Aleppo Media Centre

Siria a rischio "catastrofe umanitaria". L'immagine di un bambino sciocca il mondo

Drammatica situazione ad Aleppo tra bombardamenti e civili senza acqua e cibo. Mosca conferma intesa con Washington per allentare la morsa sulla città; coinvolte anche Cina e Iran

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Si rischia una “catastrofe umanitaria” senza precedenti in Siria. Ad Aleppo,  città attualmente nella morsa dei combattimenti tra governativi e ribelli, sono migliaia i civili rimasti intrappolati senza acqua né cibo. Immagine simbolo di questa drammatica situazione è divenuta, da mercoledì sera, quella di un bambino siriano estratto vivo dalle macerie dopo un bombardamento nella città e seduto dentro un’ambulanza. Il bambino, di nome Omran Daqneesh, 5 anni, appare disorientato e sotto choc, coperto dalla polvere delle macerie e con una ferita sulla testa. Lui, come tanti suoi coetanei, sono stati vittime di un bombardamento aereo compiuto nel quartiere di Qaterji, di cui non si conoscono ancora i responsabili.

L’immagine è in realtà uno screenshot preso da un video girato dall’Aleppo Media Centre, network di Aleppo vicino all’opposizione, ed è stata usata nelle ultime ore per mostrare la gravità e la disperazione che ha raggiunto la guerra. Inviata da un medico siriano al corrispondente del Telegraph Raf Sanchez che l’ha presto rilanciata su Twitter, la foto sta facendo in queste ore il giro dei social network. Nel filmato integrale, si vede Omran che viene sollevato da un soccorritore tra le macerie della casa bombardata e poi portato all’interno dell’ambulanza, dove rimane impassibile mentre proseguono i soccorsi.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha lanciato un appello a Russia e Stati Uniti affinché raggiungano un accordo per un cessate il fuoco definitivo e si ponga fine ad “attacchi indiscriminati nelle aree residenziali, nei quali rimangono uccisi centinaia di civili, tra cui decine di bambini”. “Tutte le parti nel conflitto stanno mancando di rispettare il loro obbligo di proteggere i civili”, ha detto il segretario Onu.

La Russia ha risposto tramite il ministero della Difesa che ha affermato che Mosca e Washington “si stanno avvicinando a un’intesa per allentare la morsa sulla città” di Aleppo. Anche l’Iran ha confermato il suo coinvolgimento attraverso il capo del Consiglio di sicurezza nazionale della Repubblica Islamica, Ali Shamkhani, che ha detto che l’Iran è pronto a condividere con la Russia le proprie strutture. “La collaborazione tra Teheran e Mosca per la lotta contro il terrorismo è strategica e al riguardo, stiamo coordinando capacità e strutture”, ha sottolineato Shamkhani.

Infine Pechino ha reso noto ieri di voler fornire aiuti umanitari ai civili, ma anche addestramento alle forze armate del Governo siriano del presidente Assad. L’annuncio è stato dato dall’ammiraglio cinese Guan Youfeu, direttore della cooperazione internazionale della Commissione centrale militare a Damasco dove ha incontrato il vice premier e ministro della Difesa, Fahd Jassem Al Freij.

Intanto, nel Nord-Ovest del paese, si contano almeno 17 morti a causa dei raid aerei su Idlib – zona sotto il controllo dei ribelli – che, secondo ong locali, sono stati effettuati dall’aviazione siriana. La situazione non migliora nelle carceri: Amnesty International ha pubblicato in questi giorni un dossier in cui afferma che, dall’inizio nel 2011 della rivolta contro il presidente Bashar al Assad, sono morti nelle carceri governative siriane oltre 17mila detenuti. Nel rapporto vengono riportate le testimonianze di 65 persone sopravvissute ad indicibili torture che denunciano condizioni disumane e violenze dietro le sbarre.

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ZENIT Staff

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