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Turkson: "Acqua bene prezioso. Rendere l’accesso universale una realtà"

Il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace intervenuto ieri a Stoccolma durante la Settimana mondiale dell’acqua sul tema “L’acqua per la crescita sostenibile”

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L’acqua è “un bene prezioso e anche divino”, da usare con rispetto e gratitudine. È questo il cuore del messaggio lanciato dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace (e da oggi prefetto del nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale), nel suo discorso di ieri a Stoccolma, in Svezia, dove è in corso la Settimana mondiale dell’acqua.

Tema dell’evento, promosso dall’Istituto internazionale per l’acqua di Stoccolma, è “L’acqua per la crescita sostenibile”, quest’anno proiettato sugli Obiettivi di sviluppo fissati dall’Onu nell’Agenda post 2015.

“L’acqua non è una semplice merce”, ha sottolineato il cardinale Turkson nel suo intervento – riportato dalla Radio Vaticana – pronunciato durante la sessione dedicata ai legami tra “Fedi e sviluppo”. Proprio questi legami – ha osservato il porporato – hanno portato “fruttuose collaborazioni e sinergie interreligiose in diversi settori, come la sanità, la sicurezza alimentare, gli investimenti, l’educazione, la gestione delle risorse naturali, e l’assistenza ai migranti”.

Se “il nostro pianeta, le sue risorse e gli ecosistemi sono un meraviglioso dono” e “così anche la vita umana”, allora i capi spirituali e le moltitudini di credenti “devono costantemente sentirsi sfidati a vivere in modo consono con la loro fede e non contraddirla con le loro azioni”, ha affermato Turkson.

“Siamo molto più che informazioni o dati da misurare o rappresentare col Pil”, ha aggiunto. “Non siamo semplicemente fattori di produzioni e consumo. Quando gli essere umani sono propriamente risorse umane, cessano di essere la misura del successo delle politiche”. E diventano una merce ‘usa e getta’, da buttar via, anche per “un consumo dell’acqua che dia maggior profitto”, ha denunciato il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.

Da qui alcune indicazioni operative per tutte le organizzazioni motivate da fedi religiose, riguardo l’uso dell’acqua, “bene prezioso ed anche divino”, alla luce delle Sacre Scritture e delle tradizioni spirituali. ”Anzitutto educare i giovani alla solidarietà, all’altruismo e alla responsabilità, perché “queste virtù li aiuteranno ad essere onesti amministratori e politici”, ha spiegato il cardinale. Poi organizzare campagne per “recuperare fonti inquinate”, “ripulire fiumi o laghi”, favorendo “il rispetto reciproco, la pace e l’amicizia fra differenti gruppi”.

Infine, il porporato ha incoraggiato a “riaffermare la dignità umana e il bene comune dell’intera famiglia umana”, promuovendo una saggia gerarchia di priorità per l’uso dell’acqua, specie dove ci sono molteplici e concorrenti richieste di acqua”. “Tutto questo – ha concluso – contribuirà a rendere l’accesso universale e sostenibile all’acqua potabile una realtà”.

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ZENIT Staff

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