"Turismo e sostenibilità energetica: propulsori di sviluppo sostenibile"

Il Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2012

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 24 luglio 2012 (ZENIT.org).– Riprendiamo di seguito il Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2012, che si celebrerà il 27 settembre prossimo. Il testo porta le firme del cardinale Antonio Maria Vegliò e di monsignor Joseph Kalathiparambil, rispettivamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

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Il 27 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Turismo, promossa annualmente dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). La Santa Sede ha aderito a questa iniziativa fin dalla sua prima edizione, considerandola come un’opportunità per dialogare con il mondo civile, offrendo il suo apporto concreto, basato sul Vangelo, e vedendola anche come un’occasione per sensibilizzare tutta la Chiesa sull’importanza che questo settore riveste a livello economico, sociale e, particolarmente, nel contesto della nuova evangelizzazione.

Mentre si pubblica questo messaggio risuonano ancora gli echi del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo, celebrato nello scorso mese di aprile a Cancún (Messico), per iniziativa del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in collaborazione con la Prelatura di Cancún-Chetumal e la Conferenza Episcopale Messicana. I lavori e le conclusioni di quell’incontro illumineranno la nostra azione pastorale nei prossimi anni.

Anche in questa edizione della Giornata mondiale facciamo nostro il tema proposto dall’OMT, “Turismo e sostenibilità energetica: propulsori di sviluppo sostenibile”, che è in consonanza con il presente “Anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti”, promulgato dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di mettere in risalto “la necessità, per assicurare uno sviluppo sostenibile, di migliorare l’accesso a servizi energetici e a sorgenti di energia affidabili, dal costo ragionevole, economicamente validi, socialmente accettabili ed ecologicamente razionali”.1

Il turismo è cresciuto ad un ritmo importante nelle ultime decadi. Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, si prevede che durante l’anno in corso si raggiungerà la quota di un miliardo di arrivi di turisti internazionali, che saranno due miliardi nell’anno 2030. A questi vanno aggiunti i numeri ancor più elevati che il turismo locale comporta. Tale crescita, che ha certamente degli effetti positivi, può indurre un serio impatto ambientale, dovuto fra altri fattori al consumo smisurato di risorse energetiche, all’aumento di agenti inquinanti e alla produzione di rifiuti.

Il turismo ha un ruolo importante nel conseguire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, fra i quali vi è quello di “garantire la sostenibilità ambientale” (obiettivo 7), e deve fare tutto quanto è in suo potere perché questi siano raggiungibili.2Perciò, deve adattarsi alle condizioni del cambiamento climatico, riducendo le sue emissioni di gas serra, che al presente rappresentano un 5% del totale.

Tuttavia il turismo non solo contribuisce al riscaldamento globale, ma è anche vittima dello stesso.

Il concetto di “sviluppo sostenibile” è già radicato nella nostra società e il settore del turismo non può né deve rimanere al margine. Quando parliamo di “turismo sostenibile” non ci stiamo riferendo a una modalità fra le altre, come potrebbe essere il turismo culturale, quello di spiaggia o di avventura. Ogni forma ed espressione del turismo deve essere necessariamente sostenibile, e non può essere altrimenti.

In questo cammino si devono tenere debitamente in conto i problemi energetici. È un presupposto errato pensare che “esiste una quantità illimitata di energia e di risorse da utilizzare, che la loro rigenerazione sia possibile nell’immediato e che gli effetti negativi delle manipolazioni dell’ordine naturale possono essere facilmente assorbiti”.3

È vero, così come indica il Segretario Generale dell’OMT, che “il turismo è all’avanguardia per alcune iniziative sulla sostenibilità energetica più innovative al mondo”.4 Tuttavia siamo anche convinti che rimane ancora molto lavoro da fare.

Anche in questo ambito il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti desidera offrire il suo contributo, partendo dalla convinzione che “la Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico”.5Non spetta a noi proporre soluzioni tecniche concrete, ma far vedere che lo sviluppo non può ridursi a semplici parametri tecnici, politici o economici. Desideriamo accompagnare questo sviluppo con alcuni adeguati orientamenti etici, che sottolineano il fatto che ogni crescita deve essere sempre al servizio dell’essere umano e del bene comune. Di fatto, nel Messaggio indirizzato al menzionato Congresso di Cancún, il Santo Padre sottolinea l’importanza di “illuminare questo fenomeno con la dottrina sociale della Chiesa, promuovendo una cultura del turismo etico e responsabile, in modo che giunga ad essere rispettoso della dignità delle persone e dei popoli, accessibile a tutti, giusto, sostenibile ed ecologico”.6

Non possiamo separare il tema dell’ecologia ambientale dalla preoccupazione per un’ecologia umana adeguata, intesa come interesse verso lo sviluppo integrale dell’essere umano.

Allo stesso modo, non possiamo scindere la nostra visione dell’uomo e della natura dal vincolo che li unisce con il Creatore. Dio ha affidato all’essere umano la buona gestione della creazione.

È importante, in primo luogo, un grande sforzo educativo al fine di promuovere “un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita”.7Questa conversione della mente e del cuore “deve permettere di giungere rapidamente a un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura”.8

È giusto riconoscere che le nostre abitudini quotidiane stanno cambiando e che esiste una maggiore sensibilità ecologica. Tuttavia, è anche certo che facilmente si corre il rischio di dimenticare queste motivazioni durante il periodo delle vacanze, nella ricerca di determinate comodità alle quali crediamo di avere diritto, senza riflettere sempre sulle loro conseguenze.

È necessario coltivare l’etica della responsabilità e della prudenza, interrogandoci sull’impatto e sulle conseguenze delle nostre azioni. Al riguardo, il Santo Padre afferma che “le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano”.9 Su questo punto, sarà importante incoraggiare sia gli imprenditori che i turisti affinché tengano conto delle ripercussioni delle loro decisioni e dei loro atteggiamenti. Allo stesso modo, è cruciale “favorire comportamenti improntati alla sobrietà, diminuendo il proprio fabbisogno di energia e migliorando le condizioni del suo utilizzo”.10

Queste idee di fondo devono tradursi necessariamente in azioni concrete. Pertanto, e con l’obiettivo di rendere sostenibili le destinazioni turistiche, si devono promuovere e appoggiare tutte le iniziative che siano energeticamente efficienti e con il minor impatto ambientale possibile, che portino a usare energie rinnovabili, a promuovere il risparmio delle risorse e ad evitare la contaminazione. Al riguardo, è fondamentale che sia le strutture turistiche ecclesiali che le proposte di vacanze che la Chiesa promuove siano caratterizzate, fra le altre cose, dal loro rispetto per l’ambiente.

Tutti i settori coinv
olti (imprese, comunità locali, governi e turisti) devono essere consapevoli della rispettive responsabilità per raggiungere forme sostenibili di turismo. È necessaria la collaborazione fra tutte le parti interessate.

La Dottrina Sociale della Chiesa ci ricorda che “la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo”.11

Un bene del quale l’essere umano non è padrone ma “amministratore” (cf. Gn 1, 28), al quale Dio lo ha affidato perché lo gestisca adeguatamente. 

Papa Benedetto XVI afferma che “la nuova evangelizzazione, alla quale tutti siamo chiamati, ci chiede di avere presente e usare le numerose occasioni che il fenomeno del turismo ci offre per presentare Cristo come risposta suprema agli interrogativi dell’uomo di oggi”.12

Invitiamo, dunque, tutti a promuovere e utilizzare il turismo in modo rispettoso e responsabile, per consentirgli di sviluppare tutte le sue potenzialità, nella certezza che contemplando la bellezza della natura e dei popoli possiamo giungere all’incontro con Dio.

Dal Vaticano, 16 luglio 2012

Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente

Joseph Kalathiparambil
Segretario

*

NOTE

1 ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE, Risoluzione A/RES/65/151 approvata dall’Assemblea Generale, 20 dicembre 2010.

2 Cf. ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO, Tourism and the Millennium Development Goals: sustainable – competitive – responsible, UNWTO, Madrid 2010.

3 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 aprile 2004, 462.

4 TALEB RIFAI, Segretario Generale dell’OMT, Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2012.

5 BENEDETTO XVI, Enciclica Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 51.

6 BENEDETTO XVI, Messaggio in occasione del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo, Cancún (Messico), 23-27 aprile 2012.

7 BENEDETTO XVI, Enciclica Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 51.

8 BENEDETTO XVI, Discorso ai nuovi Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, 9 giugno 2011.

9 BENEDETTO XVI, Enciclica Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 51.

10 BENEDETTO XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2010, 9.

11 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 aprile 2004, 466.

12 BENEDETTO XVI, Messaggio in occasione del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo, Cancún (Messico), 23-27 aprile 2012.

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ZENIT Staff

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