Un luogo ricco di storia

La Messa di Benedetto XVI a L’Avana

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di Paloma Rives, inviata speciale

L’AVANA, venerdì, 30 marzo 2012 (ZENIT.org) – La Piazza della Rivoluzione a L’Avana è un luogo ricco di storia per il popolo cubano. Qui, in una piazza mai così piena, Papa Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa.

Mercoledì 28 Marzo, non è stato possibile partecipare alla Messa che la Santa Sede ha offerto ai giornalisti accreditati nel volo papale.

Impossibile non per le ragioni facilmente immaginabili come il sonno, la stanchezza o la poca voglia. È stato impossibile, perché, anche se le 3 del mattino erano il momento in cui probabilmente avrei avuto un accesso più facile ad Internet, abbiamo tardato più del previsto ad inviare la cronaca e caricare le foto su Facebook e Twitter.

Circa 10/12 minuti per ogni immagine. Più di 14 i tentativi di allegare il file di testo nella posta indirizzata al nostro caporedattore dell’edizione spagnola, Nieves San Martin.

Abbiamo finito verso le 6.30 del mattino e alle 7 in punto abbiamo dovuto prendere il bus che ci ha portato a Plaza de la Revoluciòn “José Martí” dell’Avana.

Intanto commentavamo come su alcuni volti dei giornalisti accreditati si notassero i segni di “devastazione” del viaggio; ma nella maggior parte dei casi, il look era diventato più tranquillo, come se si fosse riempito di speranza.

L’autobus ha concluso la sua corsa e non ci ha fatti scendere esattamente nella Piazza. Ci trovavamo, infatti, nei dintorni di un ufficio del governo cubano, dove ci chiedono di depositare in un apparecchio a raggi X sia le attrezzature di lavoro che i piccoli bagagli personali.

Abbiamo iniziato a camminare per circa quattro blocchi. Al nostro lato passavano intanto diverse Mercedes Benz, i veicoli ufficiali di Raul Castro.

Mentre proseguivamo, identificavamo i volti di Che Guevara e del comandante Camilo Cienfuegos. Alla loro destra, la prima frase del tema dell’anno giubilare per i 400 anni dall’arrivo della Virgen de la Caridad del Cobre a Cuba: “A Gesù attraverso Maria”.

A sinistra, accanto alla figura di Che Guevara, la seconda frase: “Carità ci unisce”.

“A Gesù attraverso Maria, carità ci unisce” e a fianco gli eroi della Rivoluzione cubana…..

L’altare era al centro. Giallo, con la bandiera di Cuba e, naturalmente, alla destra c’era la Vergine Pellegrina de la Caridad del Cobre. Ai piedi, i sacerdoti concelebravano la messa.

Noi stavamo seduti alle spalle di decine di diaconi che mostravano la felicità di qualcuno che attendeva con ansia da anni la visita del Sommo Pontefice.

Mi sono poi avvicinata ad uno dei giovani che aveva partecipato alla pastorale che aveva cantato al momento dell’arrivo del Papa il giorno prima.  Il suo nome è Eney e ha 15 anni e non riusciva a nascondere la sua gioia.

“Come ti senti per l’arrivo del Papa?”, gli ho chiesto. “Super emozionato! Cuba è emozionata!” mi ha risposto, spiegandomi di appartenere alla parrocchia de la Milagrosa e di essere chierichetto a Guanabacoa che, tra l’altro, era lì presente per l’arrivo del Papa.

A fianco a lui una signora molto simpatica si inserisce nella conversazione: “Siamo molto emozionati, Dio ha permesso tutto ciò! Questo ingresso del Signore nel nostro territorio porterà pace e amore”, ha detto, iniziando a piangere con grande tenerezza.

Vedendo che la testimonianza è stata interrotta dalle lacrime, Eney dice: “Benedetto, amico! Cuba è con te”. Si abbracciano e ripetono: “E la Chiesa è con te”. Sono i segni di un affetto che solo la fede può dare.

Abbiamo incontrato poi monsignor Ramon Suarez Polcari, cancelliere della Diocesi e uno dei responsabili per l’accoglienza di Benedetto XVI a L’Avana.

“Sono molto felice ed infervorato. Incontrare il Papa, per un cattolico, è sempre una grande cosa per tutto ciò che rappresenta. Ma averlo qui a L’Avana, per me è una gioia indescrivibile. Tutto questo è stato preparato con amore, l’ho detto anche a lui quando l’ho salutato. C’erano veramente tutti per accoglierlo: gruppi di giovani religiosi, un’Orchestra Sinfonica Giovanile, la scuola di danza di Alicia Alonso. La Chiesa può essere stimolante quando viene predicato alla gente che è necessario sollevare l’umore, mantenere la speranza, andare avanti, cercare le virtù. Noi abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto: trasmettere con la Chiesa quella spiritualità di cui la gente ha bisogno”.

Le persone si sono riunite in Piazza della Rivoluzione José Martí, sui loro volti la stanchezza si è trasformata in espressioni di coraggio e di affetto per Benedetto XVI.

Si possono vedere persone di tutti i tipi: giovani, adulti, anziani e persino bambini in attesa del Vicario di Cristo.

C’è anche chi sta lì, ad agitare le bandiere dei propri paesi con grande forza: Messico, Cile, Panama, Repubblica Dominicana, tutti impegnati a fare grandi sforzi pur di mostrare i simboli del loro paese.

Vediamo anche una giovane donna con i capelli biondi che si dirige, con grande decisione, verso una sedia per salirci sopra e dimostrare a tutta la piazza la sua bandiera: quella degli Stati Uniti.

La piazza è ormai piena. Siamo quasi al punto di ricevere il Papa e ascoltare il suo messaggio. Arriva un gruppo di giovani dell’Università Anahuac Cancun del Messico, che ci dice: “Siamo venuti per vedere il Papa, il rappresentante di Dio sulla terra. Siamo un gruppo di circa 15 studenti”.

Gli chiediamo poi: “Cosa vi aspettate dall’arrivo di Sua Santità?”. Una ragazza risponde che si aspetta di crescere nella spiritualità: “Voglio avvicinarmi a Cristo nella mia fede, nella carità, nella speranza – dice -. Voglio dire ai giovani di Cuba di aprirsi al messaggio di Benedetto XVI, che lo seguano per andare avanti nella loro vita spirituale, che tutto ciò che fanno lo facciano per amore”.

Finalmente arriva il Santo Padre. Dopo pochi istanti si sente la voce che annuncia il messaggio della Diocesi di Cuba: “Giovani, adulti, anziani, uomini o donne. La gente che è riunita qui oggi o è a casa a guardare la TV, si aspetta che parole di Sua Santità risuonino in ognuno di noi; soprattutto che ricada sulla nostra nazione la benedizione di Dio. Benedetto, che vuol dire benedetto. Un Papa che porta la tenerezza, la dolcezza, la misericordia di Dio a tutti e promuove la riconciliazione tra i popoli”.

Forza, coraggio e fede crescono tutt’intorno, mentre l’Araldo della Pace inizia la celebrazione della Messa, alla presenza della Virgen de la Caridad del Cobre.

Un luogo pieno di storia quindi: la storia della Rivoluzione Cubana e la storia di ogni anima che è lì si incontrano mossi dalla speranza.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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