Silenzio come presenza

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il Sabato Santo è l’unico giorno dell’anno in cui la Chiesa non ha alcuna celebrazione. Tutto è avvolto da silenzio, siamo nel “tra” esodo e avvento, morte e vita, pianto e speranza, assenza e attesa. È il crepuscolo della vita che attende l’aurora dell’Amore. È tempo di far tacere parole nostre per ascoltare la voce del silenzio di Dio, dell’uomo, della vita. 

Meditazione

Il silenzio è propedeutico alla preghiera e alla contemplazione, ma anche all’incontro con se stessi… L’habitat naturale e originario dell’uomo è il silenzio. Nel grembo materno, infatti, la piccola creatura lievita e vive nel silenzio e infante sarà il suo primo nome, cioè senza parola… eppure vive! Così il chicco di grano: al grembo della terra viene affidato e nel silenzio del solco va spegnendo ogni gemito vitale perché silenziosamente altro possa divenire. Non c’è rumore nel fecondo silenzio del seme, che muore per dare la vita. Non c’è rumore nel suo germogliare e nel suo offrirsi alla tortura della pietra che lo trasforma in farina. Il silenzio è la storia del Cristo! «Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca» cantava il profeta Isaìa. La Parola, vivente nel silenzioso grembo della Trinità, squarcia il velo dell’Inaccessibile per farsi carne e accompagnarsi agli uomini. Dopo trent’anni di silenzio, apre il segmento delle parole per poi ritornare al silenzio dell’amore, l’Amore più grande: dare la vita… e non aprì la sua bocca. Soltanto nascondendosi, Dio si manifesta. Soltanto tacendo, Dio parla al cuore dell’uomo. La parola, infatti, riposa su un fondo di silenzio, come l’iceberg sulle acque. Nel silenzio della Passione, Gesù consuma il dono di sé fino alla fine e rivela il suo essere definitivamente Dio-con-noi, Dio-per-noi. Non una parola, non un gemito. Solo un silenzio offerente. È il compimento di quel tacere di Dio, per il quale non ha più senso parlare se non attraverso l’amare. Il silenzio è espressione d’Amore che genera la vita. Il credente a volte può trovarsi in una situazione di “silenzio”, perché il Signore al quale vorrebbe restare legato si ritrae, nasconde il suo volto, si fa muto. La fede, allora, entra nell’oscurità, sperimenta l’assenza di Dio invece della presenza, mutismo e silenzio invece di parola. E non ci resta che vivere con Gesù la preghiera di affidamento e di abbandono: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». 

Preghiera

Signore mio Dio, fa’ che possa scavare nel mio cuore una culla di silenzio per lasciarmi avvolgere dall’abbraccio dell’eterno tuo Amore.

Agire

Oggi mi impegnerò a vivere momenti di silenzio… per ascoltare la Parola che parla in un eterno contemplativo silenzio. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorMario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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