"Testimoniate nelle aule universitarie il Dio vicino!"

Benedetto XVI celebra i primi Vespri della prima domenica di Avvento con i giovani studenti degli Atenei Romani e delle Università Pontificie in Roma

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di Salvatore Cernuzio

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 2 dicembre 2012 (ZENIT.org) – “L’intero cammino dell’anno della Chiesa è orientato a scoprire e a vivere la fedeltà del Dio di Gesù Cristo che nella grotta di Betlemme si presenterà a noi, ancora una volta, nel volto di un bambino”.

La fedeltà è il punto centrale di questo Avvento appena iniziato, secondo Benedetto XVI. Proprio con le parole di San Paolo nella I lettera i Tessalonicesi – «Colui che vi chiama è fedele» (1 Ts 5,24) – il Papa ha inaugurato il tempo liturgico, celebrando, ieri pomeriggio in Vaticano, i primi Vespri della prima domenica di Avvento insieme ai giovani studenti degli Atenei Romani e delle Università Pontificie in Roma.

“Dio non si è chiuso nel suo Cielo – ha spiegato il Papa – ma si è chinato sulle vicende dell’uomoaffinché tutta la nostra esistenza, spirito, anima e corpo – come ci ha ricordato san Paolo – possa conservarsi irreprensibile ed essere elevata alle altezze di Dio”.

“Dio entra nel tempo dell’uomo” ha proseguito, e lo fa “nel modo più impensato: facendosi bambino e percorrendo le tappe della vita umana”. Tutto ciò in virtù di quel “suo amore fedele verso l’umanità” per cui, nonostante ne abbia “subito con tristezza l’infedeltà e atteso con pazienza il ritorno”, non ha mai abbandonato il suo popolo.

È un amore “senza calcolo, né misura” quello di Dio per l’umanità, ha insistito il Papa. È il vero amore, quello cioè che “tende per sua natura al bene dell’altro, e non si limita a rispettare semplicemente gli impegni di amicizia assunti, ma va oltre”.

Rivolgendosi poi agli studenti che ieri hanno rinnovato la propria professione di fede sulla Tomba di San Pietro, il Pontefice ha detto: “Voi state vivendo il tempo della preparazione alle grandi scelte della vostra vita e al servizio nella Chiesa e nella società. Questa sera potete sperimentare che non siete soli. E’ con voi il Papa!”.

In particolare il Santo Padre ha indicato agli universitari che l’Anno liturgico iniziato con i Vespri “sarà anche per voi il cammino in cui ancora una volta rivivere il mistero della fedeltà di Dio, sulla quale siete chiamati a fondare, come su una roccia sicura, la vostra vita”.

“Celebrando e vivendo con tutta la Chiesa questo itinerario di fede – ha sottolineato – sperimenterete che Gesù Cristo è l’unico Signore del cosmo e della storia, senza il quale ogni costruzione umana rischia di vanificarsi nel nulla”.

La liturgia, quindi, “vissuta nel suo vero spirito, è sempre la ‘scuola fondamentale’ per vivere la fede cristiana, “per farvi diventare pietre vive nella costruzione della Chiesa e collaboratori della nuova evangelizzazione”. Soprattutto l’Eucaristia è il momento prezioso e sempre nuovo in cui “il Dio vivente si rende così vicino, da farsi cibo che sostiene il cammino, presenza che trasforma col fuoco del suo amore”.

Da non dimenticare, poi, il contesto in cui viviamo – ha ricordato Benedetto XVI – in cui spesso “incontriamo l’indifferenza verso Dio”. Tuttavia, ha aggiunto, “penso che nel profondo di quanti, anche tra i vostri coetanei, vivono la lontananza da Dio, ci sia una interiore nostalgia di infinito, di trascendenza”.

Ai giovani studenti spetta, dunque, un preciso compito: “testimoniare nelle aule universitarie il Dio vicino, che si manifesta anche nella ricerca della verità, anima di ogni impegno intellettuale”.

Dopo l’incoraggiamento al lavoro svolto dall’Ufficio di pastorale universitaria del Vicariato di Roma, il Santo Padre ha invitato l’intera comunità accademica romana ad approfittare di questo Anno della Fede per riflettere sul significato della fede.

La fede cristiana, ha detto, “è la porta che Dio apre nella nostra vita per condurci all’incontro con Cristo”. Essa “non è adesione ad un dio generico o indefinito, ma al Dio vivo che in Gesù Cristo, Verbo fatto carne, è entrato nella nostra storia e si è rivelato come il Redentore dell’uomo. Credere significa affidare la propria vita a Colui che solo può darle pienezza nel tempo e aprirla ad una speranza oltre il tempo”.

“Gli occhi di Dio sono aperti su di noi perché Lui è fedele al suo amore!” ha affermato infine il Papa. Solo questa certezza “può condurre l’umanità verso traguardi di pace e di prosperità, in questo momento storico delicato e complesso”.

La dimostrerà la prossima GMG a Rio de Janeiro che sarà per tutti gli universitari “una grande occasione per manifestare la fecondità storica della fedeltà di Dio, offrendo la vostra testimonianza e il vostro impegno per il rinnovamento morale e sociale del mondo”.

Al termine della recita dei Vespri, una giovane studentessa ha rivolto un indirizzo di saluto al Santo Padre. Quindi la Delegazione dell’Università di “Roma Tre” ha consegnato l’icona di Maria “Sedes Sapientiae” alla Delegazione universitaria del Brasile, in vista della GMG che si celebrerà a Rio de Janeiro nel prossimo mese di luglio.

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ZENIT Staff

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