Un piccolo gioiello barocco in provincia di Roma

La Chiesa di S. Maria Assunta o Collegiata di Anguillara Sabazia

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I contest ecclesiastici della Capitale, si sa, oltre ad essere quelli più celebri, spesso custodiscono preziosi tesori artistici ed architettonici più o meno conosciuti. Cosi come le chiese di Roma vengono spesso esaltate per la bellezza e l’importanza, allo stesso modo edifici di culto cristiani in provincia sono  spesso trascurati e tenuti in gran conto soltanto dal numero limitato di fedeli che hanno la fortuna di poter assistere alle funzioni settimanali e goderne la pace e la tranquillità.

Una di queste è senz’altro la Chiesadi S. Maria Assunta detta Collegiata ad Anguillara Sabazia, recentemente restaurata e restituita allo splendore settecentesco. Sono poche e frammentarie le notizie riguardanti la fondazione dell’edificio, la cui prima fase risale probabilmente al tardo Medioevo, dominante l’intero centro storico perche costruita nel punto più alto, arroccata sulle pendici a ridosso del lago di Bracciano. La sua prima citazione risale alla Visita Pastorale datata 28 gennaio 1574, epoca in cui vennero menzionati elementi architettonici e decorativi dell’edificio come l’Altare del Crocifisso, il Fonte Battesimale, l’Altare di S. Rosario ed il Cimitero. Le uniche testimonianze del ‘500 sono gli affreschi visibili nella parte superiore dell’antico catino posto nella navata di sinistra e nell’andito attraverso il quale si accede all’organo: l’attuale abside è stato costruito all’interno dell’originario, coevo presumibilmente alle pitture del Palazzo Baronale e riconducibile agli Orsini. Nella Visita Apostolica del 1680, oltre a sottolineare chela Chiesa è necessitante di urgenti lavori di restauro, vengono descritti gli altari consacrati al S. Rosario, ai SS. Giacomo e Carlo, Michele Arcangelo, S. Giovanni Battista e Roccamaggiore.

Le crescenti esigenze delle Confraternite legate alla Chiesa fin dall’inizio del XVI secolo e la volontà di alcune importanti famiglie della città, indussero le autorità laiche ed ecclesiastiche ad avviare, a partire dal 1765, gli imponenti lavori di ristrutturazione e restauro in base al progetto presentato da Nicola Lorenzo Piccioni, che realizzò ad esempio i lavori presso le Chiese di S. Eusebio e S. Eligio degli Orefici a Roma. Il Piccioni aveva progettato la demolizione quasi totale del precedente edificio risparmiandone solo alcuni settori, quali il piano della facciata principale, le due cappelle di fondo alle navate laterali e in parte l’abside che comunque viene ampliata.

La nuova struttura, pur mantenendo la posizione e l’orientamento dell’antico edificio, si dilata trasversalmente con l’aggiunta di due ali di cappelle laterali, ottenendo l’attuale aspetto di tipo basilicale. La Chiesa venne consacrata (ma non ultimata) nel 1794 dopo trenta anni di chiusure e ritardi, dovuti principalmente alla mancanza di nuovi fondi di difficile reperimento.

Il completamento dei lavori, con il rifacimento della facciata, avvenne soltanto nel 1888 per mano di Antonio Jacometti, figlio del celebre scultore neoclassico Ignazio, originario di Anguillara, il quale applicò un progetto di chiaro sapore neoclassico, realizzando modanature in stucco con finitura in polvere di marmo e gesso. Pericolante a causa di un fulmine che lo colpì nel 1729, il campanile (attualmente visibile a fianco della sacrestia), fu demolito e ricostruito di dimensioni maggiori, con un cambiamento di posizione ed un allineamento con l’asse principale, l’attuale corso Umberto, allo scopo di conferire un intenso rapporto tra la Collegiata e il nucleo urbano.

L’interno, concepito in tre navate presenta, una serie di cappelle ornate da una ricca decorazione elaborata anch’essa da Nicola Lorenzo Piccioni ed eseguita dai mastri stuccatori Virginio e Giovanni Galli, che realizzarono anche gli stucchi del vicino Oratorio del Gonfalone.  In particolare, di pregevole fattura, è la tela dell’Assunzione, sull’Altare maggiore, datata al 1592, realizzata da Girolamo Muziano e da uno dei suoi migliori allievi Cesare Nebbia.

Interessante la tavola del XV secolo di autore ignoto di scuola viterbese, la cosiddetta ‘Madonna di Roccamaggiore’, situata in fondo alla navata di destra, rappresentante la Madonna col Bambino in braccio. La figura della Madonna è interrotta all’altezza delle ginocchia dalla raffigurazione della porta della città ornata da merli ghibellini, eseguita nel XVI secolo. La modifica della tavola è il frutto di una grazia chiesta dagli abitanti di Anguillara alla Madonna per aver intercesso nei confronti degli Orsini che avevano cacciato per mano di Gentil Virginio parte degli abitanti rei di aver aperto ai Borgia le porte della città, per poi essere reintegrati da Paolo Giordano I.

La tavola viene trasportata per le vie antiche di Anguillara fino alla Chiesa della Madonna delle Grazie sul lungolago, nella suggestiva processione che ha luogo ogni anno in occasione della festa della Madonna che si celebra l’8 settembre. 

Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l’Università degli Studi di Roma de ‘La Sapienza’. Esercita la professione di archeologo.

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Paolo Lorizzo

Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l'Università degli Studi di Roma de 'La Sapienza'. Esercita la professione di archeologo.

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