Francisca De Paula: la santa che amava la Madonna e i poveri

Figlia di una schiava e di padre ignoto, fu così chiamata in onore del santo calabrese

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I santi della misericordia sono la memoria storica sul quale fondare la fiduciosa adesione a Dio nella donazione totale di sé, per amore verso il prossimo. Una grande beata che ha vissuto l’esperienza della misericordia come strumento di amore verso il prossimo bisognoso è stata Francisca de Paula de Jesus.
Francisca de Paula de Jesus nacque nel 1810, a São João del-Rei, nello Stato del Minas Gerais, in Brasile, figlia di una schiava e di un padre ignoto, che molto probabilmente era il proprietario della fazenda dove lavorava sua madre. Il giorno del suo Battesimo gli venne dato il nome di Francesca, in onore di Francesco da Paola, il santo calabrese a cui erano devoti gli schiavi del Sudamerica spogliati dei loro diritti e privati della loro dignità. L’essere figlia di una schiava non le dava nemmeno il diritto di avere un cognome. La prima grazia ricevuta da Francisca fu l’affrancamento della condizione di servitù di sua madre, una situazione che le permise di trasferirsi in città insieme ad un suo fratello, avuto da sua madre da una precedente relazione.
Francisca, rimasta orfana quando era ancora adolescente, anche se completamente analfabeta, aveva ricevuto in eredità la preziosa educazione cristiana da parte di sua madre, la quale l’aveva sempre invitata a condurre una vita solitaria per dedicarsi totalmente alla preghiera e al servizio dei poveri. Francisca rimase sempre fedele a quella raccomandazione profetica di sua madre: bella di aspetto, rifiutò diverse proposte di matrimonio, rimanendo obbediente alle parole di sua madre e alla volontà del Signore che la invitava ad un’altra missione.
Nella sua semplicità incominciò ad organizzare incontri di preghiera nella sua casa, dove arrivava tanta gente semplice, la quale riversava nella preghiera comune, inquietudini, preoccupazioni quotidiane e tanta sofferenza umana. L’atteggiamento di Francisca fu di offrire tutte quelle situazioni che ascoltava ai piedi di Maria, raffigurata da una statuetta di terracotta che portava l’immagine dell’Immacolata Concezione. Le preghiere d’intercessione di Francisca, per la mediazione di Maria, venivano ascoltate ed esaudite da Dio, e questo suscitava grande stupore da parte della gente. Questo provocò una grande fama per Francisca, la quale non si inorgoglì minimamente per le grazie che avvenivano, ma continuamente lasciava trasparire la sua umiltà, evidenziando che lei era solo un tramite tra il cielo e la terra e le opere avvenivano per intercessione della Beata Vergine Maria. Le risposte di Francisca erano davvero umili e disarmanti: “Io la prego e la Mia Signora mi risponde”;“Rispetto ciò che mi dice la Madonna e niente più.
Da Francisca accorrevano persone giovani ed anziane, poveri e benestanti, professionisti e operai: esse venivano accolti da lei con uguale attenzione e rispetto. Il suo apostolato non era limitato alla sola preghiera. Francisca divenne anche la madre dei poveri, organizzando settimanalmente un pranzo per loro e offrendo sempre qualcosa a coloro che bussavano alla porta della sua casa. La sua opera di carità divenne più “sostanziosa”, quando nel 1862 ricevette l’eredità dopo la morte di suo fratello, un uomo che si arricchì molto durante la sua vita con l’attività di commerciante. Il suo ingente patrimonio fu destinato a Francisca, perchè suo fratello non aveva avuto figli. Questo grande patrimonio fu utilizzato da Francisca per compiere grandi opere di carità verso i bisognosi e per costruire una cappella dedicata all’Immacolata Concezione, così come gli aveva chiesto la Madonna. Dopo la costruzione della cappella decise di privarsi di tutti i suoi beni, lasciandoli in eredità alla parrocchia e scegliendo volutamente di ritornare a vivere in povertà, arricchendo spiritualmente tutti coloro che si avvicinavano a lei.
Il 14 Giugno 1895 nacque al cielo; venne sepolta nella cappella che aveva fatto costruire per il culto all’Immacolta Concezione. Nel cuore del popolo brasiliano viene ricordata come “Nhà Chica”, un appellativo familiare per esprimere il grande affetto della sua gente. Il 4 Maggio 2013 è stata beatificata a Baependi, in una cerimonia presieduta dal cardinale Angelo Amato, sotto il pontificato di Papa Francesco.
Quale insegnamento lascia questa grande santa della misericordia di Dio? Le origini umili di Francisca sono state la scintilla per accendere nel suo cuore un autentico sentimento di compassione cristiana. La condizione di schiavitù, occupare l’ultimo gradino della società, accompagnata dalla semplice e profetica fede di sua madre, è stato quel terreno fertile dove è germogliata questa rosa di santità. La storia della madre di Francisca, anche se non è stata esente da peccati, ha costituito quelle condizioni per esaltare la misericordia di Dio che sempre perdona con abbondanza ed apre alla speranza di una vita rinnovata. I peccati dei genitori possono essere redenti con una testimonianza di fede verso i figli, che non rinnega gli errori del passato, ma accusa le proprie malafatte, aprendo così uno spiraglio di speranza, invitando ad una vita di preghiera e di carità.
Francisca ha iniziato il suo apostolato di preghiera, aprendo le porte della propria casa ed invitando ad affidarsi alla nostra Madre del Cielo, pregando in prima persona per i bisogni dell’altro. Lo spirito mondano dell’egoismo e dell’autosufficenza è entrato anche nella preghiera che molte volte si trasforma nella formulazione di una lunga lista di richieste e desideri personali piuttosto che aprirsi al bene dell’altro. La preghiera autentica apre alla compassione, all’ascolto e al servizio dell’altro. L’indifferenza ha le proprie radici nell’assenza della preghiera per l’altro. Pregare non solo per se stessi e rivolgersi a Dio per il bene del prossimo è un atto di carità che contiene la forza di arrestare il veleno dell’incredulità, compiendo un gesto che probabilmente quella persona non avrebbe compiuto per ignoranza, per sfiducia o per rassegnazione.
Francisca utilizzava i suoi beni per donarli ai poveri, ma davanti alla richiesta di costruire un cappella in onore dell’Immacolata Concenzione, non esitò a spendere i soldi per la realizzazione di questa opera. La costruzione di una Chiesa è quel luogo di aggregazione che forma la fede dei fedeli. Per questa ragione la sua edificazione è sempre una grazia per la vita del popolo e diventa il centro attorno al quale edificare la propria vita attraverso il compimento delle opere di carità materiali e spirituali. Se in molte zone d’Europa, le Chiese si stanno trasformando in luoghi dove ammirare opere d’arte, esistono tante zone del mondo dove l’assenza di una fervente comunità cristiana e la scarsità di sacerdoti diventano un ostacolo alla realizzqzione della Chiesa intesa corpo di Cristo, la quale vive la comunione sacramentale nella condivisione del pane e della vita quotodiana.

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Osvaldo Rinaldi

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