Stupiti di fronte a Gesù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 1,21-28

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Lettura

Fino all’inizio della Quaresima, nella liturgia dei giorni feriali ascoltiamo il Vangelo secondo Marco, particolarmente i capitoli dal quinto al settimo, dedicati al ministero di Gesù in Galilea. Tra le province della Palestina, questa regione, la più bella, fertile e popolata, era considerata dai Giudei “Galilea delle genti” e disprezzata. Cafàrnao, presso il lago di Genèsaret, è il centro di questa attività. Nel brano odierno vediamo il Maestro insegnare autorevolmente nella sinagoga della città e affrontare, con la medesima autorità, uno “spirito impuro” che ha preso possesso di un uomo.

Meditazione

L’Evangelista sottolinea lo stupore che coglie gli ascoltatori di fronte all’insegnamento del Maestro: prima ancora che per le cose dette, per l’autorità con cui egli parla: «non come gli scribi». Studiosi e maestri della legge, membri di una delle classi dirigenti del giudaismo con una crescente presenza nel sinedrio, gli scribi non solo dovevano dare responsi, prendere decisioni sul modo di osservare la legge, ma anche conoscere e far conoscere i responsi e «le tradizioni degli antichi» (Mt 15,2; Mc 7,3), di cui facevano gran conto. Il Nuovo Testamento, che traccia un quadro vivissimo delle loro attività sotto i portici del Tempio (Lc 2,46), nelle sinagoghe e nelle scuole (cfr. At 18,4; 22,3), riporta i rimproveri che Gesù rivolge a questi uomini dimentichi dei doveri essenziali della religione, dediti ad una giustizia puramente esteriore, ipocriti, quindi, e iniqui, vanitosi, avari e ingannatori, che «toglievano il moscerino con il filtro e ingoiavano il cammello» (Mt 23,13-39) imponendo, con prescrizioni minute, «pesi impossibili da portare» e facendo perdere di vista ciò che era essenziale nella legge stessa: la giustizia e la carità (Mt 23,25; Lc 11,42). La loro ostilità verso Gesù, dapprima come «scandalo» per la sua familiarità con i pubblicani e i peccatori (Lc 5,31; 15,2), l’invidia per i suoi miracoli e la gelosia della sua popolarità (Mt 22,15), diventa odio sempre più deciso che prepara la Passione. L’autorità di Gesù che stupiva la gente era la sua libertà da quelle pastoie divenute insopportabili. L’ammirazione per “un insegnamento nuovo” che riporta al cuore della Legge; la forza di un puro che “comanda anche agli spiriti impuri e questi gli obbediscono”.

Preghiera

Ci hai insegnato, Gesù, il cuore della Legge che non sei venuto ad abolire, ma a portare a compimento. Ci hai mostrato il Cuore di Dio, pienamente rivelato nel tuo. Concedici di ascoltare e di assumere in noi i palpiti di questo Cuore, vivendo con una giustizia che è fedeltà alla Legge del Signore.

Agire

Guardando in faccia il Signore che è presente e vivo, ascolterò nella Messa la Parola di Dio e la proposta che da essa mi viene per le concrete situazioni della settimana.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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