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Sport e beneficenza in ricordo di Pietro Mennea

Un convegno, organizzato presso il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo di Roma, ha promosso una gara di atletica per finanziare una missione medico-umanitaria, in Senegal, dell’organizzazione Emergenza Sorrisi

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Un ricordo dell’impegno sportivo e umanitario del grande uomo e campione che è stato Pietro Mennea e l’occasione per lanciare un’importante iniziativa benefica, ribadendo l’importanza dei valori sani dello sport. Questi i temi del convegno La funzione sociale dello sport fra etica e regolamenti, organizzato presso la sede sociale del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo di Roma. L’incontro ha preceduto l’evento sportivo Trofeo Mennea in cui atleti dei circoli sportivi storici della capitale si sono sfidati una staffetta presso lo Stadio dei Marmi, intitolato dal 2013 proprio al grande velocista pugliese. Le quote di iscrizione alla gara saranno devolute all’organizzazione medica non governativa Emergenza Sorrisi per finanziare una missione umanitaria, in Senegal, in favore di bambini con malformazioni al volto.
Sono intervenuti al convegno il dottor Fabio Massimo Abenavoli, presidente di Emergenza Sorrisi, Manuela Olivieri Mennea, vedova di Pietro e presidente della Fondazione Pietro Mennea, l’avvocato Livio Lavitola, consigliere allo sport del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, Roberto Giacobbo, giornalista della Rai e scrittore, Stefano Campanella, direttore di Padre Pio Tv, Luca Amato, vicepresidente del Tribunale Nazionale Antidoping Seconda Sezione e Daniele Masala, campione olimpico e mondiale di pentathlon e attualmente presidente della Commissione Controlli Antidoping – Nadoitalia. Il tutto con la moderazione di Gerardo Pelosi, editorialista de Il Sole 24 Ore.
In apertura, l’avvocato Lavitola ha raccontato come l’idea di questa gara per finanziare la missione umanitaria in Senegal fosse venuta a lui e al dottor Abenavoli mentre correvano lungo il Tevere con altri soci del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Durante lo stesso giro di allenamento hanno incrociato un gruppo del Circolo Canottieri Aniene in cui si trovava il presidente del Coni Giovanni Malagò. Mentre la corsa continuava, Lavitola e Abenavoli hanno approfittato dell’occasione per illustrare la loro idea e l’adesione di Malagò è stata la prima delle numerose che sono seguite. L’avvocato ha inoltre ricordato l’impegno di Pietro Mennea nell’affermare la funzione etica e sociale dello sport, e le recenti parole di Papa Francesco sull’importanza di uno sport libero dalla corruzione.
Ha poi preso la parola il dottor Abenavoli che ha evidenziato come Mennea non avesse mai pubblicizzato molto le sue attività di beneficenza, facendo poi molto, in concreto, per aiutare i più bisognosi e sfortunati. “Avevamo il sogno di fare qualcosa per gli altri – ha dichiarato il dottore – e insieme abbiamo raggiunto molti risultati. Questo evento è un’occasione importante per evidenziare che lo sport può essere perfettamente abbinato alla solidarietà. È un principio che Pietro Mennea ha perseguito in tutta la sua carriera e che, anche dopo il ritiro dall’agonismo, lo ha portato a realizzare, insieme a Emergenza Sorrisi, azioni umanitarie estremamente concrete che hanno aiutato centinaia di bambini affetti da deformità del volto o che hanno subito traumi, ferite e ustioni a causa della guerra”.
“Pietro ha conosciuto Fabio a un evento di beneficenza – ha ricordato Manuela Olivieri Mennea – e da allora ha sempre sostenuto la sua organizzazione. Anche in questo gli sono sempre stata accanto e ora continuo la sua opera. Sto cercando di portare avanti il suo sogno di diffondere lo sport tra i giovani e affermarne il valore formativo come scuola di vita per riuscire meglio in tutto quello che facciamo”.
Anche Roberto Giacobbo ha sottolineato l’importanza di questo evento benefico e di sostenere un’organizzazione come Emergenza Sorrisi. “Per questo – ha dichiarato – ho subito accettato l’invito del mio amico Fabio Abenavoli”. Il giornalista ha poi raccontato la “grande fortuna” di aver conosciuto Mennea quando era ospite a Radio Dimensione Suono, l’emittente dove Giacobbo lavorava poco più che ventenne: “Invitò me e altri colleghi a una festa nella sua villa sulla Cassia. Lì ho avuto la fortuna di conoscere meglio Manuela e di incontrare un grande artista come Massimo Troisi. A volte siamo così fortunati e non ce ne rendiamo conto…”.
Il recupero del legame fra valori etici e sport è stato al centro dell’intervento di Stefano Campanella. “Si tratta di valori – ha affermato il direttore di Padre Pio Tv – che devono essere imposti con comportamenti concreti e non solo affermati a parole. La debolezza dei valori morali è alla base della questione doping. Non si tratta solo di un problema recente, ma è qualcosa che arriva da più lontano”.
Di doping ha parlato anche Luca Amato, sottolineando come l’Italia sia uno dei pochi paesi in cui l’uso di doping può costituire anche un reato penale e non solo sportivo. “Giustizia penale e giustizia sportiva – ha spiegato – possono intervenire sul medesimo caso con procedimenti paralleli che non si sovrappongono e possono portare anche a esiti differenti”. Amato ha poi aggiunto che i tribunali sportivi possono condannare anche il cosiddetto doping ricreativo che consiste nell’assunzione di droghe o sostanze illegali, ma che non migliorano generalmente le prestazioni sportive (come cannabis e cocaina). Questo accade per “ribadire il legame indissolubile che deve esserci fra sport e salute”.
“Il doping è un nemico – ha dichiarato Daniele Masala – perché non si sa fino a che punto possano arrivare i suoi effetti collaterali. Può far vincere delle gare, ma danneggiare irrimediabilmente la salute e forse togliere la vita. Basti pensare a tutti quegli atleti che si sono ammalati di Sla anni dopo aver interrotto l’attività agonistica. Situazioni dovute probabilmente all’uso massiccio di sostanze dopanti nei decenni scorsi. Noi dell’antidoping ci mettiamo tanto impegno, ma non è un lavoro facile anche perché la nostra attività ha un costo molto alto e non produce guadagno in termini di denaro. Il doping invece, oltre a essere una piaga sportiva, sanitaria e sociale, è anche un affare redditizio e per questo finisce spesso nelle mani della criminalità organizzata”.
Da segnalare infine il contributo di Ubi Banca alla causa di Emergenza Sorrisi. Massimiliano Simonelli, direttore territoriale di Roma, era presente al convegno e ha annunciato il lancio di una carta prepagata con marchio e slogan di Emergenza Sorrisi. Per ogni carta attivata, il gruppo bancario lombardo verserà una somma all’organizzazione medica. “La cooperazione con Emergenza Sorrisi – ha precisato Simonelli – è destinata a crescere ulteriormente. È infatti in via di approvazione un progetto di prestiti personali agevolati per sostenere le attività umanitarie e di beneficenza dei medici all’estero”.

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Alessandro de Vecchi

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