Siria: 25 milioni di euro spesi dalle Chiese locali per l'assistenza di oltre 400.000 persone

Comunicato del Pontificio Consiglio “Cor Unum” in occasione della riunione degli Organismi caritativi cattolici operanti nella crisi siriana

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Più di 25 milioni di euro: è la cifra complessiva spesa “regolarmente”, dal marzo 2011, dalla Chiesa siriana e dalle Chiese della regione circostante, coordinate dal Pontificio Consiglio Cor Unum, per sostenere le circa 400 mila persone vittime del conflitto in Siria, “senza alcuna discriminazione, con aiuti umanitari, in ambito socio-sanitario ed educativo”.

Tali dati sono stati riferiti da un comunicato ufficiale del Dicastero presieduto dal cardinale Robert Sarah, diffuso dopo l’Udienza di ieri di Papa Francesco con i rappresentanti degli Organismi caritativi impegnati nella crisi siriana. L’incontro con il Pontefice ha concluso i lavori della riunione di coordinamento umanitario sulla crisi, svoltasi in Vaticano, il 4 e 5 giugno, a cui hanno preso parte circa 25 rappresentanti delle Chiese locali, di organismi caritativi attivi sul posto, donatori istituzionali del mondo cattolico, della Santa Sede, oltre al nunzio apostolico in Siria. Tutti i partecipanti – riferisce il comunicato – hanno riaffermato “la continuità del loro impegno e rinnovato l’appello del Santo Padre affinché cessi ogni violenza e si aprano percorsi di dialogo e di riconciliazione, nel rispetto di tutti”.

Anche Papa Francesco, come nel giorno di Pasqua, ha lanciato nuovamente ieri un forte appello per la pace in Siria, affinché si ponga fine ad “uno dei conflitti armati più letali, con più vittime civili in rapporto ai militari, con il maggior numero di sfollati e di rifugiati”.

“Le violenze e ogni sorta di abuso hanno raggiunto livelli indicibili, senza alcuna considerazione della dignità umana” afferma la nota di Cor Unum. Alcune testimonianze portate al Dicastero, “frutto di un’esperienza diretta sul posto, in Siria, Libano, Giordania, Turchia e in altri Paesi dove continuano ad arrivare rifugiati” confermano infatti l’entità del dramma. Si parla ormai di quasi 7 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria. Tra queste: “più di 4,5 milioni” di sfollati interni che si aggiungono ai sempre più numerosi gruppi che “cercano sicurezza fuori dei confini del Paese (Libano, Giordania, Turchia e Iraq hanno già accolto oltre 2 milioni di rifugiati siriani)”.

Un’analisi più attenta dei bisogni sul campo ha messo in evidenza poi che, “col sopraggiungere dell’estate, aumenteranno certamente i rischi di epidemie, di mancanza di medicinali e di assistenza per la popolazione colpita, in particolare per le donne incinte e per i bambini, per anziani e disabili”. Emerge, dunque, un “quadro allarmante” dal punto di vista logistico, della sicurezza e della protezione umanitaria. La situazione rischia di aggravarsi – avverte Cor Unum – “se non si troverà il modo di garantire il rispetto del diritto umanitario in generale, e, in particolare l’accesso umanitario sicuro per gli aiuti, e soprattutto se non si arriverà ad una tregua o almeno ad un cessate il fuoco”.

È necessario quindi per il futuro “uno sforzo ancora maggiore e sempre più complesso alle organizzazioni caritative cattoliche”. L’appello del Pontificio Consiglio, a nome di tutti gli organismi presenti all’incontro, è quindi di “sostenere anche finanziariamente gli sforzi di assistenza umanitaria e di ricerca di pace, in vista della auspicata ricostruzione di un Paese lacerato e distrutto”.

In tal contesto, è chiamata in causa soprattutto la comunità internazionale, la quale “deve fornire più sostegno ai paesi che accolgono i rifugiati e alle operazioni umanitarie, per poter rispondere alle loro crescenti necessità”. In particolare, ad essa è richiesto un maggiore “impegno di mediazione”,  che – si legge nel comunicato – “sebbene più deciso rispetto ai mesi precedenti, pare ancora insufficiente”.

Così facendo, recita la nota di Cor Unum, “aumentano sempre più i rischi che in Siria si generi un’altra guerra infinita, in cui le prime vittime sono i civili inermi, trattati come bersagli e spesso come vittime dirette ed indirette delle continue violenze, ‘un’inutile strage’”.

Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti delle seguenti organizzazioni: Aid to the Church in Need International, Fondazione AVSI, CAFOD, Caritas Austria, Caritas France, Caritas Germany, Caritas Internationalis, Caritas Jordan, Caritas Lebanon, Caritas Luxemburg, Caritas Middle East and North Africa (Caritas MONA), Caritas Syria, Caritas Turkey, Catholic Near East Welfare Association (CNEWA), Catholic Relief Services (CRS), International Catholic Migration Commission (ICMC), International Confederation of the Society of Saint Vincent de Paul, Jesuit Refugee Service (JRS), Sovereign Military Order of Malta.

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ZENIT Staff

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