Ricchezza e povertà nelle Beatitudini

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di padre Piero Gheddo*

ROMA, giovedì, 18 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Domenica scorsa 14 febbraio (VI del tempo ordinario – Anno C), la Chiesa ci ha fatto leggere il Vangelo di San Luca (6, 17, 20-26) sulle Beatitudini. Alla Santa Messa ai fedeli in una chiesa di Milano ho proposto questa riflessione come preparazione alla Quaresima.

Gandhi diceva: “Le Beatitudini sono l’espressione più alta di tutto il pensiero umano”. E aggiungeva: “Ma non divento cristiano perchè i cristiani fanno tutto il contrario di quel che Gesù ha detto e vissuto”.

Le Beatitudini sono il mondo alla rovescia. Gesù aveva una visione della vita diversa a quella comune di noi che ci diciamo seguaci di Cristo.

Lui vedeva la vita dell’uomo già conoscendo qual è il suo destino, la vita eterna, e quindi dava valore sommo ai beni soprannaturali, alla vita eterna. Noi siamo immersi nelle cose materiali e nella cultura “consumista” del nostro tempo e vediamo quasi solo i beni materiali, ai quali diamo la nostra preferenza.

Conseguenza. Noi pensiamo, beati i ricchi, beati quelli mangiano e bevono, beati quelli che godono… Gesù dice tutto il contrario! Per capire le Beatitudini ci vuole la fede. Tre riflessioni, fermandoci alla prima Beatitudine:

1) Gesù non esalta la povertà materiale come se tutti i poveri fossero santi, e non condanna la ricchezza come se tutti i ricchi fossero dannati.

Bisogna distinguere fra la povertà, che è avere il necessario per la vita ma non molto di più, e la miseria, i miserabili che non hanno il minimo necessario per vivere con dignità di uomini. Gesù non condanna la ricchezza in sé, ma coloro che vivono nell’abbondanza, vogliono avere sempre di più e chiudono il loro cuore alle necessità dei poveri.

Cioè la ricchezza egoista di chi accumula beni materiali senza usarli per il bene del prossimo meno fortunato. La ricchezza è una benedizione per chi la usa bene, una maledizione per chi la usa male.

Il Vangelo è stato definito “il manuale per vivere bene”. Tutti noi di una certa età facciamo questa esperienza: quando eravamo anche economicamente più poveri, eravamo più sereni, più ottimisti, più altruisti; le famiglie erano più unite, i giovani avevano una migliore educazione in famiglia e a scuola, avevamo un senso del risparmio e dell’accontentarci di poco.

Oggi molti di noi hanno tutto e non sono mai contenti, i giovani che crescono nell’abbondanza, se non hanno una forte educazione di fede e gli esempi dei genitori, come fanno a crescere secondo lo spirito del Vangelo?

Matteo ci tramanda la Parola di Gesù: “Beati i poveri in spirito”, mentre in Luca c’è solo “Beati i poveri”. Il cammino verso l’abbondanza di noi italiani ci ha portati ad una condizione di vita meno serena, più pessimista, con famiglie più divise, giovani che spesso sono psicologicamente fragili, senza ideali.

Il segno più evidente di questo è la nostra crisi demografica. Ci sono meno figli perché il mondo moderno crea più esigenze, più preoccupazioni, sconsiglia dall’avere 3-4-5 figli come una volta.

Il progresso e la ricchezza sono da condannare? Assolutamente no, ma bisogna usarli con distacco e considerarli come un dono di Dio, quindi in modo altruistico e non egoistico.

Soprattutto Gesù esalta la povertà di chi è diventato povero per il Regno di Dio, cioè ha rinunziato a tutte le sue ricchezze per acquistare l’unica ricchezza che conta, il Regno dei Cieli. Ai poveri non promette ricchezza, sazietà, abbondanza, potere umano, ma promette il Regno di Dio.

Ecco perchè la sua visione dell’uomo e della vita dell’uomo è profondamente diversa dalla nostra. La povertà, non la miseria e la degradazione di una vita di stenti, è la condizione migliore per conquistare il Regno di Dio e vivere una vita più umana. 

2) Le Beatitudini ci presentano due campi contrapposti: non tra ricchi e poveri. Ma la scelta tra solidarietà e amore al prossimo oppure egoismo e chiusura alle necessità degli altri; tra il potere e la ricchezza in questo mondo o il Regno di Dio. 

La Quaresima è il tempo della Passione del Signore. Siamo chiamati alla povertà evangelica, a staccarci dai beni materiali, per poter meglio avvicinarci al modello di vita di Gesù Cristo. Cari fratelli e sorelle, tutti noi che siamo cristiani dobbiamo fare un esame di coscienza sulla povertà nostra e della nostra famiglia.

 E decidere di fare delle rinunzie, di cambiare il nostro stile di vita, di liberarci dal superfluo, per essere più disponibili, più aperti alle sofferenze dei poveri. Se ci confrontiamo con la maggior parte del genere umano, noi siamo i privilegiati dell’umanità.

Gesù ha detto: “Quello che gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente datelo”; e anche: “Quello che avete fatto ad un solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

3) Le Beatitudini sono l’unica vera rivoluzione della storia dell’uomo.

Gesù non è venuto per fare una rivoluzione sociale o economica o politica. Non ha voluto cambiare le  leggi o i governi. Ma ha cambiato il cuore dell’uomo, ha convertito gli uomini ai valori del Vangelo e quindi, a poco a poco, cambia anche la società umana, cambiano i costumi negativi. Invece, le rivoluzioni umane tendono a conquistare il potere, a cambiare le leggi e per creare lo Stato perfetto che non esiste.

Le Beatitudini, l’esempio e tutto l’insegnamento di Gesù vogliono cambiare il cuore dell’uomo, per creare “l’uomo nuovo”.  Ecco cosa significa essere cristiani: disposti a cambiare il nostro cuore, disponibili all’azione dello Spirito Santo che ci porta ad essere sempre più simili al modello di Gesù.

Nei tempi lunghi di Dio, tramontano gli imperi e le “rivoluzioni” disumane, che poi diventano nuove religioni. Pensiamo solo a Nazismo e Comunismo, ma anche alle ideologie oggi trionfante definite “consumismo” e “radical-liberalismo”: avere sempre di più, rincorrere tutte le novità e le mode, avere tutto, per non essere mai contenti. Per migliorare la vita dell’uomo e dell’umanità rimane solo la rivoluzione di Cristo.

Ho terminato raccontando in breve l’esempio di Marcello Candia 1915-1983), che ha venduto tutte le sue industrie e ha dato se stesso e tutte le sue ricchezze ai poveri dell’Amazzonia. Candia, premiato e definito da un grande giornale brasiliano “L’uomo più buono del Brasile”, ha prodotto in Amazzonia la “rivoluzione dell’amore” che è poi quella di Gesù. Sta diventando Beato della Chiesa universale.

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*Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di “Mondo e Missione” e di Italia Missionaria, è il fondatore di AsiaNews. Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente. Dal 1994 è direttore dell’Ufficio storico del Pime e postulatore di varie cause di canonizzazione. Insegna nel seminario pre-teologico del Pime a Roma. E’ autore di oltre 70 libri.

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ZENIT Staff

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