Un'adozione che sostiene il valore della famiglia

L’ing. Giuseppe Rotunno spiega l’iniziativa ‘Adotta un Papà nel Sud del Mondo’, che aiuta a creare sviluppo, ad arginare il tragico fenomeno dell’immigrazione e ad “arricchire di valori le famiglie occidentali”

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Pensi alle adozioni a distanza e davanti agli occhi ti si configurano il volto angelico e lo sguardo profondo di un bambino del Terzo Mondo. Del resto sono loro, i più piccoli, coloro i quali subiscono di più gli effetti della fame e della miseria. Ed è quindi a loro che sono destinate la gran parte delle opere di assistenza caritatevole.

Questi piccoli talvolta non sono però soli. Hanno alle spalle una famiglia, dei genitori che cercano di recuperare i figli dai morsi strazianti della fame. Lo fanno con tutti i mezzi a disposizione, spesso anche con i più disperati, tra i quali l’abbandono della propria terra, delle proprie radici, nel drammatico tentativo di trovar lavoro altrove.

È da questa consapevolezza che nasce, nell’ambito della campagna di microprogetti di adozioni a distanza promossa dal comitato Civiltà dell’Amore su sollecitazione dei missionari cattolici, il progetto “Adotta un Papà nel Sud del Mondo”.

Come spiega a ZENIT il segretario nazionale della Civiltà dell’Amore Giuseppe Rotunno, di professione ingegnere, “attraverso piccoli interventi alla portata di una famiglia italiana media, si può contribuire a creare sviluppo e a garantire i bisogni basilari nel Sud del mondo: la salute, la scuola, il lavoro, l’acqua, possibilmente anche l’energia…”.

Un progetto, questo, che si pone l’obiettivo di sostenere le aree povere del pianeta sulla base della creazione di sviluppo piuttosto che sull’assistenzialismo. Di qui il coordinamento con i missionari, impegnati sul posto in opere di evangelizzazione e promozione umana.

Il lancio della nuova formula di adozione, risalente all’inizio del millennio, trovò il sostegno di papa Giovanni Paolo II, il quale nel corso di un Angelus, il 18 marzo 2001, espresse il suo incoraggiamento personale all’iniziativa.

<p>Iniziativa che negli anni, grazie anche al coordinamento con altre associazioni del mondo cattolico, è riuscita a svilupparsi aiutando numerosi capi-famiglia, “persino interi villaggi”, ad avere un lavoro dignitoso. Ma in che modo si può contribuire? Rotunno spiega che “come emerso dalle nostre valutazioni sul costo medio del lavoro, bastano 25euro per un salario settimanale di un lavoratore nel Sud del mondo”.

L’iniziativa – precisa Rotunno – “opera in settori professionali strategici dei villaggi interessati”. Il sostegno nei confronti di un solo lavoratore, pertanto, può aiutare un’intera comunità a riappropriarsi dei perni sociali che la tengono in piedi scoraggiando così l’emigrazione di massa.

“Effettivamente – riflette ancora il segretario della Civiltà dell’Amore – se 10milioni di famiglie italiane, circa la metà di quelle esistenti, offrisse 25€ ogni anno, si darebbe la possibilità a 250mila capi-famiglia nel Terzo Mondo di avere un lavoro”. E di promuovere, in tal modo, “un radicamento nei confronti della propria terra”.

Anziché alimentare quel processo sovente tragico di emorraggia umana chiamato emigrazione, questo progetto aiuta chi ha bisogno a costruirsi una vita nel proprio Paese, tra l’affetto dei propri cari. Un simile obiettivo dovrebbe essere perseguito anche dalle Istituzioni politiche. È per questo che la Civiltà dell’Amore ha proposto all’Unione europea di procedere con un intervento sulla falsariga di “Adotta un Papà nel Sud del Mondo”. Per ora, spiega Rotunno, “abbiamo avuto riscontri positivi dall’Ue e stiamo dunque lavorando insieme per dirimere gli ordinari cavilli burocratici”.

Tornando al contributo che possono dare singoli cittadini, uno dei pregi dell’iniziativa è quello di “favorire il contatto diretto tra benefattore, missione e famiglia adottata”. Sistema che, oltre a garantire la trasparenza dell’iniziativa, offre uno spunto che l’ing. Rotunno non esita a definire “di carattere pedagogico”.

Il circuito che si viene a creare, infatti, “più che a trasferire soldi, serve a trasferire valori”. Rotunno si riferisce al fatto che, attraverso gli scambi epistolari che normalmente avvengono tra donatori e riceventi, si confrontano culture ed esperienze di vita.

Le testimonianze dei capi-famiglia nel Sud del mondo, assicura Rotunno, “sono per noi occidentali di grandissimo insegnamento”. Le loro vite, raccontate in frammenti attraverso queste lettere, si basano su modelli di famiglia in cui risiedono i valori della “fedeltà, della solidarietà, ma anche della semplicità e della capacità di saper trovare gioia nelle piccole cose”.

L’iniziativa “Adotta un Papà nel Sud del Mondo”, conclude quindi l’ing. Rotunno, “aiuta sì a dare un lavoro alle famiglie povere, ma al contempo arricchisce di valori le famiglie ricche occidentali”. Il cui benessere, talvolta, può far dimenticare il valore e la gratuità del dono.

***

Per contribuire:

–          sito: http://www.civiltadellamore.org/CDA-papa.htm

–          numero di telefono: 067960252

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Federico Cenci

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