Tanti giovani occidentali vittime della propaganda dell'Isis

Secondo una ricerca, circa 20mila occidentali si sono arruolati in organizzazioni terroristiche islamiche, attratti da un’alternativa “bucolica” alla “alienazione” occidentale

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Sarebbero oltre 20mila le persone che, provenienti da ogni parte del mondo, si starebbero arruolando tra le fila dei jihadisti dell’Isis e di altre organizzazioni islamiste. Ad affermarlo sono fonti ufficiali dell’intelligence statunitense, secondo cui – riferisce l’agenzia AsiaNews – i volontari del terrorismo islamico provengono da più di 90 nazioni e, di questi, almeno 3.400 da Stati occidentali (150 gli americani).

Lo Stato islamico è l’organizzazione preferita dai volontari: circa 19mila sono coloro i quali sono giunti finora in Siria. Il documento diffuso dal National Counter-Terrorism Center, con sede in Virginia, offre “linee di tendenza” che “sono chiare e preoccupano”, commenta Nicholas Rasmussen, direttore del Nctc.

L’esperto di intelligence afferma che “il numero dei combattenti stranieri diretti in Siria non ha precedenti” e “supera” quello relativo a quanti sono andati “in Afghanistan e Pakistan, Iraq, Yemen, Somalia o in altre zone negli ultimi 20 anni”. Molto varia è anche la tipologia dei jihadisti stranieri diretti in Medio Oriente, tanto che non “non rientrano in alcuno stereotipo” o categoria particolare cui ricondurli. Il fenomeno sembra essersi incrementato a seguito degli attentati di Parigi dello scorso 7 gennaio.

Uno degli strumenti di persuasione nei confronti degli occidentali più efficaci dell’Isis è la progaganda su internet. Rasmussen osserva che la produzione di video e filmati, realizzati in diverse lingue e molto curati, ha esercitato un grande fascino sui giovani occidentali. Del cosiddetto Califfato questi video offrono un’immagine “bucolica” che si contrappone alla vita “alienata” di tanti ragazzi occidentali. “Al Qaeda e le sue varie affiliazioni in Medio Oriente e in Africa – conclude Nicholas Rasmussen – non hanno mai mostrato un tale acume in tema di propaganda”. 

E a leggere le dichiarazioni pubblicate dall’Agi di uno degli hacker del gruppo Anonymous, tra gli esperti di propaganda dell’Isis ci sarebbe anche un italiano. “Stiamo ancora verificando – ha spiegato la fonte – non conosciamo ancora di preciso il suo ruolo, l’unica cosa certa è la nazionalità italiana. Non è un capo della loro propaganda, ma l’amministratore di almeno due siti legati all’Isis”. Anonymous ha affermato di aver iniziato una sorta di battaglia informatica contro l’Isis. “Vogliamo cercare prima di tutto gli amministratori dei loro siti – spiega ancora la fonte -. Stiamo lavorando molto e non è difficile a volte chiudere un sito, non vogliamo solo metterli off-line, ma cercare chi li gestisce”.

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ZENIT Staff

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