Sordità e perdono

Se sono “sordo” a tutto ciò che mi arriva di negativo dal prossimo, posso essere attento, sorridente e cordiale verso tutti

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Una fila lunga e ben ordinata di pazienti attendeva il proprio turno di visita; i primi erano seduti vicino alla porta dell’ambulatorio, poi man mano quelli che come me sono arrivati per ultimi. Il posto era da prendere e da rispettare rigorosamente.

Pochi minuti dopo di me entra una signora che sorridendo a tutti, saluta con un sonoro “buon giorno!”. Con il sorriso costante sulle labbra e senza alcuna esitazione, va verso la porta dell’ambulatorio, risale al primo posto appena liberato.

Alcuni presenti cominciano a rumoreggiare e a rivolgerle parole pesanti per farle notare che anche lei deve rispettare la fila e mettersi all’ultimo posto. Assistevo ad un crescendo di proteste che si facevano sempre più offensive. Ma la donna, sempre sorridendo a tutti, come se non vedesse e non sentisse, insensibile ad ogni offesa, è serenamente entrata dal medico.

Calmati gli animi, il mistero è stato chiarito da uno dei presenti che la conosceva: “È sorda –  ha detto – non sente proprio niente e ci vede pure poco; ecco perchè lei sorride sempre e a tutti; a chiunque veda e chiunque incontri.”

Se in un primo momento anch’io stavo rivendicando il diritto al rispetto della fila, sono stato poi subito attratto, meravigliato positivamente da questo “modo cristiano” di rispondere alle offese…

Ad un tratto mi è balzato davanti il modello a cui ispirarmi quando sono oggetto di nervosismi, arrabbiature e offese.

Se sono “sordo” a tutto ciò che mi arriva di negativo dal prossimo, posso essere attento, sorridente e cordiale verso tutti, particolarmente con chi mi sta vicino. E questo vale, perché Gesù me lo comanda.

E’ proprio con il sorriso che si calmano gli animi, è col perdono che si spezza la catena dell’odio, è col bene che si vince il male.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

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Andrea Panont

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