”.

Con il “sì” all’uomo, il crisma ricevuto dai sacerdoti è “riversato sui fratelli, diventa balsamo che lenisce, guarisce, consola”.

Il “sì” alla storia implica invece un “interpretare la storia in modo sapienziale”, che non vuol dire “stare in cattedra” ma fare come Gesù, che “rimane umile, non porta novità di rottura, non vuole il marchio dell’originalità o dell’autoreferenzialità, non si scosta dalla tradizione ma accoglie la profezia e, con essa, lo Spirito che la suscita: quello stesso Spirito che Lo unge e Gli permette di parlare in pienezza”.

In tal senso, la misericordia è in grado di “porre un limite a ogni guerra e violenza”, costituendo una “risposta dei martiri al fondamentalismo, al terrorismo”.

I cappellani militari, quindi, sono chiamati a scoprire “strumenti di pace” che siano in grado “di sprigionare energie di bene sempre più grandi in quei militari che, per la pace, sono pronti a offrire la propria vita”.

Monsignor Marcianò ha poi fatto riferimento, nella prospettiva del Sinodo del prossimo ottobre, alla famiglia, “bene prezioso e insostituibile, anche per la Chiesa e il mondo militare”, ponendo questo tema tra gli “impegni pastorali più urgenti”.

Il “sì” a Dio, infine, parte dal sigillo dell’amore con cui Dio ci riempie: “Il crisma, così – ha detto l’Ordinario Militare – diventa profumo che ci avvolge e si spande, come il balsamo versato su Gesù dalla donna (Mc 14,3-9), nell’episodio evangelico che, significativamente, ha aperto la Settimana Santa e tutto il racconto della Passione”.

Come ha affermato, papa Francesco, durante l’omelia delle Palme di domenica scorsa, bisogna “svuotarsi”  per “essere unti, riempiti dell’olio profumato e bisogna svuotarsi per versare quest’olio, affinché unga la carne di Cristo”, in un “gesto di reciprocità”, della “reciprocità dell’amore”. Senza questo amore e senza la nostra “preghiera”, la nostra vita rischia di “fare puzza”, ha detto monsignor Marcianò, rifacendosi anche qui ad un’espressione del Papa.

In conclusione, l’Ordinario Militare ha espresso l’auspicio che “questa Celebrazione Crismale ci aiuti a spandere il profumo del nostro sacerdozio: a ritrovarlo se lo abbiamo smarrito, a rinvigorirlo se lo sentiamo indebolito, a gustarlo se lo cerchiamo senza sosta, a versarlo, se siamo impauriti o chiusi in noi stessi”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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