Sudan: la Caritas chiede elezioni giuste e pacifiche

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ROMA, domenica, 11 aprile 2010 (ZENIT.org).- Le elezioni in Sudan devono consolidare la pace e promuovere lo sviluppo, afferma la Caritas. Ulteriori violenze, ricorda in un comunicato, “ritarderebbero il processo di pace, minacciando le operazioni di assistenza, e metterebbero milioni di persone in pericolo di povertà, morte e disperazione”.

Le consultazioni elettorali in svolgimento da questa domenica fino al 13 aprile sono le prime pluripartitiche del Sudan dal 1986. Gli osservatori internazionali temono che le rivalità politiche sfocino in situazioni violente, scatenando nuovi scontri tra i vari gruppi etnici.

Alcuni partiti hanno già esortato a boicottare l’appuntamento con le urne e il livello di tensione è molto alto, soprattutto nel sud del Paese.

Un ritorno alla guerra, sottolinea la Caritas, “avrebbe conseguenze funeste, specialmente per i bambini e gli sfollati, una fascia della popolazione già particolarmente vulnerabile a causa di anni di conflitto e povertà”.

Padre Pierre Cibambo, responsabile dei collegamenti per l’Africa di Caritas Internationalis, ha affermato che le elezioni “devono essere un passo avanti, per raggiungere una pace duratura e lo sviluppo del Sudan”.

“E’ imprescindibile assicurare elezioni libere, trasparenti e partecipative. Le disposizioni dell’Accordo Generale di Pace devono essere implementate in modo completo e fedele. Tutte le parti devono astenersi dalla violenza”, ha aggiunto.

L’Accordo Generale di Pace del 2005 ha posto fine a decenni di guerra tra il nord e il sud, ma “è necessario un maggiore impegno perché i sudanesi possano vivere con dignità e pace”, ricorda la Caritas.

Almeno 2,7 milioni di persone, infatti, continuano ad essere sfollati e devono essere reinseriti nella società.

Nel 2009 il Paese si è anche visto sconvolto da una grave crisi alimentare, che ha fatto sì che più di 2 milioni di bambini soffrissero fame e malnutrizione.

La Caritas è presente in tutto il Sudan. Nel Darfur sta aiutando circa 350.000 persone, comprese 240.000 che hanno perso la casa. L’organizzazione fornisce acqua potabile, assistenza medica, attività di peace-building e mezzi per il sostentamento. Sta anche aiutando circa 58.000 rifugiati sudanesi che vivono in accampamenti nella zona orientale del Ciad.

Nel sud del Sudan, la Caritas distribuisce aiuti alimentari, sementi e strumenti da lavoro a circa 35.000 persone, fino al raccolto 2010, soprattutto nelle zone di Ezo, Tombura e Nagero, troppo pericolose perché vi lavorino altre agenzie umanitarie.

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ZENIT Staff

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