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"Sono musulmano, ma desidero incontrare il Papa". La gioia dei profughi del CARA

Grande emozione da parte degli ospiti del centro di Castelnuovo di Porto, gestito da Auxilium, dove il Pontefice si recherà nel pomeriggio per lavare i piedi a 12 rifugiati

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“Volevo dire al Papa che i musulmani non sono terroristi. Sono dispiaciuto per quello che è successo in Francia e in Belgio”. Lo scrive in una lettera – resa nota da Tv2000 – Kamasso Guiro, un ragazzo senegalese musulmano di 30 anni ospite del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto dove oggi pomeriggio Papa Francesco si recherà per la celebrazione del rito della lavanda dei piedi e della Messa in Coena Domini.
Quella di Guiro è solo una delle tante lettere che gli ospiti del Cara consegneranno oggi a Francesco. In essa, il giovane ricorda il momento in cui ha abbandonato il Senegal “per le guerre interne nel sud” del paese. “Durante la guerra – racconta – ho perso mia moglie e mio padre e sono rimasto da solo. Sono scappato in Italia per iniziare una nuova vita, lavorare e vivere in un Paese di pace”.
“Da tanto tempo – prosegue il giovane senegalese – desideravo incontrare il Papa, anche se io sono musulmano, per ringraziarlo per tutto quello che sta facendo per i poveri e la pace. Auguro a Papa Francesco – conclude nella lettera – una vita lunga e molta salute. Ringrazio l’Italia per avermi salvato la vita”.
Il Papa laverà dunque i piedi a 12 ragazzi, tra questi anche Sira Madigata 37 anni musulmano del Mali, che racconta: “Sono qui in Italia da 20 mesi, ho fatto un viaggio lungo e pericoloso attraverso il deserto e il mare. Sarei anche potuto morire. Per noi musulmani quello che succederà domani è un simbolo di pace. Sono musulmano e i miei piedi saranno lavati da una grandissimo personaggio come Papa Francesco, leader dei cattolici. Questo significa che la convivenza è possibile ovunque”.
Tra i dodici anche una ragazza italiana Angela Ferri operatrice della cooperativa sociale che gestisce il Cara: “Ho alle spalle una storia dolorosa. Sono circa 20 giorni che ho perso mia mamma e Auxilium ha voluto farmi questo regalo. Oggi sarà un giorno speciale perché Papa Francesco è una delle persone più importante: lui mi dà molta forza”.
Lo stesso entusiasmo anima Luchia Mesfun, donna eritrea che ha attraversato il Mediterraneo incinta per trovare una nuova vita. Ora è in Italia con la figlia di 5 mesi che ha chiamato Merhawit, che significa libertà: “Sono molto contenta, non ci sono parole per spiegare la mia felicità. Il Papa ci laverà i piedi e per noi sarà un grande evento”, dice.
“Emozione e gratitudine” sono state poi espresse dalla Cooperativa Auxilium, che in un comunicato stampa afferma: “È questo un altro gesto di misericordia di Papa Francesco verso milioni di persone che intraprendono il loro viaggio della speranza. L’abbassarsi di Papa Francesco per lavare i piedi dei migranti e dei profughi, non potrà non aiutare a risvegliare le coscienze di tutti dall’indifferenza e non farci sentire la responsabilità di prenderci cura di chi fugge in cerca di una vita migliore.”

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ZENIT Staff

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