Stampa ed editori locali chiedono al governo di non sopprimere le voci della periferia

Appello per salvare posti di lavoro, libera informazione e democrazia

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Si è svolto a Roma il 25 settembre alla Camera dei Deputati un incontro sul tema  Garantire il pluralismo dell’informazione. Appello urgente al Governo e al Parlamento.

Promosso dalla Fnsi (sindacato giornalisti),  da File (Federazione italiana liberi editori), dalla Alleanza delle Cooperative italiane per la cooperazione, dalla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), da Mediacoop, dall’Uspi (Unione stampa periodica italiana), da Articolo21 e da altri soggetti, l’iniziativa intendeva aprire un dialogo costruttivo con il governo per affrontare la pesante crisi che sta colpendo anche l’editoria nazionale e locale.

Intervenendo all’incontro Francesco Zanotti presidente della Fisc ha affermato: “La stampa diocesana che rappresento, con le sue 189 testate, sta vivendo un momento veramente difficile. Si naviga a vista, senza sapere cosa accadrà domani. Quasi non ci sono più lacrime per piangere e ci domandiamo se nei confronti della stampa locale in genere, qualcuno voglia la nostra morte”.

Secondo quanto riportato dal Servizio Informazioni Religiose (SIR) i dati per i piccole e medi editori, settimanali, giornali locali, sono drammatici: -22% le vendite in edicola negli ultimi cinque anni,  -50% la pubblicità, 3000 posti di lavoro persi nelle redazioni delle testate maggiori, 1000 in quelle dei giornali più piccoli e dei territori”.

Secondo il presidente della Fisc, “la situazione è gravissima, perché la pubblicità da sola non basta per tenere in piedi i giornali, che pure hanno sempre avuto e oggi ancora di più organici ridotti all’osso, con stipendi magri”.

Zanotti è tra coloro che hanno voluto organizzare questo incontro “col quale – ha detto – chiediamo a Governo e Parlamento di rivedere i criteri con i quali vengono distribuiti i sempre più scarsi fondi all’editoria”.

Secondo quanto riportato dal Sir anche in questo settore il quadro è disarmante: Roberto Calari, di Alleanza cooperative italiane, ha precisato che “negli ultimi dieci anni i contributi pubblici all’editoria sono scesi da 120 a 55 milioni di euro”.

 “Così non si può proseguire – ha sostenuto Calari -. Dopo i 32 giornali che hanno chiuso negli ultimi due anni altre decine di testate locali rischiano di scomparire. Si tratta di giornali radicati nel territorio che sono un elemento essenziale della democrazia e del pluralismo dell’informazione”.

Sempre secondo quanto riportato dal Sir, Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), ha affermato che “la crisi è di tutto il sistema editoriale e oltre alla perdita dei posti di lavoro, siamo di fronte a un netto dimagrimento dell’offerta e della qualità”.

A nome della Fisc Zanotti, ha proposto di ridurre solo della metà i contributi governativi.

Il presidente della Fisc ha spiegato che “negli ultimi due anni abbiamo subito tagli di circa il 60% dei contributi, mentre il resto dell’editoria, che usufruisce dei contributi sulla legge 250/90, ha subito un taglio di circa il 30%. Quindi, per evitare di dover assistere a chiusure di testate, chiediamo che anche nei nostri confronti si porti il ‘taglio’ al 30%, così da lasciare un po’ di respiro ai giornali diocesani”.

“Non è una battaglia per conservare dei ‘privilegi’ – ha concluso Zanotti – anzi è esattamente il contrario: si tratta di poter usufruire di quel minimo di sostegno che permette di mantenere in vita queste voci libere”.

Il SIR riporta i tre appelli che sono stati rivolti al Governo, e cioè: avviare un tavolo di confronto con gli operatori del settore per definire obiettivi e strategie per una vera “riforma dell’editoria” da tempo attesa; accelerare la revisione delle norme sull’emittenza televisiva e radiofonica; provvedere con la prossima legge di stabilità a garantire le risorse adeguate agli strumenti di intervento che la legge già oggi prevede per l’editoria non-profit, cooperativa, di idee e di testimonianza (tra cui rientrano in particolare le testate diocesane).

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Fonte: Servizio Informazioni Religiose (SIR)

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ZENIT Staff

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