Un Rosario per chi non ha mai visto la luce

L’appello su Facebook della giovane madre Annarosa Rossetto a pregare per le vittime dell’aborto

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di Salvatore Cernuzio

ROMA, venerdì, 11 maggio 2012 (ZENIT.org) –  Una preghiera per tutte le donne che di fronte ad una nuova vita si sentono sole e scoraggiate. Una preghiera perché la vita torni ad essere il valore primario e non un oggetto del libero arbitrio umano. Una preghiera per tutti i bambini che, per una colpa mai commessa, sono stati puniti con la più atroce delle condanne: la morte.

Animata da questi sentimenti, Annarosa Rossetto, giovane madre di cinque figli, attiva insieme al marito nella comunità cattolica di Imperia, ha lanciato un appello su Facebook, affinchè tutti i cittadini del mondo si uniscano nello spirito recitando un rosario per i non nati e la difesa della vita nascente.

“Per la cessazione dell’uccisione dei bambini non ancora nati” è l’intenzione proposta da Annarosa per questo rosario universale. Un’idea che s’ispira ad un’iniziativa della scorsa settimana negli USA, dove la parrocchia di San Michele Arcangelo nel Tennessee, aveva organizzato, nel weekend dal 4 al 6 maggio, l’evento “Un milione di rosari per i bambini non nati”, che coinvolgeva scuole e parrocchie (http://www.saintmichaelthearchangelorganization.org/).

“Sarebbe bello che riuscissimo a coinvolgere anche le nostre parrocchie, i movimenti di cui facciamo parte e i gruppi in cui operiamo!” ha scritto infatti Annarosa sul social network.

Le intenzioni di preghiera proposte nel rosario esprimono tutta la compassione dei cristiani per questi bambini vittime del male altrui. Ad ogni mistero della vita di Cristo viene associato, infatti, un pensiero per essi, per le famiglie e per l’umanità intera.

Nel primo mistero doloroso, ad esempio, in cui si contempla “la fiducia di Gesù nel Padre e l’abbandono a Lui nell’orto degli ulivi”, si affidano a Dio “tutte le mamme sfiduciate e disperate di fronte alle difficoltà di una nuova vita che si annuncia inaspettata”.

Nel secondo si prega per il corpo, perchè sia “puro” come quello di Gesù ferito dalla flagellazione, e che tale purezza “torni ad essere un valore apprezzato dai giovani, nelle famiglie e nella società”. Nel terzo, invece, l’intenzione per cui pregare è che “i cristiani superino ogni compromesso e s’impegnino a promuovere la cultura della vita”, con la stessa “fermezza e fedeltà” con cui Cristo “ha sopportato la sua missione”.

Nel quarto mistero, la preghiera va a tutti coloro che si sentono schiacciati dalle difficoltà, perché “accettino queste prove” allo stesso modo con cui Gesù “ha accettato la Croce per il bene di tutti”. Mentre, nel quinto perchè “ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, sia accolto, rispettato e amato come dono di Dio”.

Passando ai misteri gaudiosi, la preghiera è per “ogni mamma, che sappia dire sì alla vita che si annuncia in lei” come “Maria ha detto sì alla volontà del Padre”. Nei misteri che seguono, si ricorda la visita della Vergine alla cugina Elisabetta e, quindi, “il valore del servizio gratuito alle sorelle e ai fratelli nel bisogno”. Il pensiero è perciò rivolto a “tutti i volontari al servizio della famiglia e della vita”.

Si chiede aiuto al Signore, poi, per tutti i genitori, “perché si sentano sempre collaboratori di Dio nel dare la vita e nello sviluppo integrale dei figli” e per ogni mamma, che “sappia superare con la fiducia in Dio e l’aiuto dei fratelli ogni paura”.

Nei misteri della terza decina del Rosario – i Misteri gloriosi – contemplando la Risurrezione di Gesù e la sua vittoria sulla morte e sul peccato, l’orazione è rivolta a “tutti gli uomini”, soprattutto quelli “condizionati dal materialismo consumistico ed edonistico”, affinché “si aprano a Cristo e scoprano il senso vero della vita”.

Nei misteri successivi, si chiede, quindi, a Dio che “i cristiani accolgano sempre più l’azione dello Spirito Santo per diventare testimoni e servitori di ogni forma di vita umana” e che “ogni uomo possa amare la propria madre Maria, Regina della vita”.

Nell’ultimo mistero glorioso, si esorta a pregare per tutte quelle “vittime innocenti sacrificate nel grembo materno”: che questi piccoli martiri “siano intercessori e protettori di chi si prodighino per la vita e implorino perdono per quanti vi hanno mancato”.

Ancora una preghiera per le mamme nei misteri luminosi: che ognuna di loro “trovi chi riconosce in lei una testimone dell’amore”. Dalla contemplazione della partecipazione di Gesù e Maria alle Nozze di Cana, si snoda, poi, nel secondo mistero, l’orazione “per tutti gli sposi, perché sappiano accogliere la gioia dei figli”.

Un invito alla conversione è invece al centro della terza meditazione, soprattutto per chi si è macchiato del delitto di aborto: che “sappia chiedere perdono e riconciliarsi con Dio”. Non solo le madri, ma anche “tutti i medici e gli scienziati, perché vedano la Gloria di Dio nella persona del bambino non ancora nato”.

L’ultima preghiera del Rosario va, infine, a “tutti i padri”, perché, riflettendo sull’Eucarestia, atto di bontà del Padre che ci ha donato suo Figlio, “riconoscano nel loro bambino non ancora nato il segno dell’amore di Dio”

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ZENIT Staff

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