Slavery

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Tratta di esseri umani: l’impegno dei magistrati

Firmata una dichiarazione al termine del Vertice promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

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“In conformità con il magistero di papa Francesco”, i giudici convenuti al Vertice promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, hanno chiesto che “le moderne schiavitù, in termini di traffico umano, lavori forzati, prostituzione e traffico di organi” siano riconosciute come “crimine contro l’umanità”. È quanto scaturisce dalla dichiarazione finale della conferenza svoltasi tra ieri e oggi, che ha visto anche l’intervento di papa Francesco.
I firmatari ricordano che “la criminalità organizzata, mira direttamente o indirettamente ad ampliare la schiavitù moderna”, la cui eliminazione è parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, approvati lo scorso settembre da 193 stati membri delle Nazioni Unite.
Anche l’enciclica Laudato Si’, afferma il documento finale, ricorda che l’“approccio ecologico” diventa sempre più “un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri” (LS 49).
Al tempo stesso, proseguono i sottoscrittori, si rendono necessari “il reinserimento, il reinsediamento e la riabilitazione” per le vittime del traffico di esseri umani, le quali, solo quando vedranno scongiurato per loro il pericolo di ricadere nella schiavitù, potranno “contribuire positivamente alla società”.
Gli obiettivi proposti dal documento finale sono dunque i seguenti dieci:

  • Incoraggiare ogni stato ad incrementare le sanzioni contro i criminali al fine di proteggere i diritti umani.
  • Dopo la ratifica degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, tutti i governi dovranno riconoscere il traffico di esseri umani, il lavoro forzato e la prostituzione come crimini contro l’umanità.
  • Destinare i beni e il denaro sequestrato ai criminali, alle attività di riabilitazione delle vittime.
  • Fornire assistenza legale e medica alle vittime, incoraggiandole a collaborare con la giustizia.
  • Nel caso di vittime prive di documenti e determinate a rimanere nel paese di espatrio, emettere documentazioni provvisorie per la permanenza nel paese di destinazione.
  • Incoraggiare sforzi concertati per ridurre i tempo di accesso al sostegno legale a favore delle vittime.
  • Perseguire il traffico di organi umani.
  • Sanzionare i clienti della prostituzione a livello internazionale.
  • Non confondere mai le vittime della tratta di esseri umani con gli immigranti irregolari estranei a tale pratica.
  • Il rimpatrio di immigrati irregolari vittime del traffico di esseri umani non deve risolversi mai in un giudizio nei loro confronti, onde evitare il rischio di renderli di nuovo vittime.
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ZENIT Staff

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