"Testimoni, insieme, in un tempo senz'altro affascinante"

Conclusa ieri, in Turchia, la visita del cardinale Scola al patriarca ecumenico Bartolomeo I

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Si è concluso ieri il viaggio ecumenico in Turchia del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, con il saluto al patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I.“La Provvidenza ha chiamato le nostre Chiese e i loro pastori a confessare la fede, ad essere testimoni, in un tempo senz’altro affascinante”, ha detto il porporato nel suo discorso di commiato, ripreso dall’agenzia Sir.

“Da tutto ciò – ha aggiunto – scaturisce una responsabilità nuova per tutti i cristiani”, considerando anche “il profondo travaglio che le nostre società stanno attraversando”. Il quale – ha osservato il card. Scola – “esprime in modo acuto, talora sconcertante e doloroso, e non di rado addirittura violento, l’inquietudine dei nostri fratelli uomini”, dando vita a quelle “periferie esistenziali”, di cui spesso parla Papa Francesco, che “sono innanzitutto i confini della nostra esperienza umana”.

“Dinanzi alla rinascita della pretesa di Prometeo – i cui esiti si vedono in modo particolare nello sfruttamento del cosmo – la Chiesa nostra madre ci conduce a riconoscere ogni giorno nel Risorto il volto pieno dell’uomo”, ha sottolineato l’arcivescovo di Milano. In questa prospettiva, “aprendoci al confronto leale con tutti”, “tesi a lasciarci fecondare da un autentico ascolto, vogliamo condividere con ciascuna donna e ciascun uomo il dono della fede”. “Se la fede si rafforza donandola – ha concluso Scola – la testimonianza consente di gustare maggiormente la bellezza della vita cristiana”.

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ZENIT Staff

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