Sul carcere va coinvolto il terzo settore

Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il Volontariato, raccoglie l’appello di Napolitano sull’inaccettabile situazione di degrado delle carceri italiane

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“Raccogliamo con responsabilità il nuovo appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sull’inaccettabile situazione di degrado delle carceri italiane e chiediamo al governo di coinvolgere il terzo settore, la sua esperienza, le sue potenzialità e idee per cambiare la rotta”.

Il presidente del Centro Nazionale per il Volontariato Edoardo Patriarca interviene sul tema carcere dopo il messaggio di questa mattina del Capo dello Stato inviato al capo del Dipartimento della Amministrazione penitenziaria Giovanni Tamburino in occasione del 197° anniversario della costituzione del Corpo.

“Giustamente Napolitano pone l’accento sulla rimodulazione dell’esecuzione della pena per superare il degrado civile che si vive nelle carceri italiane. La restituzione della dignità alle carceri italiane passa dalle pene alternative: non significa cancellare le pene né i reati, ma far scontare parte delle pene, in linea con il dettato costituzionale, prevedendo percorsi di alternativa che puntino alla rieducazione dei detenuti e abbassino i costi dello Stato”.

Il Centro Nazionale per il Volontariato fa parte del gruppo di lavoro La certezza del recupero creatosi nei mesi scorsi coinvolgendo le realtà del terzo settore che lavorano sul carcere. Il gruppo ha già consegnato ai Parlamentari una bozza di proposta di legge per rafforzare l’alternativa alla pena.

“Il terzo settore e le sue reti -aggiunge Patriarca- sono pronti da tempo a ad aprire una stagione nuova, ma l’attenzione ricevuta dal Governo fino a questo momento non è stata sufficiente. Rinnoviamo l’appello al Ministro della Giustizia Orlando ad incontrarci per iniziare l’urgente lavoro governativo, parlamentare e sociale”.

Il sistema carcerario italiano è costato nel 2013 2,8 miliardi di euro con una spesa media giornaliera per detenuto di 116 euro. Cifra che si abbassa a 50 euro quando il detenuto è inserito in percorsi di educazione e reinserimento.

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ZENIT Staff

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