Umili e miti, per dare una "bella testimonianza" di Chiesa

Nella Messa a Santa Marta con il Consiglio di cardinali che, da oggi, si riunisce in Vaticano fino al 3 ottobre, Papa Francesco auspica che i lavori rendano tutti più fiduciosi in Dio sull’esempio di Santa Teresa di Gesù Bambino

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C’erano tutti e otto, oggi a Santa Marta, i “saggi” cardinali del gruppo istituito da Papa Francesco lo scorso aprile, trasformato qualche giorno fa con un chirografo in un “Consiglio” per un progetto di revisione della Curia romana.  A loro il Santo Padre ha parlato di umiltà, di mitezza e di fiducia in Dio, auspicando che siano queste le linee-guida che configureranno le loro riunioni in Vaticano, da oggi fino al 3 ottobre.

In particolare, il Papa ha sottolineato l’importanza di dare una “bella testimonianza di Chiesa” alla gente. Già Benedetto XVI – ha ricordato Francesco – affermava che “La Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione, per testimonianza”. “Quando la gente, i popoli vedono questa testimonianza di umiltà, di mitezza, di mansuetudine, sentono il bisogno che dice il Profeta Zaccaria: ‘Vogliamo venire con voi!’” ha sottolineato infatti il Pontefice.

“La gente – ha proseguito – sente quel bisogno davanti alla testimonianza della carità, di questa carità umile, senza prepotenza, non sufficiente, umile! Adora e serve!”. La via del cristiano è dunque quella dell’abbassamento e della benevolenza, non solo come pretesto per attirare gli altri, i lontani, ma anche e soprattutto per la salvezza della propria anima.

Per questo nel Vangelo odierno – ha rilevato il Santo Padre – Gesù rimprovera i due Apostoli che volevano che scendesse il fuoco dal cielo su tutti coloro che rifiutavano di accoglierli.  Perché il cristiano non segue “una strada di vendetta”, ma si lascia condurre da uno “spirito di umiltà, di tenerezza, di bontà”, come Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica.

Il Signore – ha ribadito Francesco – “vuole da tutti noi” uno spirito mite, che trae forza “nell’amore, nella carità, nella consapevolezza che noi siamo nelle mani del Padre”. “Quando si sente questo”, ha detto il Papa, “non viene di fare scendere fuoco dal Cielo”, ma “viene l’altro spirito, di quella carità che tutto soffre, tutto perdona, che non si vanta, che è umile, che non cerca se stesso”.

Filosofi antichi e pensatori moderni hanno pensato e pensano tuttora “che questa sia come un’umiliazione della maestà dell’uomo, della grandezza dell’uomo” ha osservato il Pontefice. In realtà “questo è sterile!”. Ecco perché la “Chiesa saggia” ha proclamato “Patrona delle Missioni” una suora piccola, mite, “tanto umile, ma tanto fiduciosa in Dio”, come Santa Teresa del Bambino Gesù. Perché il suo esempio, ha spiegato Papa Francesco, fa sì “che la gente dica ‘Vogliamo venire con voi!’”.

L’“umiltà che diviene umiliazione”: è questa la forza del Vangelo secondo Bergoglio, quella “umiltà del bambino che si lascia guidare dall’amore e la tenerezza del padre”. “È semplice la carità: adorare Dio e servire gli altri!” ha concluso il Pontefice, e questa testimonianza “fa crescere la Chiesa”.

Al termine dell’omelia, il Papa si è rivolto direttamente agli otto cardinali e ha detto: “Oggi, qui, in Vaticano incomincia la riunione con i cardinali consultori, che stanno concelebrando nella Messa. Chiediamo al Signore che il nostro lavoro di oggi ci faccia a tutti più umili, più miti, più pazienti, più fiduciosi di Dio, perché così la Chiesa possa dare una bella testimonianza alla gente e vedendo il Popolo di Dio, vedendo la Chiesa, sentano la voglia di venire con noi!”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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