Tanzania: da oggi gratuiti test hiv/aids e terapie antiretrovirali

Firmato un accordo tra Fondazione “Il Buon Samaritano” e la società statunitense Gilead Scienses per la diocesi tanzaniana di Shinyanga

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Accesso gratuito al test dell’HIV e, se necessario, alle terapie antiretrovirali per circa 120mila residenti del Distretto di Shinyanga (Mwanza, Tanzania). Sarà questo il frutto dell’accordo di collaborazione recentemente raggiunto tra la Fondazione Il Buon Samaritano, che fa capo al Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute), la Chiesa locale e la Gilead Sciences, società statunitense che unisce la ricerca medico-scientifica a facilitazioni per la produzione in loco, nei Paesi economicamente svantaggiati,di antiretrovirali ed ha attuato iniziative caritative in ambito sociosanitario. Il progetto quinquennale “Test & Treat” che scaturisce da tale intesa, sarà presentato oggi ufficialmente a Dar es Salaam, in concomitanza con l’odierna XXII edizione Giornata Mondiale del Malato. Esso comprenderà, oltre agli aspetti puramente medici, la formazione morale e igienicosanitaria delle persone che beneficeranno dell’iniziativa e, laddove necessario, il sostegno alle persone più deboli, a partire dagli orfani.

Nello specifico, il progetto comprende 4 principali linee d’azione: il sostegno alle strutture già operative nella diagnosi e nel trattamento dell’HIV e delle patologie ad esso correlate, cioè il Centro Sanitario di Ngokolo e i dispensari di Bugisi, Buhangija e Mija; lo sviluppo di programmi di formazione specialistica per il personale sociale e sanitario coinvolto; l’organizzazione di programmi educativi per le comunità anche rurali del distretto; il rafforzamento delle iniziative di sostegno alimentare ai bambini sieropositivi.

“Sulla base delle statistiche relative alla diffusione della pandemia dell’HIV/AIDS nel Nord della Tanzania – spiega il Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, Arcivescovo Zygmunt Zimowski – si stima che circa 20mila, tra le persone che si sottoporranno alle analisi cliniche gratuite in uno dei quattro centri coinvolti nel progetto, risulteranno purtroppo sieropositivi. Essi potranno però immediatamente accedere, sempre gratuitamente, ai farmaci antiretrovirali loro necessari. Ciò gli consentirà, in prima battuta, di essere consapevoli del proprio stato e di garantirsi un’aspettativa di vita di oltre 30 anni e alle donne incinte di impedire la trasmissione del virus al nascituro”. “Il Progetto Test and Treat – aggiunge l’Arcivescovo Zimowski – è in effetti un risultato importante del lavoro svolto dalla Fondazione Il Buon Samaritano e dal Dicastero per promuovere anche con iniziative concrete, ‘sul terreno’, la missione della Chiesa in favore della Salus come lo stesso Gesù ha dato mandato: Euntes docete et curate infirmos (Mt 10,6-8 – Andate, insegnate e curate gli infermi)”. “In questa fausta occasione desidero ricordare con grande affetto Monsignor Aloysius Balina, il Vescovo di Shinyanga che, scomparso nel novembre del 2012, aveva fortemente creduto nell’iniziativa sostenendola e caldeggiandola sia in Tanzania che a Roma”.

“Questo progetto, unico nel suo genere e da realizzarsi in collaborazione con la Fondazione Il Buon Samaritano e il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari non sarà utile solamente a prevenire e a curare l’infezione da HIV a Shinyanga” rileva Gregg Alton, Gilead’s Executive Vice President of Corporate and Medical Affairs. “L’iniziativa potrà infatti costituire un punto di riferimento per tutti i futuri programmi, di diagnosi e trattamento del virus e delle malattie ad esso correlate – spiega Alton, – nei Paesi economicamente svantaggiati”. “Siamo ben felici – conclude, – di poter collaborare con la Fondazione Il Buon Samaritano perché ne conosciamo il coraggio pionieristico nel fornire assistenza e cura alle vittime dell’HIV/AIDS”.

La Giornata Mondiale del Malato (GMM) fu istituita nel 1992 dal Beato Giovanni Paolo II, Papa, che il 27 aprile prossimo sarà proclamato Santo. Si celebra l’11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes, e ha i seguenti obiettivi : “sensibilizzare il Popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile, alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi; di aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza; a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le Famiglie religiose nella pastorale sanitaria; a favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato; a richiamare l’importanza della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine, a far meglio comprendere l’importanza dell’assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre”.

Nel Messaggio per la GMM di quest’anno, Papa Francesco ha scritto, tra l’altro: “Mi rivolgo in modo particolare alle persone ammalate e a tutti coloro che prestano loro assistenza e cura. La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente. È così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso.”

La Gilead Sciences, con sede in California (Usa), è una società biofarmaceutica impegnata nella ricerca, nello sviluppo e nella distribuzione di terapie innovative. Tra le sue priorità vi è l’estensione dell’accesso ai farmaci di sua produzione a tutte le persone che ne possono trarre beneficio, indipendentemente dal luogo ove vivono e dalle loro possibilità economiche. Nella consapevolezza che il maggior bisogno di terapie antiretrovirali si riscontra in Paesi economicamente svantaggiati, la Gilead ha introdotto programmi innovativi e partnership per incrementare a livello globale l’accesso ai propri prodotti. Nell’ambito dell’HIV, la Gilead lavora con oltre 70 fra aziende manifatturiere, distributori regionali e locali e licenziatari di generici, per ampliare l’accesso agli antiretrovirali, anche a quelli assumibili in compresse monodose giornaliere. Il risultato è che, allo stato attuale, 4 milioni e 700 mila persone sieropositive vengono curate con farmaci Gilead in Paesi a medio e basso reddito e, di queste, il 97 percento beneficia di versioni generiche autorizzate.

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ZENIT Staff

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