Siria. Nuovo attacco a Damasco: quattro colpi di mortaio, 14 morti e 86 feriti

Mentre il Paese si prepara alle presidenziali di giugno, cresce la piaga dei rapimenti. Nessuna notizia del gesuita Dall’Oglio e la sorella grida alla Radio Vaticana: “Dategli la libertà!”

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14 morti e 86 feriti: è il tragico bilancio di un bombardamento con quattro colpi di mortaio, avvenuto oggi nel centro di Damasco, in Siria. Durante l’attacco, colpita anche una scuola. La violenza non si ferma solo nella Capitale, ma infuria in tutta la regione. Giungono da Homs, infatti, notizie di un nuovo attentato con autobomba, nel primo pomeriggio, che ha provocato la morte di circa 20 persone.

In questo contesto di guerra e terrore, prosegue la corsa del Paese alle presidenziali, in programma 3 giugno prossimo, in cui l’attuale leader Bashar al Assad ha annunciato la sua candidatura. Si contano ormai oltre 150 mila le persone uccise dagli scontri che proseguono ininterrottamente dal marzo 2011. A ciò si aggiungono le condizioni disumane di migliaia i rifugiati e la piaga, recentemente sviluppatasi, dei rapimenti.

Cresce sempre di più, infatti, il numero di persone scomparse tra cui civili, giornalisti, politici locali, combattenti e uomini di fede. Tra questi due vescovi e tre sacerdoti, incluso il gesuita italiano padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato, nove mesi fa, il 29 luglio 2013, a Raqqa, nella Siria settentrionale.

Per lui proseguono disperate le ricerche e la famiglia non perde la speranza. La sorella maggiore del gesuita, Francesca, intanto lancia ai microfoni della Radio Vaticana un accorato appello per la liberazione del fratello: “Abbiamo scritto questo appello per la sua liberazione! Chiediamo a chi lo detiene, di dare a Paolo la possibilità di tornare alla sua libertà e ai suoi cari, e a tutte le istituzioni di continuare ad adoperarsi in tal senso”.

Dall’Oglio, 59 anni, romano, è scomparso nella regione settentrionale di Raqqa e, secondo quanto reso noto recentemente da fonti degli insorti, sarebbe vivo e in mano ai fondamentalisti islamici dell’Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Tutte le fonti hanno finora confermato che padre Paolo è vivo e si trova in una delle prigioni dell’Isis che da oltre un anno ha conquistato ampie zone della Siria nord e nord-orientale.

L’unità di crisi del Ministero degli esteri italiano conferma intanto di star seguendo la vicenda di Dall’Oglio con il massimo riserbo. I negoziati sono “in corso” e fonti vicine riferiscono che da mesi ci sono contatti a vari livelli in Siria e all’estero per la sua liberazione. Dall’Oglio, da oltre 30 anni in Siria per il dialogo islamo-cristiano – in particolare dalla comunità monastica da lui fondata a nord di Damasco – era stato espulso nel giugno 2012 dopo aver preso posizione a favore del piano di pace dell’Onu dell’allora inviato speciale Kofi Annan. Dall’estero il gesuita romano si era poi schierato più apertamente contro la repressione governativa e nell’estate scorsa era entrato nel nord della Siria. 

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ZENIT Staff

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