"Sono schiavo di Maria, della Gran Madre d'Amor"

Concluse a Roccalumera le celebrazioni per il centenario della morte di monsignor Annibale Maria di Francia, fondatore delle Suore Cappuccine del Sacro Cuore

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Nella cittadina di Roccalumera, sul litorale ionico nei pressi di Messina, si è concluso l’anno del centenario della morte del servo di Dio monsignor Francesco Maria Di Francia, fondatore delle Suore Cappuccine del Sacro Cuore.

È stato un anno intenso, articolato in diverse tappe itineranti, realizzate per far  conoscere come la grazia del Signore ha operato nella persona di monsignor Di Francia e nella Chiesa attraverso il carisma della carità verso i poveri, gli orfani, gli ultimi.

Nel corso della celebrazione conclusiva presso il Santuario annesso alla Casa Madre, ove sono custodite le spoglie mortali del Fondatore e della Fondatrice, Madre Veronica Briguglio, padre Carlo Calloni O.F.M.capp. e Postulatore Generale delle Cause dei Santi ha comunicato la conclusione dei lavori di redazione della Positio per la causa di canonizzazione, e il suo procedere verso l’iter stabilito dalle norme della Congregazione delle cause dei Santi.

Tra le virtù che rendono “grande” padre Francesco, è stata evidenziata la sua umiltà, “non contrassegnata da un capo basso, di sottomissione, ma dritto dinanzi a Dio in cui immergere lo sguardo per riconoscere l’Onnipotente, le Sue opere e la Sua volontà. Egli ha imparato la vera umiltà da Maria Vergine, sotto la cui protezione ha messo la sua esistenza ed il suo ministero”.

Di ciò si ha testimonianza diretta nelle stesse parole di Mons. Di Francia, vicario generale della Diocesi di Messina, che interpretava la sigla “V.G.” di Vicario Generale con l’espressione “vile giumento” e nelle sue poesie ha scritto spesso: “Sono schiavo di Maria, della Gran Madre d’Amor, tutta a Lei la vita mia, ho sacrato affetti e cor.

Appartenente alla nobile famiglia messinese Di Francia (il padre, il cavalier Francesco dei marchesi di Santa Caterina dello Ionio e vice console pontificio di Messina, la madre Donna Anna Toscano dei marchesi Montanaro), padre Francesco si rese umile servitore dei poveri e delle piccole orfanelle, accogliendole come un dono di Dio.“Ecco non ha nessuno e perciò è nostra”:con queste parole accompagnava nella casa di Roccalumera, ex filanda, le sue “passerette” e, come un Padre buono e generoso, le guidava per la via del bene insieme alle suore che diventano così madri e maestre delle povere orfanelle.

Le celebrazioni centenarie del Fondatore delle Suore Cappuccine del Sacro Cuore sono state inaugurate il 22 dicembre 2013, con una solenne concelebrazione, presieduta dall’arcivescovo di Messina, monsignor Calogero La Piana ed il 19 febbraio 2014, in occasione del 161° anniversario della nascita di monsignor Di Francia, a Roccalumera, casa madre della Congregazione, è stato presentato il volume Francesco Maria di Francia, vita e opere – Ritratto della carità di Giovanna Brizi.

L’Autrice, consultore esterno nella redazione delle Positiones per la causa di beatificazione, ha presentato una biografia documentale che presenta la vita e le opere di Padre Francesco, fratello di Sant’Annibale Maria di Francia, fondatore dei Padri Rogazionisti.

Padre Francesco ha inteso la sua vocazione sacerdotale come missione di carità, uscendo dalla Chiesa e come il “buon pastore” girava tra le viuzze dei quartieri poveri di Messina e donava conforto, pane e benessere spirituale. “Sentiva e portava addosso”, come spesso ripete Papa Francesco, “l’odore delle pecore”, non aveva vergogna a prendere in braccio le piccole orfanelle, anche se sporche e malvestite e, consegnandole alle suore, raccomandava tanta tenerezza e materna attenzione.

Al fine di assicurare ai moribondi il conforto cristiano dei sacramenti, ha chiesto al Vescovo di restare segregato nel Lazzaretto fino al termine dell’epidemia che colpì la città di Messina prima del tragico terremoto. Alla madre preoccupata per la sua salute padre Francesco rispondeva: “Non vi preoccupate, mamma, nulla può accadermi mentre nei miei fratelli sofferenti servo Cristo”, e lei, vedendolo così convinto e deciso ripeteva “Se al mio Ciccillo si aprisse il cuore, vi si troverebbe scritto Carità”.

Questo è il vero umanesimo e questa è la vera carità, che non attende la ricompensa e opera nel silenzio, nell’umiltà, nel nascondimento, alimentata dalla preghiera e dal sacrificio.

Padre Francesco, uomo dal cuore d’oro,insieme a Madre Veronica Briguglio – “due cuori per chi non è amato” come ha scritto Padre Carmelo Conti Cuglia nella biografia edita nel 1996 – hanno tracciato un sentiero ed una missione di carità, che le Suore Cappuccine del Sacro Cuore continuano ancora oggi con grande zelo e generosa dedizione.

In vista del convegno ecclesiale di Firenze del prossimo novembre 2015 sul tema: In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, presentando le figure che nelle diverse diocesi hanno saputo incarnare il senso del vero umanesimo cristiano, è stata avanzata l’ipotesi che per la diocesi di Messina possa essere indicato e proposto monsignor Francesco Maria Di  Francia come modello di autentico umanesimo cristiano. Le sue opere sono un monumento ben visibile e presente nel territorio e la città di Roccalumera, patria e culla della Congregazione, ne potrà essere cristianamente orgogliosa.

“L’anno giubilare si è concluso – afferma con soddisfazione la Madre Generale Suor Maria Concetta Pirrera – occorre adesso raccogliere i frutti che produrranno i tanti semi messi a dimora”.

Nelle diverse case dell’Istituto e a livello locale a Catania, Nicolosi e Messina, sono state realizzate celebrazioni, incontri e convegni di studio, riproponendo anche il racconto della biografia del Fondatore, con la rappresentazione teatrale dal titolo Ardendo si consuma, a cura di Maria Rita Simone e Rosalba Genovese. Ora le nuove tappe sono indirizzate al processo di beatificazione.

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Giuseppe Adernò

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