Un pianto d'amore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Pietro, nei suoi decisivi discorsi, ci spiega con chiarezza il piano di Dio su Gesù. L’Antico Testamento illumina il Nuovo e getta la speranza sulla morte di Gesù. Spezza le nostre paure e provoca la grande domanda che pare alla fede vera: “Che dobbiamo fare?”.La risposta è coerente e luminosa: “Convertitevi, Fatevi battezzare per ricevere il dono della Spirito Santo”. Anche Maria di Magdala è chiamata per nome. Come noi nel battesimo. È il nome della vita nuova. È la chiamata dell’amore, che si fa risposta di fede piena: “Maestro Mio!”. 

Meditazione

Gesù non è stato vinto dalla morte. È questo il canto che in questi giorni tocca e pervade tutti i confini della terra. È risorto dagli inferi. È questa la testimonianza da portare nel mondo. La luce non è stata sconfitta dalle tenebre. Il bene ha disperso l’ombra del male. L’ultima parola tocca sempre alla vita. Per Gesù era giunto il momento di farsi riconoscere. Accanto al sepolcro c’era Maria di Magdala. Era rimasta lì, continuava a stare in preghiera. Ma di fronte alla pietra del sepolcro ribaltata, inizia a piangere lacrime d’amore e di assenza amara. Non trova più Gesù. Non si dà pace e piange la persona amata. Non riesce a staccarsi da quel luogo dove pensa che il corpo di Gesù sia stato rapito. Improvvisamente, un raggio di luce squarcia il suo cuore. Appaiono due angeli che cercano di farsi vicini a lei, per condividere il suo dolore per la perdita di Gesù. Chiedono il motivo di tante lacrime. E lei, gemendo, non nasconde il suo smarrimento interiore, la sua disperazione. Cerca solo Gesù e vuole sapere dove lo hanno portato. Gesù si fa avanti silenzioso. Ma Maria non lo riconoscee subito. Solo quando la chiama per nome, inizia a contemplarlo. E qui lo rivediamo camminare sulle nostre strade. L’apparizione a Maria di Magdala da parte del Risorto è il modo per farsi incontro alla nostra fragilità, alle nostre paure. L’incontro personale col Risorto è per noi esperienza di fede che poggia sulla Parola e si rafforza nella certezza che Gesù c’è sempre. La richiesta di Gesù di non essere trattenuto rivela che Dio non è da possedere, ma da vivere. È questo il contesto della Risurrezione. Cercare Dio mentre si fa trovare. Spingerci oltre il sepolcro, far rotolare i macigni che impediscono al nostro cuore di essere libero. 

Preghiera

Donaci, o Dio, un cuore fedele, capace di attendere la Tua presenza anche nella notte della solitudine o nell’alba di un sepolcro vuoto. La tua voce ci chiami sempre per nome. Un nome che risveglia la vita, che ci cambia e asciuga le nostre lacrime amare, per poterti dire, con entusiasmo di fede: “Maestro mio!”. Amen. 

Agire

Risentirò nel mio cuore la bellezza del nome che mi è stato dato nel battesimo dall’amore dei miei genitori, sigillo dell’amore di Dio. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor GianCarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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