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Strage di Parigi. I servizi segreti hanno sbagliato?

Secondo “Le Monde”, gli 007 potevano intervenire per tempo contro i terroristi ma non l’hanno fatto. Confermata intanto la morte di Abaaoud dopo l’assalto a Saint-Denis

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Dopo l’assalto di mercoledì scorso delle teste di cuoio francesi nell’appartamento di Saint-Denis, alla periferia di Parigi, si contano e si identificano i morti. Confermato che Abdelhamid Abaaoud, considerato la “mente” delle stragi di Parigi, sia stato ritrovato tra le macerie dell’appartamento. Trovato inoltre un terzo cadavere, si tratta di una donna la cui identità non è stata però ancora confermata.

Abaaoud era ricercato da mesi. Nell’ottobre scorso, mentre la Francia bombardava il campo d’addestramento dell’Isis a Raqqa, in patria il ministero della Giustizia “indicava in particolare, in un documento interno, Abdelhamid Abaaoud, ispiratore degli attacchi di novembre, e scendeva nei dettagli di uno dei suoi obiettivi: ‘una sala da spettacoli'”.

La notizia ha suscitato polemiche. Perché gli 007 francesi, pur essendo in possesso di elementi sufficienti per intercettare i terroristi, non sono intervenuti per tempo? Una fonte governativa di alto livello, citata da Le Monde, “il problema risiede nella massa di informazioni da trattare e dal numero di persone da sorvegliare” ma è bufera sugli 007. Secondo gli ultimi conteggi, ci sono 11.700 nomi di persone da tenere d’occhio per i loro legami con la Siria. Il ministro Bernard Cazeneuve ha parlato recentemente di una cerchia ristretta, uno “zoccolo duro” di persone particolarmente sospette, duemila circa.

Secondo Le Monde, anche il fatto di aver lasciato andare l’altro super-ricercato, Abdeslam Salah, dodici ore dopo gli attentati dopo aver verificato i suoi documenti su un’autostrada francese (secondo fonti giornalistiche i gendarmi in questione chiesero anche autorizzazione ai loro capi a Parigi), è un errore.

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ZENIT Staff

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