Turchia: Erdogan impone lo studio del Corano in tutte le scuole

In vigore la riforma che estende l’insegnamento della religione islamica in tutti gli istituti, tranne quelli delle minoranze armene ed ortodosse. A rischio il futuro educativo dei 200mila cristiani siriani rifugiati in Turchia

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Si apre con una riforma della scuola la nuova era della Turchia sotto la presidenza di Tayip Erdogan. Secondo il progetto del Capo di Stato l’insegnamento e l’educazione religiosa, quella coranica, dovrà essere estesa a tutti i tipi di scuole, di ogni grado ed ordine. Sinora esso era limitato alle sole Imam Hatip Lisesi, i licei religiosi destinati a formare la futura casta religiosa turca, ai quali si poteva accedere solo dopo il compimento degli otto anni della scuola dell’obbligo, mentre ora potrà avvenire sin dalle elementari.

La riforma – introdotta un anno fa e passata inosservata – prevede infatti l’estensione dagli attuali 8 anni della scuola d’obbligo a 12 anni, durante i quali sarà obbligatorio l’insegnamento e l’educazione della religione islamica. Essa, riferisce l’agenzia Asia News, verrà applicata a partire da quest’anno scolastico. 

Altra novità significativa della nuova Turchia di Erdogan è che anche i diplomati delle scuole religiose, al contrario di quanto avveniva finora, potranno avere accesso a tutte le facoltà universitarie che danno diritto ai posti chiave della pubblica amministrazione.

Passo successivo della riforma sarà quindi l’insegnamento della lingua araba addirittura come seconda lingua, in modo da permettere agli studenti di capire il Corano, dal momento che in lingua turca non esistono parole che aiutino ad approfondire i dettami del libro del profeta.

Non solo. Dall’obbligo dell’insegnamento ed educazione religiosa coranica – spiega ancora Asia News – sono esentate le scuole delle minoranze armene ed ortodosse, qualcosa come 2000 e 250 allievi rispettivamente. Gli altri che non vogliono frequentare le scuole pubbliche per evitare l’istruzione ed educazione religiosa dovranno andare nelle scuole private, che a causa delle elevate rate annuali, sono privilegio dei benestanti.

Alla luce di ciò, in motli si interrogano sulla sorte educativa delle migliaia di rifrugati cristiani dalla Siria, circa 200mila, stabilizzatisi in Turchia, i cui figli dovranno frequentare le scuole turche.

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ZENIT Staff

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