Cardinal Peter Turkson

Foto © ZENIT (HSM)

Turkson in Germania: "Una migliore governance significa una maggiore genuina prosperità"

Il presidente di ‘Iustitia et Pax’ è intervenuto sabato ad una conferenza organizzata a Bad Honnef, dal Katholisch-Sociales Institut dell’arcidiocesi di Colonia

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Per superare le attuali crisi sociali e ambientali occorre una rivoluzione culturale; ma questo non significa un rifiuto ingenuo della tecnologia e dei benefici della società moderna, al contrario vuol dire mettere l’ingegno umano al servizio di un progresso più sano e più integrale. È quanto ha sottolineato il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, intervenendo, sabato 5 marzo, a una conferenza organizzata a Bad Honnef, in Germania, dal Katholisch-Sociales Institut dell’arcidiocesi di Colonia.
Nella circostanza. l’associazione accademica per la promozione della dottrina sociale della Chiesa Ordo socialis ha conferito un riconoscimento al cardinale Rodríguez Maradiaga per il suo impegno contro l’esclusione e la povertà.
Tema dei lavori – informa L’Osservatore Romano – è stata l’agenda 2030 con i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) delle Nazioni Unite, che il cardinale Turkson lo ha riletto alla luce della Laudato Si’, con l’invito a ribaltare ciò che il Pontefice chiama i miti della modernità: individualismo, progresso illimitato, concorrenza, consumismo, mercato senza regole.
La prospettiva è quella di una visione più profonda del rapporto tra l’uomo e la terra che egli abita, affinché la bellezza e la salute del pianeta siano conservate intatte per le generazioni future. Il presidente del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace ha inoltre ricordato che “a partire dalla rivoluzione industriale iniziata nel XVIII secolo la popolazione mondiale è aumentata di 9 volte”, facendo crescere a dismisura l’economia globale.
“La tendenza — ha rilevato il cardinale — non mostra alcun segno di rallentamento”, al punto che entro la metà di questo secolo la popolazione mondiale potrebbe superare i 9 miliardi di individui. “Questo è un cambiamento impressionante in un breve periodo di tempo ed è destinato a creare sfide economiche, sociali e ambientali”.
Per questo, ha ricordato Turkson, “i leader del mondo si sono riuniti a New York lo scorso settembre per approvare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e poi alla Cop21 di Parigi nel mese di dicembre per impegnarsi a eliminare gradualmente l’uso di combustibili fossili pericolosi”. Merito anche dell’opera di Papa Francesco che, sulla scia del magistero dei suoi predecessori, ha impresso con l’enciclica un’accelerazione al dibattito su tali temi.
Non si tratta, ha affermato il porporato, “di soppiantare il tradizionale pensiero di mercato”, né “di romanticismo pre-industriale”; al contrario occorre porre “gli strumenti del mercato e le competenze dei suoi esperti” al servizio dello sviluppo sostenibile. Anche perché “i profitti rapaci non sono intrinseci ai mercati ben funzionanti”, come pure non lo sono la corruzione, le tangenti e la crudeltà.
In effetti — ha commentato Turkson — “una migliore governance significa una maggiore genuina prosperità. Sia i teorici classici sia i contemporanei indicano alla base del buon funzionamento dei mercati alcune virtù come la fiducia, l’onestà, la solidarietà, la reciprocità e la cooperazione». Dunque “se qualcosa è intrinseco ai mercati, non è il vizio, ma la virtù. Quindi non vi è nulla di strano nello sfidare i mercati a produrre risultati virtuosi come il bene comune, la sostenibilità e la solidarietà”.

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ZENIT Staff

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