"Solo Dio può riprendere la vera via della rivoluzione"

Un intenso colloquio intorno alla ‘Evangelii Gaudium’ è andato in scena al Meeting di Rimini. Protagonisti il card. Bassetti e il prof. Carriquiry

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Al centro del Meeting di Rimini ci sono anche le sfide dell’Evangelii Gaudium. Venerdì mattina l’Arcivescovo di Perugia e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Gualtiero Bassetti, e il Segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, Guzmán Carriquiry, hanno messo a tema quello che, come ha ricordato introducendo Roberto Fontolan, può essere definito il manifesto della lettura che l’attuale pontefice dà della fede. “L’Evangelii Gaudium è la riproposizione missionaria di Cristo verso l’uomo. Ma qual è l’uomo verso cui andare?”, si è domandato il card. Bassetti. “È l’uomo così com’è e non come dovrebbe essere”.

Un documento quindi in cui traspare la centralità autentica del soggetto, ben diversa da quella portata avanti dall’umanesimo laico e profano, che alla religione di un Dio che si fa uomo aveva opposto  un uomo che si fa Dio. Questa concezione aveva rappresentato una sfida importante per il Concilio, di cui Bassetti ha più volte ricordato l’importanza, indicando il Pontificato di Francesco come testimonianza viva dei frutti maturati durante i cinquant’anni che ci separano da quell’evento capitale per la storia della Chiesa. “Se noi ci allontaniamo da Cristo ci allontaniamo dal nostro destino”, ha continuato Bassetti, e il rapporto con il prossimo non è altro che segno di questo rapporto con Dio. Per questo ha invitato a “non voltarci dall’altra parte di fronte alla sconfitta dell’uomo”, di fronte ai più poveri, ai più deboli. Di fronte a quelle periferie esistenziali verso le quali il Papa invita ad andare e che il titolo del Meeting di quest’anno ha voluto riprendere.

E, come già aveva sottolineato padre Pizzaballa nell’incontro di apertura della manifestazione, anche Bassetti ha voluto ricordare che il cristiano può guardare senza paura a questa sconfitta, a queste periferie, grazie alla consapevolezza che viene dalla fede. “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede”. E questa è la sfida che porta con sé l’Evangelii Gaudium, all’interno della quale emerge la coscienza dei “tempi delicati che si stanno vivendo e con i quali non si può far a meno di confrontarsi”.  Grandi sono anche le provocazioni che in questo pontificato giungono dall’America Latina: l’elezione al soglio di Pietro di “questo suo figlio prediletto ha portato la periferia al centro”.  San Giovanni Paolo II l’aveva chiamato il “continente della speranza” e anche oggi esso si presenta a noi uomini dell’Europa come segno di speranza. Cosa è rimasto dell’Europa di San Paolo e di Sant’Agostino, di San Benedetto e di San Francesco? La testimonianza di fede che arriva con forza dall’America Latina esorta noi, abitanti del continente che è stato la culla del pensiero cristiano e occidentale, a riscoprirci alla luce del vangelo.

Dopo aver posto in evidenza i tre punti su cui oggi l’uomo e la società sono chiamati a misurarsi con serietà, la famiglia, il lavoro e la migrazione, Bassetti ha sottolineato che “la missione della Chiesa coincide con la conversione pastorale, che altro non è se non l’esercizio materno della Chiesa stessa”. Il Cardinale ha voluto concludere con un messaggio ai giovani, riprendendo quanto il Papa aveva pronunciato in occasione del suo ultimo viaggio in Corea: “costruite una Chiesa versatile e creativa. Giovani guardate lontano, non fermatevi a razzolare nei pollai, come la gallina che si fa grande della conquista di un verme”. “Cosa sta dicendo lo Spirito di Dio alle Chiese attraverso la testimonianza del Papa?”, Guzmán Carriquiry afferma che per rispondere a questa domanda bisogna lasciarsi guidare proprio dalle parole dell’Evangelii Gaudium. Con un riferimento particolare all’America Latina, Carriquiry ha sottolineato che ogni suo abitante dovrebbe sentirsi interpellato dalle prime parole di questo documento, dove Francesco invita tutti, qualsiasi sia la situazione in cui si ci si trovi, a rinnovare il proprio incontro con Cristo. “Anche quando si rivolge ai vescovi il Papa comincia col domandarsi cosa ne sia oggi della fede. Tutti noi battezzati siamo chiamati a ricominciare da Cristo ed occorre prima di tutto una conversione personale”.

Accanto a questa conversione personale, come già il cardinal Bassetti anche il professor Carriquiry ha richiamato  alla necessità di una conversione pastorale, cioè di “una Chiesa che da conservatrice diventi missionaria, che esca verso le periferie geografiche ed esistenziali”.  La Chiesa oggi pare l’unica che possa rispondere al bisogno degli ultimi, perché “dopo il fallimento della rivoluzione senza Dio, solo Dio può riprendere la vera via della rivoluzione”. Una realtà che spaventa in quanto talvolta, ha concluso Carriquiry, “Dio ci mette davanti a delle sfide che sembrano sproporzionate. Tuttavia, Egli  non ci lascia mai senza strumenti”.

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Anna Minghetti

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