Sulle orme del Signore

Capolavori d’arte dal Vaticano e dai Musei italiani esposti a Rio, dal 9 luglio al 12 ottobre 2013

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In occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Rio de Janeiro dal 23 al 28 luglio 2013, la Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù, vuole riprendere la collaudata tradizione di offrire ai partecipanti – ed alla città che li ospita – una grande mostra di pittura italiana che non è esagerato definire “eccezionale”. Sono oltre cento i capolavori dei grandi maestri, che illustrano un tema (“Sulle orme di Cristo”), legato a quello scelto dal Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). Così come per le mostre precedenti si prevede un grande successo e concorso di pubblico.

L’esperienza di affiancare una grande mostra sull’arte religiosa cristiana fu posta in campo, per la prima volta nel1993, inoccasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Denver (Colorado), presso il Colorado History Museum, con il titolo: “Vatican Treasures. 2000 Years of Art and Culture in the Vatican and Italy”, che ha permesso al grande pubblico americano una veduta dall’interno del vasto patrimonio storico artistico italiano, conservato in Vaticano.

Nel 1994-95, a Manila, presso il Metropolitan Museum, con il titolo: “2000 Years of Vatican Treasures. … And They Will Come from Afar” la mostra, visitata da una massa impressionante di persone, affrontava il tema iconografico del Viaggio dei Magi e quello sempre attuale del viaggio dell’umanità verso la Salvezza.

Nel 1997, a Parigi, presso l’Hotel de Ville, nell’antica cappella del palazzo ristrutturata per l’occasione, con il titolo. “Pierre et Rome. Vingt siècles d’élan créateur” veniva offerto al raffinato pubblico parigino una scelta significativa dei capolavori d’arte dei Musei Vaticani, ma anche reperti e testimonianze culturali di immenso valore, provenienti dalle diverse istituzioni culturali vaticani come l’Archivio Segreto Vaticano e, soprattutto, la Biblioteca Apostolica Vaticana.

L’apertura importante al vasto patrimonio museale italiano si ebbe nel 2002, a Toronto, con la mostra allestita in occasione della Giornata Mondiale di Toronto, presso il Royal Ontario Museum, con il titolo “Images of Salvation. Masterpieces from Vatican and Italian Collectiones”. La mostra, con l’esposizione di oltre 120 opere (dipinti, sculture, incisioni, oggetti liturgici, manoscritti) permetteva un interessante viaggio emozionale e spirituale attraverso gli episodi salienti della “Storia della Salvezza”. Pezzo forte, anzi eccezionale, dell’esposizione, la presenza di ben sette disegni autografi di Michelangelo Buonarroti, legati alla decorazione della Cappella Sistina, prestati appositamente per l’occasione.

Nel 2005 a Colonia, presso il Wallraf-Richartz-Museum, la mostra, con il titolo: “Ansichten Christi. Christusbilder von der Antike bis zum 20. Jahrhundert”, affrontò il tema centrale della proposta cristiana riflettendo sull’immagine di Cristo, sulla sua Passione, morte e Risurrezione, allargando ulteriormente il bacino di provenienza delle opere dall’Italia all’Europa e affrontando, coraggiosamente, il raffronto tra i capolavori dell’arte antica, con opere di Beato Angelico, Michelangelo, Veronese, El Greco, Rubens, Guercino, Bernini con quelli dei grandi mastri del Novecento e del contemporaneo come, Rouault, Picasso, Guttuso, Max Beckmann, Andy Warhol ed altri.

Nel 2013 a Rio de Janeiro, la mostra, il cui titolo “Sulle orme del Signore. Capolavori d’arte dal Vaticano e dai Musei Italiani”, si propone di offrire uno spaccato significativo della grande arte pittorica europea dei secoli XVI-­‐XVIII, con oltre cento opere: capolavori provenienti dai Musei Vaticani, da importanti Musei diocesani italiani, ma anche dalle più importanti Gallerie e Musei dello Stato. La tradizione della grande arte italiana si esalta, in questa esposizione, all’incrocio con i nomi più significativi che la forza creativa dell’esperienza artistica ha saputo produrre in questi quasi venti secoli di arte cristiana.

La mostra si apre con un pezzo di eccezionale valore, artistico e religioso. Si tratta del celebre Mandylion di Edessa, venerato come l’immagine “acheropita” (non dipinta dalla mano dell’uomo) e veritiera di Cristo. Mandylion è parola araba che significa “stoffa”, fazzoletto” e si ricollega alla tradizione orientale (mentre in Occidente si venerava l’immagine simile, nota come la Veronica) che narrava di un messo di re Abgar di Edessa inviato ad incontrare Gesù e ritornato con il Mandylion che recava l’immagine del volto di Cristo, impressasi miracolosamente sulla stoffa. Il piccolo prezioso dipinto, risalente al III-V secolo, conservato a Roma, da tempo immemorabile, ed ora in Vaticano, apre una eccezionale sequenza di immagini di Cristo, pitture e sculture, presentate in mostra.

Partendo dal Salvator Mundi di Melozzo da Forlì, passando per il Volto di Cristo di Beato Angelico, fino al disegno di Andrea Mantegna, raffigurante Cristo “passo”, sono una quindicina le rappresentazioni del volto di Cristo presentate in mostra, a testimoniare sia l’interesse del tema presso gli artisti, nel corso dei secoli, sia l’impatto devozionale che queste immagini hanno sempre avuto. Ad iniziare dall’immagine cristologica più nota, quale quella della Santa Sindone, che vi viene presentata attraverso la celebre foto realizzata da Secondo Pia, il fotografo astigiano che, nel 1898, ebbe per la prima volta il permesso di fotografare il sacro telo, ricavandone un’immagine sconvolgente: non un negativo, come comunemente avviene, bensì un vero e proprio positivo.

Al tema del Volto di Cristo si affiancano rappresentazioni significative di episodi della vita del Signore segnati dalla forza redentrice del suo perdono, come testimonia un intenso dipinto raffigurante Cristo e l’adultera, opera tra le più belle di Lorenzo Lotto, oppure il Cristo e la Samaritana di Guercino. Naturalmente il peso maggiore nell’elencazione di opere legate alla vita di Cristo non poteva che essere sostenuto da quelle legate al tema della “Passione, morte e Risurrezione del Signore”, con la presenza di opere che spaziano dal Quattrocento al Seicento, dal Rinascimento al Barocco, e la segnalazione di nomi come quelli di Perugino, di Andrea Bregno, di Battistello Caracciolo, di Siciolante da Sermoneta, di Giovan Lorenzo Bernini. Del grande maestro del barocco romano sono segnalate due opere emblematiche. La prima è costituita da uno dei crocifissi realizzati per gli altari della basilica vaticana e, l’altro, un prezioso Reliquiario della Santa Croce, che solo pochi anni addietro abbiamo potuto identificare nel Museo Diocesano di Osimo (AN).

Già in questa Prima Sezione, accanto alle opere dell’arte visiva, pitture e sculture, sono raccolte alcune pregevoli oreficerie e oggetti liturgici di particolare significato che amplificano ed arricchiscono l’esposizione. Segnaliamo la Croce astile, opera del grande orafo piceno Pietro Vannini, insieme alla Croce processionale della Collegiata di San Bartolomeo di Busseto, opera insigne di Jacopo e Damiano da Gonzate, accanto alla preziosa Pace di Rodengo, conserva a Brescia nel Museo di Santa Giulia, dove la preziosa leggera linearità del niello esalta il ritorno al classicismo nelle forme del rinascimento lombardo.

La prima sezione della mostra si conclude con una erudita citazione visiva della scena della Risurrezione, così come descritta da due maestri del timbro di Tiziano e di Pieter Paul Rubens, e da alcune opere che commentano gli episodi successivi alla Risurrezione, come la Incredulità di Tommaso, del Padovanino, o della Cena in Emmaus di Guercino.

La Seconda Sezione della mostra è dedicata alla “Vocazione e Missione degli Apostoli”, che furono i primi a mettersi alla sequela di Cristo, a seguire le sue orme. Tra le immagini che raffigurano gli apostoli Pietro e Paolo, un reperto di interesse eccezionale, sia sotto l’aspetto storico
scientifico che per le sue valenze iconografiche, è il dittico con le immagini dei due apostoli, paludati come due senatori romani e realizzato secondo l’antica tecnica romana dell’encausto. Si tratta di una delle più antiche raffigurazioni dei santi Pietro e Paolo, conservata all’interno di un encolpio ligneo, a scatoletta scorrente su se stessa, che non permetteva la vista dell’immagine se non dopo la sua completa apertura. Ciò riporta assai indietro nel tempo, almeno al III secolo, al periodo contrassegnato dalle dure persecuzioni contro i cristiani, quando erano necessari accorgimenti e precauzioni anche nel trasportare oggetti di culto o devozionali.

Questa raccolta sezione è centrata essenzialmente sulle figure degli apostoli Pietro e Paolo, fondatori e capi della Chiesa che è in Roma, e presenta numerosi reperti ed opere d’arte provenienti dall’antica basilica costantiniana di San Pietro in Vaticano. Il momento della Vocazione degli Apostoli e quello della Consegna delle chiavi a Pietro, a suggello del suo primato sulla Chiesa universale, costituiscono i due punti di riferimento visivo, attraverso la presentazione di opere maestre, legate a questi temi.

La parte centrale della mostra, e segnatamente la Terza Sezione, è dedicata a ricordare la presenza discreta e continua della Vergine Maria nella sua veste di Madre di Dio e di intercessore presso il Padre. Maria strada che conduce a Cristo è rappresentata con opere significative di tutti i maggiori artisti “mariani”, da Perugino a Sassoferrato, da Francesco Rosselli a Sebastiano Conca, da Pinturicchio a Pietro Novelli, senza dimenticare Michelangelo Buonarroti e le sue celebri “Pietà”, un tema che attraversò la sua vita artistica, dalla giovanile “Pietà” di San Pietro in Vaticano alla “Pietà” per Vittoria Colonna, il cui bassorilievo è stato da noi riportato alla luce nella Biblioteca Apostolica Vaticana.

La sezione conclusiva della mostra è dedicata ai santi, quali modelli da imitare lungo la strada che conduce all’incontro con Cristo. Viene presentata un’ampia e significativa carrellata di artisti che hanno rappresentato i santi più amati dal popolo cristiano, come lo splendido San Giacomo in cammino del massimo pittore veneziano, Tiziano Vecellio, oppure il San Giovanni evangelista di Guido Reni, insieme ai santi penitenti dipinti da Caravaggio. E ancora il San Francesco in meditazione di Annibale Carracci, o la Santa Lucia di Guercino e tanti altri. Accanto alle immagini sono posti preziosissimi oggetti reliquiari, segno concreto della devozione del popolo cristiano verso questi campioni della fede e, in molti casi, veri e propri capolavori di oreficeria.

Di particolare significato in questo contesto la presenza del dipinto di Guido Reni raffigurante il Martirio di San Sebastiano e, soprattutto, il prezioso ed antico Reliquiario del capo di san Sebastiano, risalente al IV secolo e di manifattura di un atelier dell’Africa settentrionale, conservato ora nei Musei Vaticani. Questa presenza vuole essere un omaggio discreto alla stessa Arcidiocesi di Rio de Janeiro, che è appunto dedicata al giovane milite romano che sacrificò la sua vita per non tradire la sua fede in Cristo nostro Salvatore. Così come è un omaggio dichiarato la presenza dell’ultima opera esposta, Il beato Giovanni Paolo II porta la croce. Non è solo un omaggio ma anche un grato ricordo verso questo Pontefice, così vicino all’universo giovanile, che ha avuto l’intuizione, ricca di grazie, della celebrazione delle Giornate Mondiali della Gioventù. L’artista lo ha voluto raffigurare tenacemente abbracciato a quella croce, data come simbolo e stimolo delle Giornate Mondiali, che proprio diciassette secoli addietro apparve, luminoso segno di vittoria, nei cieli di Roma al giovane Costantino e che costantemente ricorda non solo il sacrificio di Cristo ma anche la sua vittoria sulla morte.

Queste circa cento opere, capolavori assoluti dell’arte italiana, offrono uno spaccato significativo della storia dell’arte italiana, lungo un ampio spazio di tempo, offrendo contemporaneamente l’occasione di uno sguardo appassionato e riconoscente verso gli episodi più significativi di quella “Storia della Salvezza”, a cui siamo indirizzati una volta deciso di seguire le tracce di Gesù, “Sulle orme del Signore”.

Partner principale dell’evento culturale è Eni.

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ZENIT Staff

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