Un pellegrinaggio in Terra Santa è “più sicuro che mai”

Appello del Patriarcato Latino e del Custode francescano

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ROMA/GERUSALEMME, giovedì, 1° settembre 2011 (ZENIT.org).- Non c’è nulla da temere in Terra Santa e non c’è ragione per sospendere i pellegrinaggi. E’ questo il messaggio lanciato dal Custode francescano di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, attraverso i microfoni della “Radio Vaticana”.

Padre Pizzaballa ha espresso questo mercoledì all’emittente vaticana la preoccupazione dei cristiani di Terra Santa di fronte al brusco calo del numero di pellegrini negli ultimi quattro mesi, perché l’economia delle comunità cristiane locali dipende in larga misura dai pellegrinaggi.

Per il Custode, le ragioni vanno ricercate nella crisi internazionale, ma soprattutto nell’instabilità politica che si vive nei Paesi arabi.

Ad ogni modo, ha sottolineato, “nonostante quanto sta accadendo nel mondo arabo la Terra Santa e il pellegrinaggio in Terra Santa è assolutamente sicuro. Non c’è nessun pericolo, nessun rischio di alcun genere e come anche nel passato non bisogna aver paura di venire per fare questa esperienza che rimane importante per chiunque”.

Gran parte dei cristiani locali, ha aggiunto, lavora nel settore del “turismo religioso”, per cui “il pellegrino che fa un’esperienza di fede molto importante porta anche un’esperienza di solidarietà, di sostegno alla presenza alla comunità cristiana che qui, come tutti sanno, è una comunità molto piccola e bisognosa di aiuto”.

Un appello simile è giunto attraverso la “Radio Vaticana” da monsignor William Shomali, Vescovo ausiliare del Patriarcato Latino di Gerusalemme, per il quale “la Terra Santa e l’itinerario dei pellegrini è più sicuro che mai”.

Recarsi in pellegrinaggio in questa regione, ha affermato il presule, rappresenta “un segno di solidarietà con tutti gli abitanti, perché il pellegrino è una figura di pace, una figura gradita, amata da tutti – musulmani, cristiani, ebrei”.

“Posso dire, senza esagerare, che la figura del pellegrino è un ponte fra tutti: fa un’opera di pace, non solo con la sua preghiera, ma anche con la sua presenza”, ha commentato.

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ZENIT Staff

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