Tra mente e cuore, tu chiamale emozioni

All’Auditorium dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), convegno interdisciplinare promosso dal Messaggero di Sant’Antonio Editrice

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È stata una serata piena di emozioni ieri, all’Auditorium dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), dove si è svolta la prima giornata del convegno interdisciplinare “Tu chiamale emozioni. Tra mente e cuore” promosso e organizzato da Messaggero di sant’Antonio Editrice e Ufficio di Pastorale dell’educazione e della scuola della Diocesi di Padova.
Oltre 700 i partecipanti per la maggior parte insegnanti, di scuole di ogni ordine e grado, ed educatori provenienti da tutta Italia. Poco più della metà gli insegnanti di religione cattolica.
Ad aprire i lavori della due giorni per discutere sulle emozioni e su come queste influenzano i nostri comportamenti e i rapporti educativi, padre Fabio Scarsato, direttore editoriale del Messaggero di sant’Antonio Editrice.
«La sensazione è che da un lato noi tutti, ragazzi e adulti, viviamo “a fior di pelle”, dall’altro ci sfugge la bellezza e il valore educativo delle emozioni, come se noi vivessimo scissi: o siamo razionali o siamo emotivi – ha commentato il religioso spiegando il senso del convegno -. Forse non è così, dobbiamo riscoprire che siamo l’uno e l’altro, e la fatica a tenere insieme queste due parti, che spesso cozzano come le palle di un biliardo, è l’unica strada per vivere appieno».
Con lui, per i saluti istituzionali il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di Padova e Rovigo, Andrea Bergamo; il responsabile del Servizio nazionale CEI per l’IRC, don Daniele Saottini, e il vicario generale della Diocesi, monsignor Paolo Doni.
Di “teologia emozionante” ha parlato Cristina Simonelli del Coordinamento Teologhe Italiane. «Significa uscire da un problema di divisione tra corpo e anima, ragione e cuore per attingere a qualcosa che guardi alla nostra globalità in cui la tonalità affettiva è importante purché non scada in un registro romantico e sentimentale fine a se stesso, dimenticando la riflessione critica – ha detto la teologa -.
Se penso ad esempio a Gesù che piange su Gerusalemme, non posso non pensare anche alla visita a Lesbo di papa Francesco. Soltanto guardando occhi negli occhi l’altro, migranti e profughi, abbiamo lo specchio di noi stessi e possiamo raccogliere una fede emozionante che non dimentica la forza del Vangelo».
Lo psichiatra e psicoterapeuta dell’adolescenza Gustavo Pietropolli Charmet ha ribadito come per i ragazzi di oggi il linguaggio delle emozioni sia diverso rispetto a quello usato dalle generazioni precedenti, non solo in famiglia ma in tutta la sfera della loro socialità.
«Capire quali sono le novità fondamentali dell’esprime le emozioni che hanno i giovanissimi consente di riorganizzare anche l’azione educativa».
Nel pomeriggio Duccio Demetrio, della Libera Università dell’Autobiografia e Accademia del Silenzio, ha spiegato la forza terapeutica di raccontare e scrivere le emozioni della propria vita.
«Quando prendiamo la penna per scrivere di noi, del nostro passato e presente – ha detto lo studioso -, anche se i ricordi non sono sempre felici, ci avvediamo che pagina dopo pagina si dischiude in noi una sensazione di sollievo e gratificazione interiore. Come se la scrittura rafforzasse fragilità e lenisse ferite dell’animo. E così è infatti».
Le emozioni in conflitto sono stato invece il fulcro dell’intervento di Daniele Novara del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, che ha spiegato ai partecipanti come i conflitti che ciascuno di noi vive fanno riemergere emozioni che arrivano dall’infanzia.
«Il bambino o la bambina feriti si ripropongono prepotentemente nelle situazioni conflittuali, quando le difficoltà relazionali raggiungono il loro apice. Il miglior modo per fare manutenzione emotiva e riscattare le ferite infantili è quella di imparare a gestire i conflitti, attraverso un approccio maieutico. Non si tratta di cercare la risposta giusta o sbagliata, quanto di rafforzare la propria competenza conflittuale, liberando quelle risorse che un’arcaica cultura della colpevolezza ha represso».
A chiudere la giornata è stato infine il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla.
Le emozioni in una lettura creativa e artistica saranno invece il tema della mattinata di oggi, inizio ore 9, con la proposta di un laboratorio cinematografico curato da Katia Malatesta e Simone Semprini del Religion Today Film Festival, mentre l’artista, ballerina e formatrice Simona Atzori sarà la protagonista della seconda parte della mattinata condotta da don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della Diocesi di Padova
Il convegno ha il patrocinato di: MIUR – Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Facoltà Teologica del Triveneto, Istituto Superiore di Scienze Religiose – Padova, FIDAE Veneto, FISM Veneto, Fondazione “G. Bortignon” per l’educazione e la scuola, Fondazione “Lanza”; è sponsorizzato da Venturato Giancarlo e Co, Mediagraf Spa, Fism provinciale di Padova.
 
 

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ZENIT Staff

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