Un aspetto enigmatico nella vita di D'Annunzio (Terza parte)

Ricorrono in questi giorni 150 anni della nascita e 75 della morte dell’ultimo dei grandi poeti italiani, soprannominato Il Vate

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Era curioso e sorprendente osservare la scena, nel silenzio assoluto di quel cimitero solitario, ai piedi del Monte Grappa. Soprattutto proprio per la presenza della suora, che con il suo candido saio richiamava i valori della religione e dello spirito, tanto lontani  dal ricordo delle avventure scandalistiche della celebre attrice.

Feci notare alla suora questo stridente contrasto.

“Sì, è curioso”, disse sorridendo. “Ma non troppo, perché le vie del Signore sono sempre imperscrutabili.  

“Quando mia madre era ancora molto piccola, la nonna si divise dal marito e, dovendo andare in giro per il mondo per la sua professione di attrice, la affidava ai collegi. Mia madre crebbe così passando da un collegio all’altro, in Svizzera, in Francia, in Germania. Collegi ricchi, borghesi, dove non si dava alcun peso ai valori religiosi. Per cui mia madre crebbe praticamente senza un’educazione religiosa.

“Nel 1908, a Dresda, conobbe un giovane inglese, Edward Bullough, che era professore di lingue dall’Università di Cambridge e se ne innamorò. Si sposarono, andando vivere in Inghilterra, dove nel 1910 nacque mio fratello, Harry Edward, e nel 1912 io, che ricevetti il nome della nonna, Eleonora Ilaria.

“Anche mio padre non era credente. Apparteneva alla Chiesa Anglicana, ma non seguiva nessuna pratica religiosa e aveva una mentalità completamente laica, come era di moda negli ambienti intellettuali del tempo.

“Però mamma e papà, come del resto la nonna, erano persone profondamente sincere e oneste, e il Signore vegliava su di loro. Ed ecco il grande cambiamento. Sposando mia madre, il professor Bullough, che insegnava soprattutto francese e tedesco a Cambridge, cominciò a interessarsi anche di letteratura italiana. Si innamorò in particolare di Dante. Iniziò a leggere e meditare la “Divina Commedia”. Mia madre lo aiutava a capire  quel capolavoro, spiegandogli il significato delle parole più difficili e il pensiero di Dante. E poichè il racconto della “Divina Commedia” è tutto incentrato sulla visione religiosa e teologica della vita e dell’aldilà, ecco che mia madre e mio padre, senza volerlo, si trovarono a studiare quei temi religiosi. Per approfondirli, si misero a leggere anche la “Summa teologica” di San Tommaso, cui Dante spesso si ispirava e così,  poco a poco, furono conquistati da quegli argomenti e ritrovarono la fede.  Mio padre si convertì al Cattolicesimo e ricevette il battesimo nel 1920. E anche mia madre divenne una fervente cattolica.

“Io e mio fratello crescevamo respirando questo entusiasmo e senza che nessuno in casa ci dicesse niente, maturammo la nostra vocazione. Nel 1929, lo stesso giorno, partimmo tutti e due per il convento: io mi feci monaca domenicana, diventando suor Mary of St. Marc,  e lui entrò nel seminario, sempre dell’Ordine Domenicano, prendendo il nome di Padre Sebastiano. Venne ordinato sacerdote nel 1938, studiò poi lingue orientali a Cambridge perchè desiderava andare a fare ricerche archeologiche in Palestina, ma poi, a causa della guerra, non gli fu possibile realizzare il suo sogno. Rimase in Inghilterra dedicandosi alla predicazione, scrisse alcuni libri e altri gli tradusse dall’italiano. Morì nel 1967, a soli 57 anni.

Mia madre, rimasta vedova nel 1934, dedicò il resto della sua vita ad opere di bene. Regalò la sua grande casa di Cambridge ai Frati domenicani che la trasformarono in convento, e quella della nonna ad Asolo alla parrocchia. Durante la seconda guerra mondiale si prese cura dei prigionieri italiani, tanto che la chiamavano “la mamma dei soldati italiani”. Morì nel 1961”.

(La seconda parte è stata pubblicata domenica 3 marzo. L’ultima parte segue domani, martedì 5 marzo)

*Renzo Allegri è giornalista, scrittore e critico musicale. Ha studiato giornalismo alla “Scuola superiore di Scienza Sociali” dell’Università Cattolica. E’ stato per 24 anni inviato speciale e critico musicale di “Gente” e poi caporedattore per la Cultura e lo Spettacolo ai settimanali “Noi” e “Chi”. Da dieci anni è collaboratore fisso di “Hongaku No Tomo” prestigiosa rivista musicale giapponese.

Ha pubblicato finora 53 libri, tutti di grandissimo successo. Diversi dei quali sono stati pubblicati in francese, tedesco, inglese, giapponese, spagnolo, portoghese, rumeno, slovacco, polacco, cinese e russo. Tra tutti ha avuto un successo straordinario “Il Papa di Fatima” (Mondadori).

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Renzo Allegri

*Renzo Allegri è giornalista, scrittore e critico musicale. Ha studiato giornalismo alla “Scuola superiore di Scienza Sociali” dell’Università Cattolica. E’ stato per 24 anni inviato speciale e critico musicale di “Gente” e poi caporedattore per la Cultura e lo Spettacolo ai settimanali “Noi” e “Chi”. Da dieci anni è collaboratore fisso di “Hongaku No Tomo” prestigiosa rivista musicale giapponese. Ha pubblicato finora 53 libri, tutti di grandissimo successo. Diversi dei quali sono stati pubblicati in francese, tedesco, inglese, giapponese, spagnolo, portoghese, rumeno, slovacco, polacco, cinese e russo. Tra tutti ha avuto un successo straordinario “Il Papa di Fatima” (Mondadori).

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