"Timori esagerati! Il Sinodo discute con libertà, ma non si allontana dal Magistero"

Mons. Tony Anatrella, tra gli Esperti dell’assise, smentisce le montature giornalistiche sulle aperture del Sinodo ai sacramenti per i divorziati risposati e alle coppie omosessuali

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Un Sinodo libero e cordiale, caratterizzato da presentazioni ben documentate e sinceri scambi di opinione tra i Padri sinodali. Tuttavia non sono mancati equivoci e polemiche dentro e fuori l’assise, specie dopo la presentazione di ieri della Relatio post disceptationem, il testo che sintetizza gli interventi della prima settimana di lavoro delle Congregazioni generali. Per fare un po’ di chiarezza, anche sulle posizioni della Chiesa riguardo a certi punti controversi, ZENIT ha intervistato mons. Tony Anatrella, noto psicoanalista, specialista in Psichiatria sociale, consultore dei Dicasteri per la Famiglia e per la Pastorale Sanitaria, invitato dal Papa come Esperto all’assemblea in corso in Vaticano.

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Qual è la sua impressione dopo questa prima settimana di lavoro?

La maggior parte dei vescovi ha parlato con grande libertà sulle situazioni familiari di oggi. E’ risultato evidente che non solo sono ben informati sui problemi che affliggono le famiglie, ma sono anche in contatto con uomini, donne, e i loro figli. Conoscono bene le difficoltà della vita familiare e si comportano da veri pastori, dedicando grande attenzione agli altri, senza abbandonare nessuno lungo la strada. Da precisare che cordialità e attenzione non significano riconoscere e benedire tutte le pratiche e i tipi di comportamento, soprattutto quando queste sono lontane o contrarie al matrimonio ed alla vita familiare. Non è opportuno separare il significato della misericordia dalla verità. Tutti hanno parlato con chiarezza e franchezza.  Ci sono stati punti di vista contrastanti, incomprensioni teologiche e analisi e proposte che sono sembrate superficiali. I problemi sono così complessi che diversi Padri hanno chiesto strumenti concettuali di analisi. Su alcune questioni siamo in una fase di osservazione della situazione familiare attuale. Abbiamo ancora bisogno di tempo per fare una diagnosi completa e vedere poi cosa si può fare. In ogni caso, ribadisco, le presentazioni dei Padri e gli scambi successivi sono avvenuti in un clima pacifico, tranquillo, fraterno, anche se le diverse tendenze che stanno emergendo ci pongono tanti interrogativi. Ma, come dicevo, le discussioni sono in corso…

La Relatio post disceptationem pubblicata ieri ha sollevato qualche perplessità…

La bozza del documento che riassume il lavoro della prima settimana è oggetto di discussione tra i Circoli minori, suddivisi per lingua. Per ora, è stato pesantemente criticato quando è stato presentato in Assemblea Generale. Sembra che non sia sufficientemente basato sulla Scrittura e appare come un discorso sociologico. Troppa confusione e compiacimento non riflettono l’insegnamento della Chiesa e del parere dei Padri sinodali. È stato chiesto di rivedere il testo soprattutto per quanto riguarda l’ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati e il riconoscimento delle coppie omosessuali. Si è ritenuto troppo semplicistico suggerire che le unioni di fatto sono un possibile percorso di vita coniugale. Alcuni Padri hanno detto che questo è un modo per sdoganare l’adulterio. Il testo in oggetto afferma poi: “Le persone omosessuali hanno doni e qualità per offrire alla comunità cristiana”, mentre non si dice che si tratta di una forma di sessualità che la Chiesa non può riconoscere, così come non si  può accettare la presenza di bambini in questo tipo di situazione. Lo stesso con il concubinato, anche se non è sufficiente dire che per alcuni si risolve con un matrimonio. È necessario sottolineare il significato del matrimonio cristiano e della famiglia come è stato testimoniato dai laici presenti al Sinodo.

E’ vero che ci sono cardinali che si oppongono al Papa?

Non vi è opposizione al Papa, semplicemente perché il Santo Padre ha solo ascoltato, senza mai intervenire. Non ha mostrato segni di approvazione o disapprovazione in una direzione o nell’altra. Sulla questione dei divorziati risposati che non hanno accesso ai sacramenti, il Pontefice non ha emesso linee guida. All’inizio dei lavori, ha invitato i Padri sinodali a parlare liberamente. La sua presenza è discreta e gentile. Possiamo andare da lui durante la pausa, condividere un caffè e un panino, e fare domande con grande facilità. E’ stato presente ed ha seguito tutti i lavori. Seguirà ancora i lavori del Sinodo Ordinario del 2015, per poi scrivere e pubblicare la Discertationem post-sinodale sulla Famiglia. In altre parole, c’è un impegno da parte di tutti a dedicarsi alla nuova evangelizzazione attraverso la famiglia. 

La questione di divorziati risposati è stata al centro delle discussioni delle Congregazioni generali?

La domanda è stata ripetuta più volte, ma non è stata il tema centrale del Sinodo sulla Famiglia. Si tratta infatti di una questione sacramentale ed in particolare il rapporto tra l’indissolubilità del matrimonio e l’Eucaristia. Anche in questo caso, i media hanno ridotto il Sinodo alla discussione su questo tema, sollevando aspettative che potrebbero essere deluse. In realtà, ci troviamo in una situazione in cui dobbiamo spiegare la verità circa il significato del matrimonio, un sacramento che la Chiesa non può ingannare, altrimenti tradisce Cristo. Il sacramento del matrimonio si basa sul battesimo. Cristo è impegnato nella coppia che è alleanza. Egli è venuto a vivere con l’uomo e la donna che si sono donati l’uno all’altro nel nome dell’amore di Dio. Un amore che ispira il rapporto coniugale ed è un legame duraturo. Per superare le crisi nella vita di una coppia molti cattolici ignorano o trascurano le risorse del sacramento del matrimonio.

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Per chi volesse leggere il testo completo dell’intervista a monsignor Tony Anatrella http://www.zenit.org/fr/articles/synode-sur-la-famille-une-revolution-se-prepare-t-elle-dans-l-eglise

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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