Tutti siamo chiamati alla santità

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, venerdì, 17 Agosto 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Dopo aver dato le direttive per edificare la Chiesa come comunità nella quale i fratelli si amano e si perdonano, Gesù si rivolge ai singoli discepoli, prospettando loro le gravi esigenze della sequela. Siccome la maggior parte di essi sono sposati, è ai coniugi che il Maestro dirige il suo primo insegnamento. In esso egli contrappone il matrimonio ebraico a quello cristiano. Gesù riafferma la santità originaria del matrimonio, segno dell’amore che Dio ha per Israele (cfr. prima lettura: Ezechiele 16), e partendo «da principio», fonda la conseguente indissolubilità del patto nuziale cristiano. Di fronte alle perplessità degli apostoli, il Signore afferma che, di fatto, possono vivere il matrimonio cristiano – cui aggiunge il celibato per il Regno – soltanto quelli che ne hanno ricevuto il carisma.

Meditazione

Un brutto proverbio recita: “Agosto, moglie mia non ti conosco!”, come se in questo mese di vacanza i valori cristiani, che fondano la Chiesa e la società stessa, fossero meno validi che in altri periodi dell’anno. È pur vero che le situazioni ambientali dovute al caldo e al nostro abbigliamento più succinto, fanno aumentare in modo esponenziale le tentazioni e le occasioni di peccato. Provvidenzialmente la Chiesa, da saggia “madre e maestra”, ci viene incontro proponendoci la lettura di questa impegnativa pagina di Vangelo. Le argomentazioni che usa Gesù sono le stesse che troviamo nelle lettere di san Paolo. Il Signore e l’Apostolo ci rimandano entrambi al progetto di Dio, così com’è narrato dalla Genesi. Se per Gesù la citazione dell’Antico Testamento rimanda al Dio creatore della prima coppia umana, per Paolo, invece, la coppia di riferimento è quella formata da Cristo e dalla Chiesa. Per l’Apostolo, il coniuge cristiano non può più giustificare i suoi comportamenti “adulteri” adducendo, come gli Ebrei, la “durezza del proprio cuore”. Da quando «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25) i coniugi devono – e possono per la grazia propria del sacramento! – amarsi reciprocamente con la stessa misura. Secondo Paolo, il matrimonio cristiano fonda la sua stabilità in Cristo, ma questo lo capiscono «solo coloro ai quali è stato concesso» dallo Spirito Santo. Ecco, allora, la necessità che i Pastori rievangelizzino il matrimonio, e per noi il dovere di pregare per le famiglie e in famiglia, così che anche oggi ognuno possa glorificare Dio vivendo in santità, sia da sposato “in Cristo”,che da “celibe per il Regno”.

Preghiera: O Dio, che hai formato l’uomo e la donna a tua immagine, donandoli l’uno all’altro come sostegno inseparabile, perché siano non più due, ma una sola carne; e hai reso il patto coniugale sacramento di Cristo e della Chiesa. Effondi su tutti gli sposi cristiani la grazia dello Spirito Santo perché, con la forza del tuo amore, rimangano fedeli al patto coniugale. Amen.

Agire: Oggi, durante il ringraziamento dopo la comunione, rinnoverò le mie promesse matrimoniali.

Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it          


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ZENIT Staff

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