Chiesa e Moschea

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Storico incontro tra Chiesa italiana e comunità islamiche

Il 22 settembre scorso una tavola rotonda presso gli uffici della Cei. Mons. Spreafico: “Possiamo convergere su valori di cui il nostro Paese ha bisogno”

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Il 22 settembre scorso una delegazione di associazioni e comunità islamiche italiane si è incontrata con esponenti della Chiesa italiana, presso gli uffici della Conferenza episcopale italiana. Si tratta di un fatto importante nella storia delle relazioni islamo-cattoliche in Italia, come racconta alla Radio Vaticana don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei.
Il sacerdote spiega che da tempo esiste presso la Cei un gruppo di studio dedicato all’Islam, composto da cristiani, laici e religiosi, tuttavia – commenta – “ci siamo resi conto che le due realtà non si erano ancora mai ritrovate insieme e abbiamo pensato che i tempi fossero maturi”.
Alla tavola rotonda hanno partecipato tutti rappresentanti delle realtà islamiche italiane con cui la Chiesa mantiene rapporti. “Il clima mi è sembrato sereno, positivo e propositivo, ma anche sincero – afferma don Bettega -. Sono stati ribaditi i punti teologici che ci dividono, anche perché per noi dialogo non significa appiattire tutto, ma ribadire le specificità di ciascuno. E sono proprio queste differenze a rendere avvincente il dialogo”.
La volontà è ora di fare passi concreti di unità. “L’idea è che questi nostri incontri sappiano dare voce ai nostri fedeli, con le loro attese e problematiche, le loro ricchezze e la loro voglia di essere tutti parte integrante di un Paese come l’Italia”, ha affermato il rappresentante della Cei.
Mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Conferenza episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, ha verificato nel corso dell’incontro che i rappresentanti dell’Islam “considerino realmente la Chiesa cattolica come un punto di riferimento per convergere su alcuni valori e prospettive che nel nostro Paese vanno coltivati e sul radicamento nella fede nell’unico Dio, ovviamente vissuto in maniera diversa”.
“E’ stato un incontro davvero in armonia con il Giubileo della misericordia”, spiega dal canto suo una delle personalità musulmane presenti, Shahrzad Houshmand, teologa musulmana, docente alla Pontificia Università Gregoriana. “La Chiesa cattolica ha mostrato il suo approccio mariano, direi materno, accogliendo, anzi invitando, quasi tutte le associazioni e organizzazioni islamiche presenti sul territorio italiano. Già questo invito in sé è stato un gesto non solo coraggioso, ma anche di accoglienza, apertura e misericordia. Era interessante la presenza di quasi tutte le diverse organizzazioni islamiche italiane, nonostante le loro diverse visioni teologiche o giuridiche, sia sciiti che sunniti”.
Sulla stessa linea Kamel Layachi, imam delle Comunità islamiche del Veneto, il quale fuga il campo dall’ipotesi di voler fare del sincretismo. “Ci incontriamo perché siamo radicati nella nostra identità religiosa, ma è un’identità che vuole tendere la mano all’altro e costruire con l’altro il bene comune”.

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ZENIT Staff

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