Un attacco in Siria sarebbe un disastro come in Iraq

A lanciare l’avvertimento è il patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël I Sako

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Un intervento militare occidentale in Siria sarebbe un “disastro”. Ne è convinto il patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël I Sako, che, in un’intervista di oggi alla Radio Vaticana, presagisce un ripetersi della situazione creatasi in Iraq in seguito all’invasione delle forze anglo-americane, nella primavera del 2003.

“È facile bombardare un Paese, dopo però bisogna fare i conti con la coscienza”, ha dichiarato il patriarca, ricordando che “la guerra non aiuta mai, anzi complica la situazione”. “Perché non aiutano a trovare una soluzione politica? Perché vogliono solo una soluzione militare?” – si è domandato – “dove sono la democrazia e la libertà? Sono questi i progetti?”. “Se l’Occidente vuole aiutare questi Paesi a trasformarsi in democrazie aperte, devono educare la gente, e non con le bombe!”, ha aggiunto.

“Noi, in Iraq – ha proseguito il patriarca dei Caldei – dopo l’invasione degli americani, dopo dieci anni, dove stiamo andando? Dove va il Paese?”. “E’ diviso, ci sono problemi di sicurezza, di lavoro, di corruzione, tutto viene creato in maniera ‘confessionale’”.

Constatando un peggioramento della sicurezza negli ultimi due mesi in Iraq – lo dimostra l’ondata di attentati che ha colpito oggi la capitale Bagdad, causando più di 70 morti – il patriarca ha denunciato non solo la mancanza di dialogo, ma anche la “mano” di forze straniere dietro agli ultimi sviluppi in Medio Oriente.

“E’ accaduto in Egitto e adesso in Iraq, in Siria, in Libano”, ha detto. “C’è una lotta tra i musulmani ma è un po’ ‘fabbricata’; non si sa il perché visto che tutti sono musulmani e prima vivevano insieme”. “Ora – ha proseguito Sako – il sentimento della popolazione viene sfruttato dai politici: non si parla più di un’unica cittadinanza, tutti siamo cittadini, ma si parla di Fratelli musulmani, sunniti, sciiti e drusi. E non finirà…”.

Il patriarca ha terminato il suo intervento all’emittente vaticana con un appello per la pace, la stabilità ed il dialogo. “Il dialogo è una soluzione civile degna dell’uomo e non la guerra! – ha detto – La guerra è sempre cattiva e non risolve i problemi, anzi li complica profondamente, mette barriere tra gli uomini e tra i gruppi”. Ha poi concluso: “Meglio aiutare a raggiungere una soluzione politica, positiva, nella quale tutti possono essere integrati”.

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ZENIT Staff

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