«Traditio Fidei: Conoscenza e amore? O amore e conoscenza?»

Convegno diocesano promosso dall’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace per ricordare i 20 anni del Catechismo della Chiesa Cattolica e l’apertura dell’Anno della Fede

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

CATANZARO, domenica, 23 settembre 2012 (ZENIT.org) – Fedeli laici, presbiteri, religiosi e religiosi, autorità istituzionali regionali e provinciali si sono ritrovate venerdì 21 settembre nel teatro Politeama di Catanzaro per prendere parte al convegno promosso dall’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace sul tema: «Traditio Fidei: Conoscenza e amore? O amore e conoscenza?». Un appuntamento di alto spessore teologico-pastorale voluto dall’Arcivescovo metropolita Mons. Vincenzo Bertolone per ricordare anche i 20 anni del Catechismo della Chiesa Cattolica e l’apertura prossima dell’Anno della Fede.

Dopo la recita delle lodi, la prima sessione del convegno, moderata dal vicario generale, mons. Raffaele Facciolo, è stata introdotta dai saluti del vice sindaco di Catanzaro, Sinibaldo Esposito, che nel salutare l’Arcivescovo e tutti i presenti anche da parte del sindaco Abramo, ha ribadito la necessità recuperare valori e linguaggi giusti per dare un valido contributo alla crescita umana e sociale della comunità. Parole e pensieri ripresi anche dal messaggio inviato ai convegnisti dal presidente della provincia Wanda Ferro, che ha richiamato il bisogno di una testimonianza autorevole che aiuti i futuri protagonisti del domani a sperimentare la bellezza di essere amati per amare, poiché solo così si potrà sperare in una sana civiltà.

Poi ha introdotto il tema del convegno l’arcivescovo Bertolone partendo da presupposto che «dall’evangelizzazione e dalla trasmissione della fede dipendono le sorti non solo dei cristiani, ma del mondo intero e della storia». «Il desiderio della conoscenza – ha detto il Presule – non procede solo da un moto intellettivo, ma unitariamente e contemporaneamente anche da un moto affettivo: il desiderio della conoscenza è mosso dall’amore e l’amore desidera sempre più conoscere profondamente la persona amata. Infatti, conoscere nella Bibbia significa coinvolgere la mente, il cuore, la volontà e l’azione. Amore e conoscenza si intrecciano e, spesso si identificano».

Per monsignor Bertolone, se la trasmissione della fede non è stata sempre costante, oggi più che mai bisogna ricuperare e rafforzare l’identità dei cristiani, per rispondere alle sfide presenti e future, attingendo anche dalle figure di santità che, come Padre Pino Puglisi, hanno interiorizzato, incarnato e testimoniato il Vangelo.

«A noi che siamo stati costituiti da Cristo, per mezzo della Chiesa, nell’unico Spirito “luce della terra e sale del mondo” – ha detto ancora Bertolone – è richiesto da quest’unica viva tradizione, con voce autorevole, unanime e concorde di riappropriarci dei tesori della nostra fede. Dalla nostra deriva la fede di tanti uomini e donne di buona volontà; dalla nostra adesione a Cristo ed al Vangelo scaturirà il loro ingresso nella salvezza».

La prima relazione di don Giuseppe Alcamo, direttore del Centro Regionale per l’evangelizzazione e la catechesi della Sicilia e docente di catechetica nella Facoltà Teologica di Sicilia, ha offerto a tutti i presenti una lettura sui “processi formativi e catechistici in Italia alla luce del CCC”. Mentre la seconda relazione sul tema “La fede celebrata: l’Anno liturgico nel CCC” è stata proposta da don Salvatore Currò, presidente dell’AICA e docente di pastorale e catechetica in diverse Università Pontificie.

La seconda sessione del pomeriggio, moderata da Mons. Giuseppe Silvestre, Vicario Episcopale, è iniziata con la recita dell’ora media.

Tre le comunicazioni che sono state offerte da Don Flavio Placida, docente di catechetica nella Pontificia Università Urbaniana (ISCSM), che si è soffermato sul tema “La catechesi missionaria come prospettiva essenziale della nuova evangelizzazione”; da Don Ivan Rauti, Direttore Ufficio per la Pastorale Giovanile per l’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, ha proposto il tema “La gioia della buona notizia. Educare i giovani alla fede”; mentre Sr. Giancarla Barbon, Direttore della rivista “Evangelizzare” e membro della Consulta Nazionale di Catechesi, si è soffermata sul tema “Tra primo e secondo annuncio percorsi possibili per la fede”.

I relatori, analizzando vari aspetti pastorali, legati anche alla liturgia e alla progettazione, hanno evidenziato l’importanza della catechesi nella comunità ecclesiale, ribadendo che la formazione nella verità della fede richiede lo studio e la riflessione personale e comunitaria della Sacra Scrittura e del Magistero, nonché l’accoglienza delle opportunità formative offerte a livello diocesano e parrocchiale, come la frequenza a scuole di teologia per laici o a corsi specifici di formazione o aggiornamento. Un qualcosa che in diocesi si sta già concretizzando con la riapertura dell’Istituto di Scienze Religiose e con le scuole di formazione teologica e di dottrina sociale.

Lettura, ascolto, ammaestramento, meditazione, contemplazione sono componenti essenziali che devono necessariamente coesistere nell’atto catechistico, perché i credenti trovino orientano per la vita, serenità e forza per dare risposta alla chiamata di Dio, impulso per impegnarsi nella causa di Gesù, discernere secondo verità il senso della propria vita.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione