Europarlamento: approvata una Risoluzione che mira ad imporre il riconoscimento delle coppie gay

STRASBURGO, giovedì, 19 gennaio 2006 (ZENIT.org).- Mercoledì 18 gennaio con 468 voti a favore, 149 contrari e 41 astenuti il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione che invita ad equiparare le coppie omosessuali a quelle tra uomo e donna e condanna come omofobici gli Stati e le Nazioni che si oppongano al riconoscimento delle coppie gay.

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Seppure non abbia un valore vincolante la Risoluzione così approvata ha suscitato molte perplessità. In una dichiarazione contenuta in un comunicato stampa recapitato alla redazione di ZENIT, il Vice Presidente del Parlamento Europeo Mario Mauro ha affermato che: “E’ stato approvato un documento ideologico che ha ben poco a che fare con la concreta tutela dei diritti fondamentali delle persone, ma suona molto di più come un manifesto inneggiante alla distruzione dei valori che hanno originato l’Unione Europea come progetto politico”.

“Come definire altrimenti l’esortazione alle Istituzioni europee ad ingerire nella vita degli Stati nazionali modificando le costituzioni dei singoli Paesi in modo da aprire al matrimonio tra omosessuali prescindendo dalla scelta dei popoli?”, ha chiesto il Vice Presidente del Parlamento Europeo.

Dopo aver respinto la lettura che il documento fornisce della nozione di libertà religiosa identificata “tout court” come “fonte di discriminazione”, Mauro ha concluso che “approvando simili testi, apertamente in contraddizione con i trattati e anche con il buon senso, si ottiene il solo esito di favorire il distacco dei cittadini dalle nostre Istituzioni”.

In merito alla Risoluzione varata dall’Europarlamento, Riccardo Cascioli, Presidente del CESPAS, (Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo) ha detto a ZENIT: “E’ evidente che ormai i diritti umani sono un pretesto per affermare un’ideologia che non solo non ha niente a che vedere con il bene della persona, ma addirittura è fonte di violenza contro persone, comunità e popoli”.

“In questo caso – ha continuato Cascioli -, per l’ennesima volta un’Istituzione europea si pronuncia su un tema – come quello della famiglia – che è di stretta pertinenza dei singoli Stati membri. Ma non è una sorpresa: da anni c’è un’agguerrita lobby gay che a livello internazionale e regionale può contare su avvocati e giuristi militanti che si occupano di studiare leggi, trattati e convenzioni internazionali per sovvertire le legislazioni nazionali”.

“Per capire la strategia di queste azioni basterebbe andarsi a rileggere la Risoluzione presentata nel 2003 dal Brasile alla Commissione ONU per i Diritti Umani dove, tra le altre cose, si parla della ‘educazione ai diritti umani’ come ‘la chiave per cambiare atteggiamenti e comportamenti’ di fronte agli orientamenti sessuali”, ha aggiunto.

“La Risoluzione dell’Europarlamento – ha sottolineato Cascioli – si colloca in questo filone e non è un caso che l’organizzazione storica del movimento omosessuale, l’International Lesbian and Gay Association (ILGA), presente in 90 Paesi con oltre 400 organizzazioni affiliate, abbia una presenza ben radicata nell’Unione Europea e una importante influenza sull’Intergruppo Parlamentare di Gay e Lesbiche”.

Circa le numerose critiche rivolte da diversi Eurodeputati al Pontefice Benedetto XVI e al Ministro italiano per i Beni Culturali Rocco Buttiglione, durante il dibattito su questa Risoluzione tenutosi il 16 gennaio a Strasburgo (cfr. ZENIT, 17 gennaio 2006), Cascioli ha osservato che “anche questo, oltre che essere un fenomeno ricorrente, è parte di una strategia globale di attacco alla Chiesa”.

“Ricordo che nell’agosto del 2003 alle Nazioni Unite si svolse un incontro organizzato dalla UN Gay and Lesbian or Bisexual Employees (UNGLOBE, dipendenti gay, lesbiche o bisessuali dell’ONU) – a cui non mancò di portare il saluto il Segretario Generale Kofi Annan – in cui si individuò nella Chiesa cattolica il principale nemico da abbattere”, ha affermato.

“Non ci può dunque stupire che al Parlamento Europeo il Papa e la Chiesa siano stati denunciati per violazione dei diritti umani quanto Cina e Cuba messe insieme; né che ogni intervento o manifestazione sia una scusa per riversare contro i cattolici una valanga di insulti e veleni”, ha aggiunto.

Cascioli ha quindi fatto riferimento alle manifestazioni svoltesi lo scorso fine settimana a Milano e Roma rispettivamente in difesa della legittimità dell’aborto e per il riconoscimento giuridico delle unioni di fatto (PACS): “Dagli slogan e striscioni era chiaro che la vera parola d’ordine è: ‘Attaccate la Chiesa’. Non lo dico per fare del vittimismo, è un dato di fatto”, ha osservato.

A tale proposito il CESPAS ha pubblicato di recente un rapporto dell’EU Network of Independent Experts on Fundamental Rights (EUNIEFR), secondo cui la Commissione dell’Unione Europea di esperti indipendenti sui Diritti Fondamentali condanna una bozza di trattato tra Slovacchia e Santa Sede che garantisce l’obiezione di coscienza ai medici e paramedici che non intendono praticare aborti.

“E’ l’esempio più clamoroso di quanto ho appena detto – ha commentato -. Non solo questo rapporto di ‘esperti indipendenti’ si pronuncia su una materia che non rientra tra le competenze della UE, ma è chiaro anche l’intento di attaccare la Chiesa cattolica. Ad esempio, a un certo punto si dice che in un Paese dove il 70% degli abitanti sono cattolici, c’è il pericolo che il diritto delle donne ad abortire sia limitato, per questo va fortemente limitata l’obiezione di coscienza”.

“E’ un ragionamento sottile che mentre dà per scontato che l’aborto sia un diritto umano – concetto che in realtà nessun documento internazionale avalla – implica che ci sia qualcosa di sbagliato nella coscienza dei cattolici. Questo Rapporto, che – se applicato – obbligherà i medici a praticare l’aborto e l’eutanasia, attacca il principio della libertà di coscienza, che è il fondamento della società e cultura occidentali”.

“Costringere una persona a compiere – o a rendere possibile – un gesto che egli considera un omicidio è una barbarie dalle conseguenze inimmaginabili. Un ultimo aspetto sottolinerei: il CESPAS ha scoperto che in realtà i membri di questo ‘Network di esperti’ erano all’oscuro del Rapporto che ora circola a loro nome”, ha quindi rivelato Cascioli.

“In realtà il rapporto in oggetto è stato redatto da un ristretto gruppo di collaboratori facenti capo al coordinatore degli esperti, il belga Olivier De Schutter, sulla base dei rilievi elaborati dall’americano Center for Reproductive Rights, organizzazione fortemente finanziata dalle solite fondazioni abortiste e antinataliste (e ovviamente anticattoliche)”, ha concluso infine.

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ZENIT Staff

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