È stato un anno drammaticamente cruento il 2014 per la Siria e l’Iraq: in dodici mesi i conflitti hanno causato la morte di circa 90mile persone, più del doppio rispetto al 2013. A confermare il tragico dato sono le statistiche diffuse ieri dal Syrian Observatory for Human Rights e dal governo iracheno, riprese dall’agenzia Asia News.
In Siria, in particolare, la guerra ha provocato nell’anno appena trascorso la morte di 76.021 persone, metà dei quali civili. Nel 2013 i caduti erano stati 33.278. Nell’agosto scorso l’Onu calcolava in 191mila le perdite umane del conflitto siriano dal suo inizio, nel 2011. Cifra che secondo fonti locali va aumentata di molto.
A Baghdad, i Ministeri degli interni, della sanità e della difesa hanno calcolato invece 15.538 persone uccise. Anche in questo caso, una cifra più che raddoppiata rispetto alle 6.522 persone che nel 2013 hanno perso la vita per il conflitto.
Secondo gli attivisti, tuttavia, sia per l’Iraq che per la Siria il numero reale dei morti sarebbe con ogni probabilità più alto, a causa della mancanza di dati verificabili sui territori controllati dallo Stato islamico.