Spagna: premiato il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati

L’ONG cattolica assiste mezzo milione di rifugiati nel mondo

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MADRID, giovedì, 23 giugno 2011 (ZENIT.org).- Nell’agenda delle celebrazioni della Giornata Mondiale del Rifugiato di quest’anno in Spagna c’è il X Premio della Fondazione per la Giustizia-Banca, conferito il 15 giugno al Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e che verrà consegnato in una cerimonia il 6 luglio nella cappella della Beneficenza di Valencia.

Il Premio della Fondazione per la Giustizia e della Fondazione Bancaja riconosce l’iter e la dedizione costante di quelle persone o organizzazioni che spiccano per il loro apporto alla promozione e alla difesa dei diritti umani.

Consistente in 18.000 euro, lo hanno ricevuto entità come l’Associazione Vittime del Terrorismo, l’Associazione per la Ricerca dei Bambini e delle Bambine Scomparsi di El Salvador, le Missionarie della Carità e il promotore del microcredito Muhammad Yunus. In questa edizione, il JRS è stato scelto tra 15 candidati.

L’allora preposto generale della Compagnia di Gesù, Pedro Arrupe, colpito e commosso dal clamore di migliaia di boat people vietnamiti, fondò il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (www.jrs.net) il 14 novembre 1980.

“Il clamore dei 43 milioni di rifugiati o sfollati forzosi è più attuale che mai”, afferma in una nota la Compagnia di Gesù.

Anche se il JRS porta avanti il suo lavoro nei campi di rifugiati più remoti, la tendenza dei rifugiati a cercare asilo in aree urbane negli ultimi anni lo ha portato a lavorare più intensamente nelle città.

Come spiega il suo direttore, il gesuita Peter Balleis, “per 30 anni il JRS non è stato guidato dalla restrittiva definizione legale di rifugiato, ma, in base agli insegnamenti sociali cattolici, da una nozione più generosa del termine, che abbraccia tutti gli sfollati forzosi”.

“E’ così disposto a rispondere nei campi a sfollati, richiedenti asilo e persone senza documenti, immigrati vulnerabili nei centri di detenzione e ora più che mai nelle città. La compassione motiva il loro accompagnamento”.

Il JRS ha iniziato a operare nella zona Asia-Pacifico, ma negli anni Novanta, con la crisi nella regione dei Grandi Laghi, ha spostato il suo sguardo sull’Africa. Più di recente ha iniziato a lavorare in Medio Oriente e in Afghanistan. Come organizzazione cristiana, cerca di giungere a popolazioni di diverse confessioni, per accompagnarle e servirle, e lo fa “nel linguaggio dell’amore tradotto in servizio tangibile”.

Fino a questo momento l’istruzione è stata il “piatto forte” dei servizi del JRS, che ora sta preparando un progetto di istruzione superiore in collaborazione con università gesuite.

Il suo direttore ha riferito che “le forze più profonde della triplice missione del JRS sono la compassione trasformata in accompagnamento, l’amore nella forma di servizio concreto e la speranza promossa attraverso l’istruzione e l’advocacy a favore di soluzioni durature, di giustizia e di pace”.

Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) è un’organizzazione non governativa cattolica la cui missione è servire, accompagnare e difendere i diritti dei rifugiati e di altre persone forzosamente sfollate.

Lavora in 57 Paesi. Impiega più di 1.400 persone tra laici, gesuiti e altri religiosi per rispondere, tra le altre cose, alle necessità educative, sanitarie e sociali di più di 500.000 rifugiati e sfollati forzati. I suoi servizi vengono offerti a queste persone indipendentemente da razza, origine etnica o confessione religiosa.

Offre istruzione primaria e secondaria a circa 170.000 bambini, e svolge attività di advocacy (incidenza pubblica, difesa di diritti) per assicurare che tutti i bambini sfollati abbiano un’istruzione di qualità.

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ZENIT Staff

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