Periferie d’Italia: In mostra all’Archivio Centrale dello Stato

Ed in questi mesi, gli interventi di riqualificazione progettati a Roma, Venezia e Bari

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L’Archivio Centrale dello Stato (all’Eur di Roma) ospita da poche settimane una mostra che porta all’attenzione gli interventi realizzati in Italia nel corso degli ultimi 50 anni in merito all’edilizia residenziale [1].
L’obiettivo della mostra è quello di far risaltare come, dal 1962 al 1990, l’attività realizzativa di iniziativa pubblica sia stata uno dei momenti in cui la cultura degli architetti e degli ingegneri ha incrociato positivamente le politiche del welfare d’interesse pubblico, sino ad arrivare in alcuni casi ad un forte senso d’identificazione degli abitanti con i nuovi luoghi.
Dalla Falchera di Torino al Sant’Ambrogio di Milano, da Forte Quezzi a Genova all’Isola di Mazzorbo di Venezia e giù a scendere al Pilastro di Bologna sino agli otto insediamenti della periferia di Roma (Villaggio Olimpico, Decima, Quartaccio, Vigne Nuove, La Torraccia, Tiburtino III, Casal Monastero, Fonte Laurentina). Ed infine i grandi insediamenti del Sud, cioè La Vele di Secondigliano, lo Zen di Palermo, il quartiere Sant’Elia di Cagliari.
Così, se il Sud segnala in questi grandi centri residenziali una accentuazione di problemi sociali e funzionali, al Centro nelle città di medie o piccole dimensioni (ad esempio Ancona, Piombino, Modena) molti quartieri manifestano un legame felice con la morfologia dei luoghi. Risulta invece sostanzialmente fallito l’esperimento di quartieri dalle grandi dimensioni (citato il caso di Vigne Nuove a Roma) per l’integrazione tra residenza e servizi.
Al secondo piano della mostra, dove si accede attraverso una scenografica rampa tipica di un “percorso di cantiere” si può invece trovare anche un approfondimento su un importante intervento di riqualificazione avviato pochi mesi fa in particolare per il quartiere Decima di Roma.
“Abitare per” [2] è un progetto che ha l’obiettivo di riconoscere e valorizzare la qualità del progetto architettonico originario e avviare un processo con gli abitanti stessi per organizzare azioni tenendo conto di tempi, risorse, desideri. “Abitare per” coinvolge tre quartieri di edilizia pubblica in tre città: Quartiere INCIS di Decima di Roma, Complesso IACP Isola di Mazzorbo a Venezia e il quartiere IACP Carbonara 2 a Bari.
In particolare, con gli abitanti di Decima [3], è iniziato da febbraio di quest’anno il progetto “Abitare per”, un processo nel quale coinvolgendo associazioni, liberi cittadini e comitati si vogliono progettare azioni e interventi che migliorino la qualità della vita. Più in dettaglio, si vorranno sperimentare metodologie di costruzione collaborative e tecniche innovative per la realizzazione di giardini senza irrigazione ed a bassa manutenzione.
In conclusione, come ha affermato il Ministro Dario Franceschini all’inaugurazione della mostra: “Le periferie sono la vera sfida del XXI secolo, luoghi in cui vive, lavora e sogna la grande maggioranza degli abitanti delle nostre città. Organizzare questi spazi, connetterli ai grandi flussi metropolitani rispettandone le identità, restituire loro bellezza e armonia è il grande ruolo che gioca l’architettura in questo contesto”.
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NOTE
[1]  La mostra, dal titolo “Alla ricerca di una città normale. Il ruolo dei quartieri di iniziativa pubblica nell’espansione urbana degli ultimi 50 anni in Italia” è stata inaugurata il 14 aprile e sarà aperta al pubblico (ad ingresso gratuito, dal lunedì alla domenica dalle 11 alle 18) sino al 15 giugno.
[2] “Abitare per” è curato da Open City Roma e promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del MIBACT.  Open City Roma è una associazione no profit nata nel 2010, attiva principalmente a Roma, dove svolge attività di ricerca su temi legati allo sviluppo sostenibile dell’ambiente urbano e alla promozione dell’architettura e della cultura urbana (www.openhouseroma.org).
[3] Il quartiere di Decima è stato progettato e realizzato tra il 1960 ed il 1966 e si estende nell’area sud di Roma, lungo la direttrice della ferrovia metropolitana Roma – Ostia Lido. Il gruppo di progettazione composto da Adalberto Libera, Ignazio Guidi, Vittorio Cafiero, e guidato da Luigi Moretti, ha realizzato un impianto dove gli edifici su pilastri articolati tra concavo e convesso si aprono in ampi spazi verdi.
 

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Antonio D'Angiò

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