Aiuto alla Chiesa che Soffre aiuta i cristiani che fuggono dall'Iraq

I fedeli lasciano Mosul e Baghdad per intimidazioni e violenze

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ROMA, martedì, 7 dicembre 2010 (ZENIT.org).- L’associazione caritativa cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) sta fornendo aiuti d’emergenza ai cristiani iracheni che fuggono dalle persecuzioni a Mosul e Baghdad.

L’associazione, che aiuta i cristiani oppressi e sofferenti, ha garantito sovvenzioni per 15.000 euro per le vittime del massacro del 31 ottobre scorso nella Cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo
Soccorso di Baghdad, che ha provocato 58 morti e più di 70 feriti.

Ulteriori 10.000 euro verranno inviati ai cristiani di Baghdad fuggiti verso le città irachene di Kirkuk e Sulaymaniyah.

Nella Diocesi di Zakho, nel nord del Paese, ACS ha inoltre messo a disposizione 25.000 euro per fornire pacchi di alimenti a centinaia di famiglie cristiane.

Gli aiuti verranno distribuiti dalle suore caldee della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata.

Nelle ultime settimane, 500 famiglie cattoliche – per un totale di oltre 2.000 persone – hanno lasciato Baghdad e Mosul a causa delle continue intimidazioni e violenze.

L’ultimo atto cruento è di questo lunedì, quando sono stati uccisi due anziani coniugi, Hekmet Jaboure Samak e sua moglie Samira, freddati nella loro casa nel distretto di Bealdeyat, a Baghdad.

Dopo l’omicidio, i malviventi hanno saccheggiato l’abitazione. “Hanno preso tutto”, hanno riferito fonti ecclesiali.

Parlando dal nord dell’Iraq, l’Arcivescovo Bashar Warda di Erbil ha ringraziato ACS per il suo aiuto continuo, affermando che i cristiani vivono nella paura.

“I cristiani a Baghdad e a Mosul non hanno una vita degna – ha denunciato –. Hanno paura perfino in casa propria. Non si possono muovere liberamente”.

“Devono pensarci due volte prima di andare in chiesa la domenica”, ha aggiunto.

“Se potessero, le persone se ne andrebbero immediatamente”, ha sottolineato l’Arcivescovo.

“L’unica cosa che le ferma è che in molti casi sono povere, e se se ne andassero avrebbero molte difficoltà a trovare un lavoro, scuole per i propri figli e una casa in cui vivere”.

Il presule ha anche dichiarato che gli agenti immobiliari di Baghdad hanno ridotto il valore delle proprietà dei cristiani.

Ciò significa che se le vendessero, considerando i bassi introiti, avrebbero difficoltà a trovare un’alternativa degna.

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ZENIT Staff

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