Studenti internazionali e incontro delle culture

Presentazione del tema del III Congresso Mondiale di Pastorale per gli Studenti internazionali

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ROMA, mercoledì, 30 novembre 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la traduzione (non ufficiale) della presentazione del tema del III Congresso Mondiale di Pastorale per gli Studenti internazionali, tenuta oggi dal segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, mons. Joseph Kalathiparambil.

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Signori Cardinali, Beatitudine, Eccellenze Reverendissime, Reverendi Padri, Reverende Suore e Fratelli, cari operatori pastorali e studenti universitari internazionali,

È con grande piacere che colgo l’opportunità di presentare il tema di questo Congresso Mondiale sulla Pastorale degli Studenti Internazionali. Ciò è sicuramente motivo di grande soddisfazione e mi riporta ai bellissimi anni in cui anch’io ero uno “studente estero” in questa Città eterna di Roma. È stata certamente un’esperienza stimolante e valorizzante studiare in una comunità universitaria multiculturale e multietnica, assieme a studenti provenienti da continenti e culture diversi, con usi e stili di vita differenti, eppure appartenenti alla stessa Chiesa e alla stessa umanità. Vivere in una società di questo tipo è sempre uno sprone e richiede pazienza, comprensione, rispetto, dialogo e impegno.

Il Documento finale del I Congresso Mondiale, organizzato dal nostro Pontificio Consiglio nel 1996, afferma che l’essere straniero è una condizione che appartiene ai contenuti della Rivelazione e una dimensione in cui la Chiesa di Cristo è chiamata a diventare “spazio”, “luogo di comunione” e “Sacramento di Dio” che abbraccia tutti gli uomini e le donne nel Suo Regno. Il documento, nell’apprezzare il contributo intellettuale, culturale e spirituale degli studenti internazionali nell’accrescere e arricchire il patrimonio culturale della società che li accoglie, pur tuttavia comprende anche il dilemma che essi, a volte, devono affrontare – specialmente quando la cultura locale mette a dura prova la loro scala di valori – e che è aggravato da atteggiamenti ostili e xenofobi e da pratiche morali permissive, come pure da modelli ecclesiali diversi da quelli che una volta, in patria, erano a loro familiari.

I partecipanti al II Congresso Mondiale, che il nostro Dicastero ha organizzato nel 2005, hanno riconosciuto i numerosi contributi positivi, ma anche il “trauma culturale” e la “secolarizzazione” come alcuni dei principali impatti negativi che offuscano la vita degli studenti internazionali. Il Beato Giovanni Paolo II, nel rivolgersi ai partecipanti a quel Congresso, ha voluto sottolineare questo crescente fenomeno come un importante campo dell’azione pastorale della Chiesa, ed ha affermato che gli studenti internazionali contribuiscono tanto allo sviluppo dei loro Paesi natii quanto alla missione della Chiesa.

Inoltre, nel rivolgersi ai partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Cultura nel 1983, il Papa aveva affermato che tutti i figli e le figlie della Chiesa devono prendere coscienza della loro missione e scoprire come il potere del Vangelo può penetrare e rigenerare le mentalità e i valori dominanti che ispirano le culture, nonché le opinioni e gli atteggiamenti morali che ne derivano. In questo III Congresso Mondiale, che abbiamo appena iniziato, il nostro Consiglio vuole concentrarsi su come sviluppare una metodologia ben studiata di approccio a questo crescente e stimolante fenomeno, come pure un programma di network continentale e internazionale ampiamente coordinato per il futuro di questo cruciale ambito di attività pastorale della Chiesa nei tempi moderni.

Quindi, se guardiamo al programma di questo Congresso, possiamo osservare come esso sia stato strutturato in modo da darci praticamente tre giorni di intenso ascolto, riflessione e condivisione per permetterci di comprendere il significato e le implicazioni, le domande e i benefici dell’incontro delle culture nel mondo degli studenti internazionali. Questa sera ascolteremo le parole del Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Sig. Cardinale Zenon Grocholewski, che considera il tema del Congresso “particolarmente interessante e attuale”, non solo perché le tensioni culturali influenzano le dinamiche della società multiculturale e multinazionale, ma anche perché condizionano i progetti educativi, l’insegnamento e la ricerca accademica. I saluti e l’esperienza delle delegazioni fraterne del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, della Comunione Anglicana e della Federazione Luterana Mondiale, contribuiranno certamente ad incoraggiare il nostro lavoro.

Nel rivolgersi all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura nel 1997, il Beato Giovanni Paolo II ha affermato che la fede in Cristo incarnato nella storia non solo trasforma interiormente le persone, ma rigenera anche i popoli e le loro culture. In questa prospettiva, il Sig. Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ci guiderà domani nel corso della sessione mattutina a comprendere e apprezzare l’interconnessione e l’interdipendenza esistenti tra Vangelo e cultura. Il Vangelo di nostro Signore è fatto conoscere e reso comprensibile al mondo attraverso la sua incarnazione all’interno dell’esistente cultura del tempo.

Nella discussione della Tavola Rotonda che avrà luogo nella seconda metà della sessione mattutina, il Rev. Pierre Devos, SJ, Presidente del SECIS (Service of European Churches for International Students), del Belgio, e il Dott. Michael Galligan-Stierle, Presidente dell’ACCU-USA (Association of Catholic Colleges and Universities in the United States of America), articoleranno la loro esperienza attorno alla discussione su quanto l’incontro delle culture abbia influenzato positivamente e negativamente la fede e i valori della gioventù di oggi. I due studenti delegati del Canada e dell’India si uniranno al gruppo per valutare le due presentazioni dal loro punto di vista personale e pratico.

Nel pomeriggio, subito dopo la presentazione audio-visiva delle attività del SECIS, l’Ecc.mo Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster, Gran Bretagna, e Presidente della Commissione sulla Catechesi, la Scuola e l’Università del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, ci rivelerà come viene visto l’incontro delle culture nel processo di evangelizzazione nelle scuole e università cattoliche. Il Prelato baserà il suo intervento sull’ “idea di università” del Beato Cardinal Newman.

Questi due interventi principali del giorno e la discussione della Tavola Rotonda faciliteranno la nostra valutazione e il nostro contributo personale nei gruppi di studio con i loro temi per la riflessione. Non dimenticate che questi gruppi di studio sono estremamente importanti per una buona riuscita del Congresso. La vostra collaborazione sarà quindi molto apprezzata.

Il secondo giorno sarà dedicato a sottolineare il ruolo vitale che la cultura svolge nel campo educativo. S.E. Mons. Savio HonTai-Fai, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, tratterà questo tema da tre punti di vista: 1) trasformazioni culturali; 2) frontiere dell’educazione, e 3) inculturazione del Vangelo e della fede. L’Arcivescovo prenderà in considerazione il processo di globalizzazione, che ha provocato la standardizzazione della cultura e la crisi dell’identità culturale di persone e istituzioni, nel contesto della cultura della globalizzazione che condiziona la stessa educazione e il sistema educativo.

Seguendo le presentazioni audio-visive sulle attività messe in atto per gli studenti internazionali nelle varie parti del mondo, la Tavola Rotonda del pomeriggio solleverà il dibattito sulla possibilità e le sfide di animare una specifica pastorale per gli studenti internazionali. Suor Mérète L. Klinke, che appartiene alla Congregazione delle Suore della Carità di Nevers ed è operatrice pastorale per gli studenti in Fra
ncia, e il Sig. Mehul Dabhi, Presidente dell’International Mouvement of Young Catholic Students-PAX Romana, con sede a Parigi, articoleranno la loro esperienza personale attorno al suddetto tema. Due studenti dalla Germania e dalla Tanzania contribuiranno alla discussione valutando le due presentazioni e aggiungendovi la loro esperienza personale e concreta in questo campo.

I gruppi di studio del pomeriggio ci daranno nuovamente la possibilità di offrire il meglio della nostra riflessione ed esperienza pastorale e proporre un progetto di un manuale di Orientamenti ad uso della pastorale universitaria degli studenti internazionali. Così come nel 1996 fu incoraggiata la creazione del SECIS come risposta concreta alla riuscita del I Congresso Mondiale, il nostro Pontificio Consiglio si augura ora di intraprendere, come risultato di questo III Congresso Mondiale, la redazione di un manuale comune, certamente con i vostri suggerimenti e le vostre indicazioni.

L’ultimo giorno del Congresso si avvarrà del contributo di Suor Martha Seide, FMA, salesiana di Haiti, professore di teologia dell’Educazione presso la Pontificia Università Salesiana “Auxilium” di Roma. Ella affronterà un argomento molto complesso in quanto ci proporrà un modello di leadership giovane nel mondo globalizzato di oggi. La religiosa elaborerà il tema a lei affidato attorno alla possibilità o meno di sviluppare un modello specifico di leadership per i giovani di oggi, sulla base della situazione della gioventù latino-americana.

L’avvenimento principale, che aggiunge importanza, gioia e significato a questo nostro III Congresso Mondiale, è rappresentato dall’Udienza con il Santo Padre Benedetto XVI, venerdì 2 dicembre. Si tratta di un’occasione unica e solenne per tutti noi poiché il Santo Padre, ancora una volta, ha voluto riconoscere l’importanza di questa sollecitudine pastorale specifica della Chiesa, anche come gesto di incoraggiamento nei confronti degli studenti internazionali e di apprezzamento del lavoro di quanti sono impegnati in questo ambito pastorale.

La forza dello Spirito Santo ispiri e guidi tutto ciò di cui parleremo, discuteremo e che proporremo in questi quattro giorni del Congresso.

Grazie!

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ZENIT Staff

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