Un Ramadan di riconciliazione

Il messaggio del patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël I Sako, alla comunità musulmana

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In un Paese “martoriato da dieci anni di guerra e violenze”, il Ramadan “sia un tempo di riconciliazione”. E’ l’auspicio di Louis Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, contenuto nel messaggio indirizzato alla comunità musulmana per l’inizio del mese dedicato al digiuno e all’astinenza. 

Nel messaggio, di cui dà notizia L’Osservatore Romano, il patriarca scrive: “A nome mio e di tutti i cristiani iracheni, faccio i migliori auguri a tutti i musulmani e le musulmane per l’inizio di questo mese benedetto, sperando che porti il bene e la pace per l’Iraq e per tutti gli iracheni”. Secondo Sako, il dovere primario per preservare “la nostra unità nazionale” è adottare “il linguaggio del dialogo nel risolvere i problemi”, dal momento che – ha sottolineato – “siamo una sola comunità nonostante la nostra diversità”.

Riguardo al digiuno, Sua Beatitudine ha spiegato che esso è “un’occasione per esprimere la nostra sottomissione assoluta alla volontà di Dio e il nostro riconoscimento alla sua supremazia”, oltre che “un’occasione per esprimere la solidarietà facendo del bene”. “Tanta gente – ha soggiunto – vede nel mese del digiuno un tempo particolare per pregare, fare l’elemosina, chiedere il perdono, al fine di arrivare alla riconciliazione vera con se stessi e con gli altri”.

L’islam, ha proseguito il patriarca, “vorrebbe realizzare la stabilità e assicurare una vita degna e libera a tutti gli uomini senza distinzione, perché Dio ha creato tutti gli uomini uguali”. L’Iraq infatti “sta passando un tempo critico” ed “è difficile immaginare cosa succederà in futuro, se non rafforziamo l’obiettivo di una vera convivenza reciproca, impedendo a chi vuole separarci e distruggerci di raggiungere il suo scopo” ha rimarcato.

L’invito è quindi a preservare “l’unità nazionale” attraverso il dialogo: “Digiuniamo in questo mese – ha concluso Sako – musulmani e cristiani, per la riconciliazione, la pace e la stabilità nel nostro Paese. Auguriamoci sempre che prevalga il desiderio di riflessione, il cuore che ama, le mani che lavorano”.

[Fonte: L’Osservatore Romano, 14 luglio 2013]

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ZENIT Staff

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